archive2012

La matematica delle bolle

CRONACA - Un trucchetto matematico che i delfini usano per pescare potrebbe affinare le tecniche di rilevamento sonar in acque basse, per esempio quelle che servono per rilevare le mine. I delfini usano "racchiudere" i banchi di pesce che cacciano in un muro di bolle per intrappolarli, ma questo metodo potrebbe ridurre la prestazione del sistema sonar che questi animali usano per individuare oggetti (e altri pesci) nell'acqua. Infatti le bolle nell'acqua riflettono il segnale sonar meglio dei pesciolini che i deflini vorebbero mangiarsi. Perché usare le bolle allora, si sono chiesti gli scienziati? Timothy Leighton e colleghi dell'Univesità di Southampton pensano che i delfini usino un "trucco" basato sulla matematica. I ricercatori hanno generato dei "click" simili a quelli usati dal sonar del delfino dentro una vasca in cui una sfera di metallo (che simulava un pesce) era nascosta da una nuvola di bolle

Omogeneizzati

Nell'articolo "Il clima europeo degli ultimi duemila anni: verso un’era glaciale", l'astronomo Vincenzo Zappalà estrapola arditamente il futuro del clima globale da dati omogenei sulla densità estiva degli anelli nel tronco di pini lapponi.

Accumulo di sodio come marcatore per la SM

SALUTE - I risultati di questa ricerca potrebbero aiutare a formulare diagnosi di sclerosi multipla più precoci e precise, offrendo anche un quadro del decorso temporale della malattia. Un gruppo di scienziati della CNRS francese, che lavorano all'Università Aix-Marseille a Marsiglia, hanno misurato grazie una tecnica specifica di risonanza magnetica le concentrazioni di sodio in pazienti affetti da sclerosi multipla (e in un gruppo di controllo). I risultati sono stati netti. Nel cervello di pazienti affetti dalla malattia (sclerosi multipla recidivante remittente) sono presenti accumuli di sodio. Anche le differenze fra pazienti allo stadio precoce e quelli in fase avanzata hanno offerto indicazioni rilevanti: in coloro che avevano ricevuto una diagnosi entro 5 anni prima dell'esperimento (14 in tutto) gli accumuli ero localizzati in aree specifiche: il tronco encefalico, il cervelletto e il lobo temporale. Nei pazienti la cui diagnosi era più vecchia invece (15 soggetti) invece l'accumulo era generalizzato

Un micro OGM contro la malaria

SALUTE - Noi e i batteri del nostro intestino. Quello della relazione con il microbiota intestinale è diventato negli ultimi anni uno dei temi più caldi di tutta la biologia: abbiamo scoperto che questi invisibili ospiti influenzano il nostro sviluppo, il metabolismo, il sistema immunitario e la suscettibilità a diverse malattie. Insomma, siamo anche i nostri batteri e lo stesso accade per gli altri organismi, zanzare comprese. E proprio i batteri che vivono nell'intestino delle zanzare, se opportunamente modificati, potrebbero diventare l'arma risolutiva della nostra lotta alla malaria, come racconta su Pnas un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora

“Pura illazione”

Sull’Indro, Daniele Passerini riportava un commento anonimo comparso su Oggi Scienza quale “comunicato delle rappresentanze sindacali dell’INRIM" a dimostrazione del fatto che la custode scrive false e denigratorie sul prof. Carpinteri, presidente dell'INRIM, e la sua energia piezonucleare.

Vedere nella nebbia

FUTURO - Vedere attraverso la nebbia, tutto analizzando semplicemente la luce naturale. Questo è quello che una ricerca pubblicata su Nature Photonics promette. Ori Katz e colleghi del Weizman Instutute in Israele hanno messo a punto una tecnica che permette di ricostruire l'immagine di un oggetto anche se questo si trova oltre a un mezzo torbido, come la nebbia per esempio, o un vetro smerigliato. Anche se l'argomento è stato studiato a lungo, spiegano gli autori, finora gli scienziati ritenevano questo risultato molto difficile da raggiungere. La novità del lavoro di Katz e colleghi sta soprattuto nel fatto che la metodologia non richiede l'utilizzo di sorgenti di luce speciale, come i laser per esempio, ma utilizza la luce naturale diffusa attraverso il mezzo. La luce riflessa da un oggetto, quando passa attraverso altri corpi e strati di materia (anche semplicemente l'atmosfera) viene diffusa (in inglese "scattered") in diverse direzioni facendo arrivare ai nostri occhi un'immagine più o meno confusa. Il livello di degrado dell'immagine dipende dall'opacità del mezzo

Aria sporca in Europa

AMBEINTE - Per una volta l'Italia ce l'ha fatta. Il nostro Paese ha rispettato i limiti di emissione indicati dalla direttiva NEC (National Emission Ceilings) che tiene sotto osservazione i quattro principali inquinati dell'aria: anidride solforosa, ossidi di azoto, composti organici non metanici e ammoniaca. Purtroppo la maggior parte degli Stati europei non sono stati così virtuosi. Secondo i recenti dati ufficiali dell'Agenzia europea per l'ambiente riferiti al 2010, ben 14 Paesi hanno superato uno o più limiti di emissione, in alcuni casi anche di molto. Spagna e Germania hanno superato, rispettivamente, tre e due dei quattro valori considerati. Negli altri Paesi considerati, ad eccezione della Finlandia, sono stati gli ossidi di azoto a far registrare il maggior numero di superamenti dei limiti. Tra i fattori che hanno contribuito a questa situazione, un ruolo da protagonista spetta al settore dei trasporti, che è responsabile di circa il 40% del totale delle emissioni in Europa. Queste sostanze inquinanti possono causare problemi respiratori, oltre a contribuire all'acidificazione del suolo e delle acqua superficiali. Per questi motivi l'attuale revisione delle politiche ambientali dell'Unione Europea potrebbe portare all'individuazione di limiti di emissione più severi per il 2020 e all'introduzione di una soglia massima anche per le particelle sottili. Misure necessarie per ridurre l'impatto negativo sull'uomo e sull'ambiente delle sostanze inquinanti.
CRONACA

Questione di forme

CRONACA - Intervista Julian Barbour, fisico britannico per il quale il tempo è forma. "Julian, cos’è per te il tempo?" "Semplice, il tempo non esiste …". Questo l’approccio della Shape dynamics, una teoria della gravità che si fonda sul concetto di “forma che l’universo assume a ogni istante”. Il tempo è un fenomeno che emerge da una teoria quantistica costruita solamente con l’insieme delle forme che l’universo può assumere: adottando quest’idea si eliminerebbero alcuni ostacoli che i fisici teorici incontrano nel tentativo di conciliare meccanica quantistica e relatività generale. A College Farm, South Newington, Banbury, Oxfordshire (UK), intorno a una scrivania a forma di ottovolante, il fisico teorico Julian Barbour e i suoi collaboratori lavorano per verificare la natura predittiva di questa teoria al di là dell’ambito della fisica classica

Spiagge d’Italia

  AMBIENTE - Per quest'anno stessa spiaggia, stesso mare. Anche se non è proprio come l'anno scorso. In sette anni,...
1 30 31 32 33 34 81
Page 32 of 81