Science & Diplomacy – Notizie dal mondo della cooperazione scientifica; n. 3
Ogni settimana le principali notizie dal mondo della cooperazione scientifica internazionale
La cooperazione scientifica italiana guarda sempre più a est
ATTUALITÀ – Forse sotto traccia rispetto alla gran parte delle notizie, la cooperazione scientifica internazionale in Italia sembra nel pieno di una attività fervente, nei limiti di risorse finanziarie che sicuramente non stanno aumentando. In particolare, la science diplomacy italiana degli ultimi anni sta guardando sempre più a est: oltre ai tradizionali contatti con i Paesi occidentali, l’Asia è la nuova “terra di conquista” per la scienza e l’innovazione italiana nel mondo. Certo, Cina, Giappone e India, le tre grandi potenze di area, sono al centro di questa politica, ma un posto particolare sembra essere dedicato al Vietnam. Pochi giorni fa, infatti, a Roma, si è tenuta una conferenza tra le 30 maggiori realtà della ricerca scientifica italiana e vietnamita, a conferma di un trend iniziato col rinnovo del trattato di cooperazione scientifica (che iniziò più di venti anni fa) tra i due Paesi.
Paesi in cui sono presenti addetti scientifici nelle Ambasciate italiane (via)
Le aree di maggior interesse per la cooperazione tra Italia e Vietnam sono agricoltura e biotecnologie, information technology, ricerca di base, energia, medicina e conservazione dei beni culturali. Sono quindi tutti settori di eccellenza nella ricerca scientifica italiana, ma al tempo stesso fondamentali per un paese in grande ascesa come il Vietnam (la Cina vi sta spostando buona parte delle proprie produzioni). Insomma, di fronte ai colossi cinesi e indiani, il Vietnam sembra relativamente piccolo e marginale, ma, forse, sarà un paese chiave negli equilibri futuri dell’Asia: la cooperazione scientifica italiana, da decenni, sembra aver fatto una scelta lungimirante.
Big Science
SPAZIO – Nella comunità scientifica russa sta ancora tenendo banco la discussione sul nuovo programma spaziale (di cui avevamo già parlato qui e qui). Adesso la discussione sembra orientata all’aspetto finanziario dell’impegno. Da mesi l’economia russa è sotto forte pressione internazionale a causa principalmente delle sanzioni occidentali dovute alla crisi Ucraina e del basso prezzo del petrolio (e della sostanziale mancanza di un’industria manifatturiera di qualità). Ci si chiede quindi se valga la pena investire così tanti soldi quando la società russa sta davvero impoverendosi – bisogna ricordare che i cittadini russi tutt’oggi si ricordano la terribile povertà vissuta dopo il crollo dell’URSS. La risposta largamente condivisa sembra essere: sì, vogliamo il programma spaziale, e lo vogliamo competitivo come quello delle maggiori potenze mondiali. Intanto il Giappone, per la prima volta nella sua storia, ha inserito la ricerca spaziale all’interno della sua politica di sicurezza nazionale: si stanno avvicinando nuove “guerre stellari” di stampo asiatico?
Europa
FRANCIA – Si è conclusa con numerosi successi la visita del premier indiano Modi in Francia. In particolare sono stati firmati numerosi accordi, soprattutto per quanto riguarda la conservazione dei beni culturali, la pianificazione urbana e rurale, lo sviluppo sostenibile. La scienza “dura”, tuttavia, sembra la grande assente: forse gli accordi per rafforzare la cooperazione (che prevede un alto grado di complessità e di investimenti finanziari) sono ancora in fase di elaborazione.
Mondo
ASIA CENTRALE – Gran movimento in Asia centrale, specialmente dopo l’Accordo di Losanna (ne abbiamo parlato qui) che ha “riabilitato” l’Iran in ambito internazionale. Iran e Russia, in primis, hanno dichiarato di voler rafforzare in modo considerevole la loro cooperazione scientifica, e nel mentre Teheran ha aperto un tavolo di coordinamento per definire politiche comuni di ricerca con il Kazakistan (un paese chiave, dal punto di vista politico, nei rapporti tra Stati Uniti e Russia).
KUWAIT – Il Kuwait sta iniziando un processo di revisione e implementazione delle proprie politiche di ricerca scientifica, sfruttando anche le risorse tecnologiche e finanziarie dei vicini. Nei giorni scorsi, infatti, c’è stato un primo incontro tra il rettore dell’Università del Kuwait e una delegazione dell’Università del Qatar.
MALI – La lotta all’integralismo islamico passa anche dalla cooperazione culturale e scientifica. La Svizzera infatti sta collaborando attivamente, attraverso la sua cooperazione scientifica, con circa un milione di dollari destinati alla ricostruzione di mausolei, musei e biblioteche distrutte dai jihadisti durante la grande insurrezione dell’anno scorso che si concluse con l’intervento militare francese.
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