SALUTE – Un’allergia sviluppata improvvisamente e in età adulta. Di quelle davvero pesanti, che dà non solo orticaria e gonfiore, ma anche vomito, diarrea, difficoltà di respirazione, cali della pressione sanguigna e nei casi più gravi anche shock anafilattici. Difficile anche da identificare, dal momento che si manifesta a 4-6 ore di distanza da ciò che la provoca, ossia dal consumo di carne rossa.
A fare chiarezza su questa singolare intolleranza alimentare sono stati i ricercatori del centro medico dell’università di Vanderbilt, che lo scorso febbraio avevano pubblicato i risultati della loro indagine condotta negli Stati Uniti. La notizia è però ritornata a circolare nei giorni scorsi, dopo che il Washington Post ha pubblicato un articolo (ripreso anche in Italia) in cui si discute dei possibili legami tra questa allergia e il diventare vegetariani o vegani.
Lo studio originale, in realtà, arrivava a una conclusione ben precisa: esiste un particolare tipo di zecca, che vive vicino alla costa est degli Stati Uniti, che attraverso la saliva iniettata in una persona durante una puntura è in grado di creare un’allergia. La zecca è chiamata “Lone star” perché è diffusa soprattutto nel Texas, il cosiddetto “Lone star State”. Il fattore scatenante è uno zucchero noto come alpha-gal, che viene iniettato nel sistema vascolare nella persona durante la puntura. Questo zucchero, presente nella carne rossa e nelle zecche, ma non nel sangue umano, normalmente passa attraverso il nostro apparato digerente senza alcun problema. Ma quando viene immesso direttamente nel flusso sanguigno dal morso di una zecca, allora genera una risposta immunitaria con la creazione di anticorpi, che poi si attivano non appena si consuma carne rossa, generando la reazione allergica. Solitamente per contrastare i sintomi si utilizzano antistaminici ed epinefrina, proprio come per molte altre allergie.
Non si sa ancora se l’allergia dovuta alla puntura di Lone star abbia una durata ben definita, ma sembra che non sia permamente. Ogni nuovo morso di zecca, però, riscatena dall’inizio la reazione immunitaria e la rende sempre più intensa. Da qui il consiglio degli scienziati, banale ma importante, di cercare di non farsi pungere anche se l’allergia è già presente. Durante il periodo allergico, in ogni caso, la vita del malcapitato viene stravolta. Oltre al consumo diretto di carne bovina o di maiale, infatti, l’allergia si scatena anche con tutti gli altri alimenti che contengono alpha-gal: si tratta perlopiù di cibi industriali che fanno uso di derivati animali, fra cui dolci, latticini e, in alcuni casi, anche pastiglie e medicinali. È stata proprio la strana reazione di alcuni pazienti alle cure contro il cancro, osservata qualche anno fa, a far avviare la ricerca.
Il cambiamento delle abitudini alimentari è spesso associato a una repulsione verso la carne, tanto che si è parlato di stili di vita vegetariani o addirittura vegani indotti dalla puntura di zecca. In realtà, nonostante nel sud degli Stati Uniti la presenza della zecca sia effettivamente correlata a una diminuzione del consumo di carne, ci sono importanti differenze rispetto alle abitudini adottate da vegetariani e vegani. Anzitutto perché non si tratta di una scelta etica o morale, bensì di una (temporanea) esigenza sanitaria. Poi ci sono molti altri alimenti che di solito sono rifiutati dai vegetariani – fra cui anche alcune carni, come quelle di pollo e di tacchino – che non scatenano allergia e possono essere consumati normalmente.
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