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Robert J Sawyer: un altro Flashforward?

Robert J Sawyer è uno dei più interessanti scrittori di fantascienza contemporanei. Dimenticatevi però astronavi, robot, mostri e spade laser: i suoi romanzi sono ambientati in un presente o in un futuro prossimo verosimili, partendo quasi sempre da spunti scientifici o tecnologici reali Canadese, vincitore dei premi Nebula e Hugo Award, Sawyer ha fatto parlare di sé anche per Flashforward, l’omonima serie televisiva basata su un suo romanzo. Ora la sua ultima trilogia, intitolata WWW (Wake, Watch, Wander), sbarca anche in Italia, e ha confidato ad Oggiscienza che presto dai tre romanzi sarà tratta un’altra serie tv. Ci ha anche svelato di aver appena finito un altro romanzo, di cui ci anticipa la storia.
CRONACA

Nuovi risultati nella lotta alla malattia di Huntington

Due ricerche pubblicate contemporaneamente su Current Biology e Cell dimostrano i passi avanti fatti per lo sviluppo di una possibile cura della malattia di Huntington. Per il momento solo su modelli animali. Quanto può essere utile un piccolo moscerino della frutta? Tantissimo se viene usato come modello animale nei laboratori di ricerca. E ieri ne abbiamo avuto l'ennesima conferma, con l'uscita dell'articolo di Flaviano Giorgini e Charalambos Kyriacou sulla rivista Current Biology. I ricercatori del Dipartimento di genetica dell'Università di Leicester hanno osservato che  sia l'inibizione genetica sia quella farmacologica...
CRONACA

Avere “fiuto” è questione di allenamento

CRONACA - Per avere fiuto occorre essere esperti? Sembra proprio di sì. Il fiuto non è una qualità innata, ma una questione di allenamento: lo dimostrano Jane Plailly e Jean-Pierre Royet, ricercatori al laboratorio di Neuroscienze sensoriali, Comportamento e Cognizione dell'Università Claude Bernard di Lione, e Chantal Delon-Martin, ricercatrice all'Istituto di Neuroscienze dell'Università Joseph Fourier di Grenoble. L'esperimento di imaging cerebrale che hanno compiuto su profumieri professionisti e su apprendisti profumieri rivela per la prima volta che, al momento della percezione e dell'immaginazione degli odori, nel cervello si attivano regioni...
CRONACAIL PARCO DELLE BUFALE

10:23 – Si parla di placebo

OMEOPATIA - Non facciamo che ripeterlo: come potete leggere nell’esauriente quanto chiara rassegna proposta da Queryonline, i farmaci omeopatici a oggi non hanno mai dato prove convincenti di efficacia maggiore rispetto all’effetto placebo, e per questo non possono essere considerati farmaci nel senso scientifico del termine. Ma che cos’è questo effetto placebo? Magia o fisiologia? Fantasia o reale e potente effetto terapeutico? Il termine nasce grazie a un episodio avvenuto durante la seconda Guerra Mondiale, quando un’infermiera che lavorava con il dottor Henry K. Beecher, anestesista, dato che erano finite le scorte di morfina, iniettò in un paziente sofferente una siringa di acqua e sale, mentendo sul contenuto della fiala. Disse cioè al paziente che quel farmaco avrebbe attenuato il dolore e il trucco funzionò. Questo aneddoto segna storicamente l’entrata del placebo in medicina, proprio grazie al lavoro di Beecher, che una volta finita la guerra ritornò al suo posto di professore all’Università di Harvard.
COSTUME E SOCIETÀ

Chi non dorme non piglia pesci

COSTUME - Uno studio pubblicato sul British Medical Journal dimostrerebbe sperimentalmente che meno dormiamo e più veniamo considerati brutti e malsani: bastano soli sei secondi per percepire i segni del sonno su un viso. E questo potrebbe non giovare ai nostri rapporti con l'altro sesso [Continua...] . Supponete di avere una riunione importante con il vostro capo, i colleghi d'ufficio e un nutrito gruppo di azionisti ai quali dovete presentare un vostro progetto. Probabilmente sarete nervosi. I giorni che precedono la riunione avete lavorato fino a tardi per concludere la relazione e probabilmente, una volta a letto, avete passato le ore senza poter dormire, guardando le lancette dell'orologio ogni mezz'ora. Non avete chiuso occhio la notte precedente e, con un bel gruzzolo di ore di sonno da recuperare, la mattina dell'incontro vi siete preparati e siete usciti un po' intontiti, ma pronti per la sfida.
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Piccoli robot crescono

Insegnare a un robot a muoversi non è un compito facile e più il robot è complesso, più l’impresa è ardua. Ancora una volta gli ingegneri hanno chiesto aiuto alla biologia.
CRONACA

Sperimentazione animale: la dichiarazione di Basilea

NOTIZIE - La scienza ha i suoi martiri, e non è piacevole ammetterlo. Milioni di animali vengono usati ogni anno, e molti di loro danno la vita. Fa orrore pensarci. Non stupisce dunque la reazione degli animalisti, che in parte si può condividere. Spesso però mi chiedo, quanti di questi animalisti abbiano coscienza fino in fondo di quante ricadute ci sono tutto intorno a noi che derivano in maniera più o meno diretta dalla sperimentazione animale. Quanti animalisti non prendono l’aspirina quando hanno la febbre o dell’ibuprofene in caso di mal di testa? E non è solo la scienza medica a beneficiare della sperimentazione animale: le neuroscienze, che hanno ricadute nuovamente in medicina ma anche nell’intelligenza artificiale (che può avere le più svariate ricadute in molta della tecnologia, anche spicciola, che utilizziamo ogni giorno), per esempio ne fanno largo uso. Quello che sto cercando di esprimere (sì, sto camminando sulle uova, questo argomento mi mette sempre una certa tensione addosso, perché lo so si scatenerà il solito putiferio) è che in parte capisco molto bene le motivazioni che spingono la causa animalista a ostacolare a muso duro e in toto la sperimentazione sugli animali. Quello che però mi lascia perplessa è un certo pressapochismo nel capire le implicazioni che questa posizione dura porta con se. È facile sparare a zero sullo scienziato che lavora con gli animali, ma sappiamo fino in fondo a che cosa dovremmo rinunciare se si fermasse di botto tutta la sperimentazione sugli animali? E saremmo in grado di rinunciarvi? La risposta tipica che mi sento dare quando faccio questa domanda è: “sì ma noi siamo per la moderazione.” Perché gli scienziati no? Non conosco nessuno che ci goda a far sperimentazione sugli animali. Nessuno che li usi come se si trattasse di fazzolettini usa e getta. Credo che anche coloro che lavorano sulla sperimentazione animale auspichino la maggiore moderazione possibile nell’uso degli animali. In questo senso va anche la notizia che il 29 Novembre a Basilea più di 50 scienziati al top nei loro settori (che lavorano tutti in Germania e Svizzera) si sono riuniti per firmare una dichiarazione in cui si impegnano a essere più trasparenti sulle loro ricerche e a dialogare maggiormente con il pubblico, proprio sul tema della sperimentazione animale
CULTURALIBRI

Viaggio nel cervello dei malati

LIBRI - Una guida per i professionisti della salute, perché abbiano coscienza di ciò che i loro gesti determinano nella mente dei pazienti, e una lettura affascinante per tutti coloro che si interessano di neuroscienze, alla scoperta di ciò che accade nel cervello dei malati, dall’apparire dei primi sintomi fino alla terapia. È il viaggio che Fabrizio Benedetti, docente di fisiologia all’Università di Torino e ricercatore dell’Istituto nazionale di neuroscienze, compie in The patient’s Brain, edito dalla Oxford University Press. «L’ipotesi centrale del libro è che il rapporto medico-paziente sia un sistema sociale basato su processi cerebrali, che funziona come un meccanismo di difesa e la cui evoluzione può essere seguita a partire dagli organismi più semplici fino all’uomo» spiega lo scienziato.
COSTUME E SOCIETÀ

Più brave in fisica con un po’ di psicologia

COSTUME - Un semplice esercizio scritto che permette focalizzare i propri valori e il senso del sé aiuta a ridurre le differenze di genere nelle performance di studenti universitari di fisica No, non è una questione di capacità differenti: è stato detto e ripetuto, e ormai è tempo di darlo per scontato. Se le ragazze sono poco inclini a scegliere corsi universitari in fisica, matematica o ingegneria e se, dopo la laurea, fanno più fatica dei maschi a fare carriera, non è certo perché siano meno "portate". Eppure queste differenze...
CRONACA

Nelle cellule in diretta

NOTIZIE - Nei laboratori NEST di Pisa dell’Istituto di Neuroscienze del CNR è stato messo a punto un nuovo sensore in grado di misurare due parametri nelle cellule in vivo importanti in molti processi neurologici: il pH, cioè del grado di acidità delle cellule, e la concentrazione di cloro.
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