WHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Il maiale come lo conosciamo oggi ha alle spalle una storia piuttosto antica, iniziata qualcosa come 10.000 anni fa con la domesticazione del cinghiale selvatico in Europa e in Asia. Gli animali che oggi alleviamo a livello commerciale, infatti, vantano un ricchissimo mosaico di geni: a quelli che sono retaggio delle remote origini asiatiche, in particolare, dobbiamo la prolificità delle scrofe e le numerose nidiate di porcellini. Lo ha spiegato una ricerca su Nature Communications, che ha confermato come la diversità genetica tra i vari maiali allevati al giorno d’oggi a scopo commerciale sia maggiore rispetto a quella delle popolazioni di cinghiali selvatici. Il tutto ha come risultato una grande varietà in termini di caratteristiche e aspetto.
La ricerca degli scienziati dell’Università di Wageningen ha dimostrato che i maiali europei sono geneticamente molto più simili a quelli cinesi che al cinghiale selvatico. Scoperta che potrebbe sembrare inconsueta, considerando che la domesticazione in Europa e in Asia è avvenuta in momenti diversi e in totale indipendenza. “Ci si aspetterebbe, di conseguenza, di non trovare traccia di DNA asiatico nei maiali europei”, commenta Martien Groenen, leader della ricerca.
Come spiegano lui e i colleghi, queste recenti scoperte affondano suine radici nel Regno Unito, tra il 18esimo e il 19esimo secolo, quando con la rivoluzione industriale la richiesta di carne aumentò sensibilmente. Gli allevatori inglesi si resero conto, con una certa rapidità, di come i maiali asiatici vantassero caratteristiche che avrebbero permesso loro di migliorare quelli locali. Erano infatti più fertili e considerevolmente più grassi dei suini europei.
Così, circa duecento anni fa, hanno avuto inizio gli incroci che favorirono l’elevata diversità genetica, selezionando le caratteristiche più vantaggiose per l’allevamento grazie all’importazione in Europa d’un gran numero di maiali cinesi. Una tale selezione ha determinato che alcuni frammenti di DNA asiatico siano tutt’oggi presenti nei maiali europei: un esempio è il gene AHR, che se nella sua versione europea caratterizza scrofe che danno alla luce pochi porcellini, in quella asiatica, molto presente nei suini nostrani, determina al contrario una spiccata fertilità.
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