Isole: uno scrigno che racchiude il 20% della biodiversità del nostro pianeta, eppure a causa del riscaldamento globale sono a rischio anche se ne si parla davvero poco.
La temperatura sale e i conflitti umani si inaspriscono: i cambiamenti climatici possono avere conseguenze non solo sugli ambienti naturali e sulla biodiversità, ma anche sui comportamenti umani. A darne notizia è un articolo pubblicato dalla rivista Science, che ha inserito nel suo ultimo numero uno speciale sugli effetti dei cambiamenti climatici.
“Presenza di acque in zone solitamente asciutte”, “disastroso allagamento che interferisce con le attività umane”, “inondazione che copre il 10-15% dei terreni agricoli, interessa le abitazioni e interferisce con le attività socio economiche della popolazione”. Queste sono solo alcune delle definizioni fornite dai 50 stati interessati dalla recente indagine dell’OMS sui persistenti casi di alluvione che hanno interessato negli ultimi 10 anni l’Europa.
Nell'ultimo decennio si sono moltiplicati gli studi che mostrano le attuali reazioni degli organismi ai cambiamenti climatici in corso e quelli che tracciano possibili scenari futuri a partire dalle conoscenze attuali.
CRONACA - Tra i primati a maggiore rischio di estinzione ci sono numerose specie di lemuri del Madagascar: la continua distruzione del loro habitat forestale a causa della massiccia presenza umana e la caccia spietata a scopo alimentare a cui sono soggette diverse specie sono le principali cause del loro declino demografico. A queste minacce se ne aggiunge un’ulteriore, anch’essa indirettamente di origine antropica, e riguarda la futura espansione dei loro parassiti
EVENTI - I cambiamenti climatici sono al centro dell'appuntamento organizzato dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) e dal Museo Nazionale dell'Antartide di Trieste.
AMBIENTE - Il 29 e il 30 novembre, Bologna ospita nel Palazzo Re Enzo, che fa sempre bella figura, la conferenza finale di WATER CoRe, un progetto inter-regionale europeo che valuta e coordina le "buone pratiche" per mitigare gli effetti delle siccità e delle carenze idriche.
A Doha sono iniziate l'altro ieri le trattative della 18ma conferenza dei firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Non si prevedono risoluzioni per ridurre davvero le emissioni di gas serra né i primi vagiti di un protocollo di Kyoto II più efficace e sensato del precedente (1). Però la commissaria europea Connie Hedegaard è una battagliera, aspettiamo a tirar fuori i kleenex. E se i progressi globali sono pochi, se ne fanno in tutto il mondo. Purtroppo le buone notizie sono come il camembert: viaggiano male
AMBIENTE - Una molecola presente nell'atmosfera terrestre sembra candidarsi a un ruolo fondamentale nel contrastare il riscaldamento globale. Sorgono però molti dubbi sulla sua effettiva applicabilità. In un articolo pubblicato su Science, ricercatori delle università di Manchester e Bristol, Regno Unito, e dei Sandia National Laboratories, Stati Uniti, hanno riportato gli effetti potenzialmente rivoluzionari di un tipo di radicali, i biradicali Criegee (dal nome del loro teorizzatore, Rudolf Criegee), che sarebbero capaci di abbassare la temperatura del pianeta.