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Condividere strumenti per trasferire conoscenze

Gli scimpanzé del bacino del Congo sono una miniera di informazioni sull'uso di strumenti e sull'insegnamento: le videocamere a sensori di movimento hanno ripreso le madri che insegnano ai piccoli a "pescare" le termiti

“Studiare il modo in cui i giovani scimpanzé imparano a usare gli strumenti caratteristici del loro gruppo ci aiuta a capire le origini evolutive di cultura e tecnologia, ma anche a chiarire come le abilità culturali degli esseri umani siano simili o differenti da quelle dei nostri parenti più prossimi ancora in vita”. Crediti immagine: KleinAlexis, Pixabay

SCOPERTE – Nel parco nazionale di Nouabalé-Ndoki, in Congo, gli scienziati sono riusciti a filmare vari episodi in cui le madri scimpanzé (Pan troglodytes troglodytes) insegnano ai piccoli a utilizzare gli strumenti, condividendo con loro i propri.

Che gli studiatissimi scimpanzé siano dei maestri nell’uso di strumenti non è una novità: proprio grazie alle videocamere con sensori di movimento, le loro abilità sono state ampiamente documentate insieme a quelle dei macachi e dei cebi striati, le altre due specie già note per cimentarsi con bastoncini, pietre e chi più ne ha più ne metta. La tecnologia ha permesso di fare passi da gigante nelle nostre conoscenze, evitando di influenzare gli animali con la presenza umana, di doverli abituare ad avere intorno gruppi di scienziati e tutelandoli, non meno importante, dal rischio di contrarre patologie umane che non possono combattere. Eppure non sappiamo ancora molto riguardo a come imparano tutti questi “trucchi”, a volte così elaborati da rendere evidentemente improbabile che ogni singolo individuo vi sia arrivato da solo per prove ed errori o semplicemente osservando per un caso fortuito un compagno che si stava cimentando.

Per questo l’antropologa Stephanie Musgrave e i suoi colleghi hanno deciso di osservare da vicino le attività degli scimpanzé del Goualougo Triangle, un’area di circa 250 chilometri quadrati nel bacino del Congo, regno delle osservazioni sull’uso di strumenti da parte degli scimpanzé. In questa zona la foresta e l’intero peculiare ecosistema che le gira intorno sono tra i meglio preservati dell’intero continente africano. Qui hanno registrato più di 200 ore di attività degli scimpanzé, identificandovi 96 casi di trasferimento degli strumenti.

Questi scimpanzé non solo usano strumenti, ma ne cercano con caratteristiche ben precise. Ad esempio prediligono alcune specie vegetali rispetto ad altre e le lavorano in modo da renderne sfrangiate le estremità, quasi a guisa di pennello o rastrello, per raccogliere più facilmente le termiti dall’interno dei termitai. Spesso usano un rametto più grande e robusto per accedere al termitaio e, solo dopo, inseriscono quello più piccolo per procurarsi il pranzo. Eppure è solo una delle varie tecniche usate dagli scimpanzé (esiste una popolazione, a Fongoli, che caccia con bastoni a mò di lancia) e questo significa che anche la condivisione di strumenti potrebbe essere solo una delle tante modalità di far scuola ai più piccoli.

Le madri scimpanzé trasferiscono la tecnica di “pesca delle termiti” condividendo i propri strumenti con la loro progenie, ancora inesperta. In uno dei video la scena ripresa parla da sé: la madre passa un rametto al figlio e poi lavora il suo strumento, togliendo una foglia per dargli la forma desiderata e infilandolo poi nel termitaio.

Per loro si tratta di un comportamento costoso, visto che stanno cedendo uno strumento la cui ricerca ha richiesto tempo e risorse, ma tutto questo corrisponde ai tre criteri funzionali che definiscono l’insegnamento quando si parla di cognizione animale: avviene mentre l’insegnante è presente, rappresenta un costo per lui/lei e migliora la performance dell’allievo. A prescindere dall’intenzione dell’insegnante di facilitarne l’apprendimento. Inoltre si tratta di un’attività sensata quando altri metodi di apprendimento, adatti a competenze più semplici, risulterebbero insufficienti: nel caso degli scimpanzé parliamo di bastoncini lavorati e prelevati da specie vegetali specifiche per renderli adatti allo scopo. Quindi un’abilità piuttosto elaborata. A volte le mamme scimpanzé riprese dai video portavano vicino ai termitai vari strumenti, per avere una scorta a disposizione sia per sé che per il piccolo. In altri casi ancora spezzavano la loro “canna da pesca per termiti” in due metà uguali, una per ciascuno.

Il tempo è per definizione un costo da sostenere, per la nostra come per le altre specie, ed è una delle variabili che fa arrovellare gli scienziati ogniqualvolta cercano di giustificare i comportamenti animali (come il gioco) in funzione della sopravvivenza. Se una certa attività non è un mezzo per arrivare al cibo o a un partner, né fa la differenza tra riuscire a riprodursi e non farcela, perché perderci tempo? Qual è l’utilità?

Nella nostra specie diamo per scontato il trasferimento di conoscenze, perché in effetti avviene continuamente ed è un modo per arricchire l’abilità del singolo, che a sua volta porterà più valore e cultura nella società della quale fa parte. Per di più sappiamo bene cosa implica insegnare: che si tratti di far lezione a scuola o spiegare a un coinquilino come fare la lavatrice, dobbiamo conoscere e comprendere il suo livello di abilità e avere l’intenzione di aiutarlo a imparare. Della comunicazione tra animali abbiamo probabilmente iniziato a malapena a scalfire la superficie, ma secondo Musgrave le madri scimpanzé stanno in tutto e per tutto anticipando i bisogni dei loro piccoli. Sanno che hanno bisogno di uno strumento come quelli che loro già utilizzano e riducono gli sforzi che dovranno fare per procurarselo.

Nelle altre specie è anche difficile stabilire se un comportamento sia davvero un insegnamento, e per poterlo dire vanno quantificati i costi per l’insegnante e il guadagno dell’allievo che beneficia di una lezione. “Studiare il modo in cui i giovani scimpanzé imparano a usare gli strumenti caratteristici del loro gruppo ci aiuta a capire le origini evolutive di cultura e tecnologia, ma anche a chiarire come le abilità culturali degli esseri umani siano simili o differenti da quelle dei nostri parenti più prossimi ancora in vita”, commenta Musgrave riguardo allo studio su Nature Scientific Reports.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Chi è Homo sapiens?

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".