AMBIENTE – Per vivere bene, i pika (Ochotona princeps), piccoli mammiferi strettamente imparentati con conigli e lepri, non chiedono molto. Un rifugio sicuro per ripararsi dai predatori, i rapaci, qualcosa da sgranocchiare e dell’aria fresca da respirare. Quest’ultimo punto, però, è davvero importante, dal momento che tali organismi non riescono a sopravvivere a temperature superiori ai 26°C, limite massimo per non morire per il troppo caldo. E’ evidente che una specie del genere non può che non trovarsi in forte difficoltà a causa dell’imponente e rapidissimo riscaldamento a livello globale.
Infatti, negli anni passati erano stati segnalati diversi episodi di estinzione locale e, per le popolazioni che ne hanno avuto la possibilità, di spostamento dell’areale verso le cime delle montagne. Alcune piccole popolazioni, però, si sono opposte a questo trend generalizzato e riescono tuttora a sopravvivere in scarpate rocciose a livello del mare, dove devono fronteggiare un altro gravoso problema: quello dell’alimentazione. In questi ambienti, infatti, le principali fonti di sostentamento dei pika, erba e fiori, sono presenti a bassissime densità. Come fanno dunque questi piccoli animali a sopravvivere?
Uno studio sul Journal of Mammalogy ha indagato a fondo la questione, mostrando come i pika si siano adattati alle nuove condizioni ambientali. Oltre ad aver modificato il loro habitat naturale, i piccoli mammiferi hanno anche cambiato le proprie abitudini alimentari: il 60% della loro dieta è ora base di muschi, organismi molto abbondanti nell’ambiente. Nessuna specie erbivora finora nota, nemmeno le renne o i lemming durante l’inverno artico, sono stati osservati nutrirsi con quantitativi così elevati di muschio, quasi interamente ricco di fibre, quindi poverissimo di sostanze nutritive.
Nonostante questo grosso svantaggio, l’adattamento alla nuova nicchia trofica porta con sé diversi vantaggi: infatti, i muschi sono disponibili per l’intero corso dell’anno e possono essere comodamente consumati all’interno dei rifugi di roccia, senza il rischio di esporsi ai predatori. Inoltre, la presenza di muschi nelle tane riduce notevolmente le scorte di cibo che i pika di montagna accumulano abitualmente durante l’anno per superare il duro inverno.
Da animali considerati vittime designate dei cambiamenti climatici, i pika oggi dimostrano una grande plasticità e adattabilità. Le prossime ricerche per valutarne la futura vulnerabilità agli effetti del riscaldamento globale dovranno necessariamente fare i conti con questa scoperta.
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