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CRONACA

Modelli di previsione sulla demenza

SALUTE - forse fra le più importanti conoscenze acquisite dalla scienza di recente possiamo annoverare la consapevolezza che tutte le demenze si verificano in concomitanza (e accertare se esiste una causalità sarà il prossimo importante passo) con la presenza diffusa di proteine "difettose" (nella maggior parte di tratta di proteine che sono "ripiegate" in maniera errata) nel cervello della persona malata. Sul numero di oggi della rivista Neuron uno studio usa questa conoscenza per creare un modello per prevedere il decorso della malattia nel corso degli anni, a partire da uno stadio molto precoce. Tutte le forme di demenza sarebbero collegate alla presenza di proteine tossiche: la proteina Tau sia nell'Alzheimer sia nella demenza frontale temporale (FTD), la TDP43 e l'ubiquitina nella FTD, e l'alfa sinucleina nella malattia di Parkinson
SALUTE

“Pinzette” contro il Parkinson

SALUTE - Milioni di persone soffrono della malattia di Parkinson, un disordine del sistema nervoso che riduce la mobilità, induce tremore a riposo e si aggrava al passare del tempo. Poiché la popolazione mondiale invecchia, si stima che il numero di persone colpite dalla malattia andrà crescendo anno dopo anno. Eppure, malgrado si siano sperimentate diverse terapie efficaci nel trattamento dei sintomi del Parkinson, nulla rallenta la progressione della malattia. Mentre non è noto cosa esattamente causi il disturbo, ci sono però indizi che puntano a un colpevole particolare: una proteina detta alfa-sinucleina. Si pensa che questa proteina, che si trova comunemente in tutti i pazienti affetti da Parkinson, diventi uno dei responsabili della malattia nel momento in cui si lega in gruppi, o aggregati, e diventa tossica, uccidendo i neuroni. Un gruppo di ricercatori dell'Università della California di Los Angeles (UCLA) ha trovato il modo di evitare che si formino aggregati: non solo il nuovo metodo non sarebbe tossico, ma riuscirebbe anche a scindere gli aggregati già esistenti
SALUTE

Un orologio biologico

SALUTE - Ritmi circadiani. Sicuramente ne avrete sentito parlare un paio di settimane fa in occasione del ritorno all'ora solare. Tutti, o quasi tutti, i telegiornali hanno trasmesso servizi in cui venivano dati consigli per "aiutare il proprio organismo ad adattarsi al cambio di orario e all'arrivo del buio invernale". Il nostro organismo ha infatti un sistema di regolazione interno che funziona proprio come un orologio, lo stesso sistema che causa i problemi di jet-lag.
SALUTE

Tutte le bugie delle banche private del cordone

Aggiornamento 16/05/2016 Poiché continua a essere una valida fonte di informazioni sulla possibilità di conservare il cordone ombelicale, questo articolo viene ancora largamente letto e condiviso dai nostri lettori e ospita un acceso dibattito tra i commenti. Precisiamo tuttavia che non è recente, ma è stato scritto nel 2011. Si è aggiudicato un EU Health Prize for Journalists per il suo valore informativo e il premio giornalistico Riccardo Tomassetti "Per aver affrontato con apprezzabile chiarezza e rigore scientifico un argomento estremamente controverso, in cui scarsa informazione e interessi economici offuscano la...
IN EVIDENZA

SPECIALE 150 ANNI: Elena Cattaneo

SPECIALE 150 ANNI - Elena Cattaneo è un punto di riferimento per gli scienziati che a livello internazionale lavorano nel campo delle cellule staminali e delle malattie neurodegenerative, e la sua è senz’altro la storia di una donna tenace e piena di entusiasmo che ha dedicato una vita intera alla ricerca e alla sfida per superare i limiti. Ma senza dimenticare che c’è una vita anche fuori dal laboratorio.
CRONACA

Nuovi risultati nella lotta alla malattia di Huntington

Due ricerche pubblicate contemporaneamente su Current Biology e Cell dimostrano i passi avanti fatti per lo sviluppo di una possibile cura della malattia di Huntington. Per il momento solo su modelli animali. Quanto può essere utile un piccolo moscerino della frutta? Tantissimo se viene usato come modello animale nei laboratori di ricerca. E ieri ne abbiamo avuto l'ennesima conferma, con l'uscita dell'articolo di Flaviano Giorgini e Charalambos Kyriacou sulla rivista Current Biology. I ricercatori del Dipartimento di genetica dell'Università di Leicester hanno osservato che  sia l'inibizione genetica sia quella farmacologica...
CRONACA

Una mappa dettagliata del cervello umano

NOTIZIE - Sono stati necessari quattro anni di lavoro per produrre una mappa accurata del cervello umano. Non un semplice atlante (neppure tanto semplice se pensiamo alle immagini del famoso Netter, l'atlante di anatomia umana su cui hanno studiato centinaia di studenti) ma una mappa completa, in grado di integrare sia informazioni anatomiche sia genomiche. Questo è il risultato che da oggi è gratuitamente a disposizione della comunità scientifica grazie all'Allen Institute for Brain Science di Seattle. L'annuncio arriva cinque anni dopo la pubblicazione di un altro importante atlante, quello del cervello del topo, realizzato appunto nel 2006 dallo stesso istituto. L'Allen Human Brain Atlas ha da oggi nuove informazioni e permette, grazie al Brain Explorer 2 la visualizzazione tridimensionale del cervello umano, identificando le aree di espressione dei singoli geni. I ricercatori hanno analizzato il cervello di due diversi individui, confrontando le differenze di struttura e espressione genica delle singole aree cerebrali.
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La mente del nematode

IL PARCO DELLE BUFALE - I lettori scettici sono pregati di cliccare immediatamente su questo link. Quelli che si fidano della custode proseguano pure. Il mistero del colorante-elisir di lunga ROMA – Un colorante giallo usato molto nei laboratori per riscontrare la malattia di Alzheimer, la Tioflavina T , si è rivelato una sostanza allunga-vita dei vermetti di laboratorio del 50%, rallentando il decorso della demenza senile (Alzheimer) negli animali. La custode è pronta a credere che molti animali hanno una coscienza e sospetta che rimorda quelli che le fanno compagnia.Tuttavia su Nature ha trovato solo il resoconto di un bell'esperimento di Silvestre Alvarez e altri ricercatori coordinati da Gordon Lithgow del Buck Institute for Research on Ageing di Novato, in California. Parte dalla teoria secondo la quale le placche dell’Alzheimer - delle proteine (amiloidi beta) difformi che s’attaccano l’una all’altra e poi a tutto quello che trovano nel neurone - si creino per mancanza di “chaperones”, altre proteine che ridanno a quelle storte la forma giusta e se non ci riescono le eliminano. E si pensa che per effetto dell'invecchiamento le chaperones diminuiscano e non bastino più a svolgere la propria funzione.
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Un lavoro per Supertopo

CRONACA - Ricercatori della Vanderbilt University hanno costruito, tramite tecniche di ingegneria genetica, topi in grado di correre una distanza doppia rispetto a topi normali grazie a un aumento delle scorte di acetilcolina, trasmettitore essenziale per la contrazione muscolare. La scoperta, riportata questo mese su Neuroscience, può portare a nuovi trattamenti per i disturbi dell’apparato neuromuscolare come la miastenia gravis che si manifesta quando i segnali colinergici non riescono a raggiungere i muscoli.
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