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Eau de toilette per scimmie

COSTUME - In alcune specie di scimmie, tra cui i Cebi (scimmia Cappuccina), i maschi si dedicano con gran cura alla toeletta, anche se la loro acqua di colonia, ai nostri nasi, risulterebbe parecchio sgradevole. La tecnica è questa: urinano nelle mani e poi le strofinano vigorosamente sul corpo. Lo studio condotto dalla psicologa Kimberley Philips su gruppi di scimmie nate in cattività ha proposto una spiegazione a questo genere di strana attività. La ricercatrice è partita dall'ipotesi che il “lavaggio all'urina” (in inglese tecnicamente “urine washing” o UW) debba avere una motivazione per i maschi e, visto che l'urina contiene elementi chimici e feromoni, l'UW potrebbe avere una rilevante funzione di informazione sociale e sessuale.
CRONACALA VOCE DEL MASTER

La storia (quasi) infinita

LA VOCE DEL MASTER - L'incidente in Giappone, il referendum di giugno... il nucleare è alla ribalta e con esso si torna immancabilmenta a parlare di scorie. Ma come distinguere fra opinioni e dati? Un documento recentemente pubblicato dai ricercatori del MIT (Massacchusets Institute of Technology) fa il punto su nucleare (in particolare, sul combustibile) e ne descrive il futuro affrontando anche il problema delle scorie.

Per i poveri, più caldo = meno cibo

IL CORRIERE DELLA SERRA - David Lobell e Justin Costa-Roberts, di Harvard, e l'economista Wolfram Schlenker, della Columbia University a New York, provano a quantificare l’effetto del clima sulle variazioni delle rese mondiali fra il 1980 e il 2008. In quel periodo i raccolti totali hanno continuato ad aumentare grazie a nuove terre coltivate, tecniche migliori e prodotti chimici più efficaci. Dal paragone tra queste variazioni e quelle meteorologiche, risulta incidere maggiormente l'aumento delle temperature. In media, il caldo ha ridotto la resa del mais del 3,8% e del grano del 5,5%. I ricercatori non hanno tenuto conto delle concentrazioni crescenti di CO2 in atmosfera che potrebbero invece aver stabilizzato la resa della soia e del riso, diminuita fra i tropici e aumentata alle latitudini più alte. Avvertono che ci sono limiti e incertezze nei modelli statistici, ma il fatto che gli impatti del clima superino spesso del 10% il tasso di variazione delle rese indica che i cambiamenti climatici stanno già frenando in maniera considerevole l'aumento della produttività agricola. (...) Inoltre Sull'arco di dieci anni la tendenza climatica riporta indietro di un anno gli incrementi ottenuti con la tecnologia.

Le tristi tinte del nucleare

LA VOCE DEL MASTER - È nella Foresta Rossa che il team del Professor Tim Mousseau, direttore della Chernobyl Reasearch Initiative dell’Università del sud Carolina (Columbia), dal 1998 studia gli effetti a medio e lungo termine dell’inquinamento radioattivo sull’ecosistema e sulla salute. I risultati del censimento effettuato dal gruppo di ricerca sull’avifauna della Foresta Rossa nel 2006, avevano messo in evidenza una stretta correlazione fra il livello della radiazione e la diminuzione della taglia di popolazioni di uccelli che presentassero piumaggio di colorazioni sgargianti giallo rosse (pigmenti carotenoidei), correlazione che non era invece emersa per le specie dal piumaggio “bigio” (pigmenti melaninici). L’evidenza cromatica ha portato il team ad approfondire la ricerca andando a studiare le cause biochimiche della differente resistenza all’inquinamento ionizzante.

Avanti con lo shale gas

AMBIENTE - L'Eni in due settimane ha fatto partire due nuovi progetti per sfruttare il gas shale. Il primo in Polonia a metà aprile, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, evidenziando soprattutto l’impatto ambientale delle tecniche di estrazione, e il secondo in Algeria firmando, in data 28 aprile, un accordo di cooperazione con la Sonatrach (compagnia petrolifera di stato Algerina). Un fattore determinante per le nuove attività estrattive è stata, ed è tuttora, la guerra in Libia come sembrano confermare le parole dell’Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni «Nonostante le incertezze sui tempi di ripresa delle nostre attività in Libia, le prospettive di redditività e di crescita di Eni rimangono positive – e ha aggiunto - Eni è in grado di far fronte alla minore disponibilità di gas libico tramite altre fonti di approvvigionamento». Ma l’estrazione di gas shale nel Nord Africa è legata anche ad un altro progetto che risale otto anni fa, un nuovo gasdotto che collegherà l’Algeria all’Italia. Avrà una capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno ed entrerà in funzione nel 2014. Galsi, il Gasdotto Algeria Sardegna Italia, è sostenuto da una compagine di aziende internazionali e nazionali che operano nel mercato energetico - Sonatrach al 41,6%, Edison (20,8%), Enel (15,6%) Hera (11,6%) e Sfirs (10,4%), la finanziaria di investimento della Regione Sardegna. Inoltre il nuovo gasdotto è considerato uno dei progetti prioritari per lo sviluppo della Rete Transeuropea dell’Energia e rientra nell’European Recovery Plan. L'Unione Europea ha stanziato fino a 120 milioni di euro per la sua realizzazione.

OggiScienza TV – Guerra e comunicazione

OggiScienza TV - Guerra e comunicazione Oggi come non mai le guerre sono combattute anche sul fronte dell’informazione. Dai semplici volantini, ai giornalisti che affiancano i militari nelle operazioni sul campo, ai finanziamenti a film come "Transformers". Una ricerca spiega il ruolo della comunicazione nelle guerre moderne e suggerisce ipotesi sulla morte di Osama Bin Laden la scorsa settimana.

Fusione

IL CORRIERE DELLA SERRA - I ghiacci artici e groenlandesi fondono più velocemente di quanto previsto fino pochi anni fa, dicono i ricercatori alla conferenza dell’Arctic Monitoring and Assessment Programme iniziata ieri a Copenaghen: The Arctic as messenger for global processes: climate change and pollution.
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