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Il calderone genetico della grande pianura ungherese

Gli antichi europei avevano animali domestici come mucche e capre, ma non la tolleranza per poter bere grandi quantità di latte di mammifero

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SCOPERTE – Gli antichi europei sono rimasti intolleranti al lattosio, lo zucchero naturalmente contenuto nel latte dei mammiferi, per i 5000 anni che hanno seguito la comparsa delle pratiche agricole nell’Europa centrale, durante il Neolitico, e per i 4000 seguenti le prime attività di caseificazione note. È quanto emerso dall’analisi del DNA nucleare di alcuni resti ossei risalenti al periodo tra il 5700 e l’800 a.C, studiati da un team di ricercatori guidati da Ron Pinhasi dell’UCD Earth Institute. Gli artefatti provenivano tutti dai siti archeologici della grande pianura ungherese, un’area nota per essere stata crocevia di alcune delle maggiori trasformazioni culturali che hanno plasmato la preistoria europea.

I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications qualche giorno fa, suggeriscono che le grandi modifiche tecnologiche dell’Europa Centrale durante Neolitico, Età del Bronzo ed Età del Ferro siano associate a dei cambiamenti importanti nella genetica delle popolazioni coinvolte. Per riuscire ad arrivare a tali conclusioni gli scienziati hanno condotto sperimentazioni per molti anni, su ossa diverse con differente densità e livelli di conservazione del DNA, in modo da identificare quale fosse l’osso più adatto. La parte interna petrosa dell’osso temporale (o piramide del temporale), l’osso più duro e protetto del corpo da eventuali danni, è la chiave per studiare il DNA antico. Non solo degli esseri umani ma anche di tutte le altre specie di mammiferi.

Come spiega Pinhasi, “la percentuale di DNA della piramide del temporale era molto maggiore rispetto a quella di altre ossa. Questo ci ha permesso di ottenere campioni tra il 12% e il 90% di DNA umano, mentre da denti, dita e costole si trattava di una percentuale compresa tra lo 0 e il 20%”. Questa inaspettata quantità di materiale di studio ha permesso ai ricercatori di andare alla ricerca di alcuni marcatori genetici noti, intolleranza al lattosio compresa. “Le nostra scoperte mostrano un avanzamento progressivo verso pigmentazione della pelle più chiara, mentre cacciatori, raccoglitori e agricoltori non locali contraevano matrimoni misti. Ciò che ci ha sorpresi è non avervi invece trovato traccia di un aumento della persistenza della lattasi, o della tolleranza al lattosio”.

Questo, commenta il team di Pinhasi, significa che gli antichi europei avevano a disposizione animali domestici come mucche, capre e pecore, ma non avevano ancora sviluppato una tolleranza per poter bere grandi quantità di latte di mammifero. Lo sviluppo dell’agricoltura, seguito dal primo utilizzo di metalli come bronzo e ferro, sono stati entrambi associati all’afflusso di nuovi gruppi di persone. “Non possiamo più pensare che queste innovazioni fondamentali siano semplicemente state ‘assorbite’ da popolazioni già esistenti, come una sorta di osmosi”, conclude Dan Bradley, co-autore del paper e professore allo Smurfit Institute of Genetics del Trinity College di Dublino.

@Eleonoraseeing

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagine: Wikimedia Commons

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".