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AMBIENTE

Turismo, i piccoli gesti che mettono in pericolo la natura

È sufficiente raccogliere le conchiglie sulla spiaggia per contribuire all’alterazione dell’ecosistema. Questi souvenir, che per noi sono gratuiti, hanno infatti un costo significativo sull’ambiente: a farne le spese il ciclo del carbonato di calcio, che si impoverisce drasticamente, i litorali, che vengono erosi più velocemente, e di conseguenza gli stessi animali, con un calo della varietà di organismi marini.
AMBIENTE

Ambienti a rischio d’estinzione

Una lista rossa per gli ambienti in pericolo, simile a quella della International Union for Conservation of Nature (IUCN) sulle specie a rischio d'estinzione. Questa è la proposta, che giunge dalle pagine della rivista open access PLoS ONE, di un gruppo di ricercatori guidati da David Keith della University of New South Wales, in Australia.

Bel lavoro, lontra marina!

AMBIENTE - No, le lontre marine non possono dare un contributo significativo a livello globale per la riduzione della CO2 atmosferica, ma lo studio del loro effetto locale sottolinea l'importanza di tutti i tasselli dell'ecosistema, incluso il contributo dei predatori, nel bilancio del carbonio. Tutto parte dalla golosità di questi deliziosi animali, che non di rado si possono vedere mentre galleggiano a pancia in su, intenti a fracassare gusci di ricci marini (e non solo) sbattendoci sopra delle pietre per mangiarsi il contenuto. Ebbene a quanto pare i ricci marini tendono a divorarsi le praterie di kelp, che a loro volta sono un importante fonte di assorbimento di anidride carbonica. L'azione predatoria delle lontre sui ricci dunque protegge il kelp che può continuare ad assorbire la CO2, e Christopher Wilmers dell'Università della California di Santa Cruz e colleghi hanno calcolato quanto

Riciclo per pattinatori

AMBIENTE - L'isola di rifiuti del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch) non ha nulla di positivo. È un enorme accentramento di spazzatura galleggiante (prodotta dall'uomo) trasportata dalle correnti in un area estesa del Nord Pacifico, composta per la gran parte da materiali plastici, non biodegradabili e quindi destinati a star là fino a che semmai non affonderanno (e nemmeno questa è una buona prospettiva). Oltre a essere oggettivamente orribile è molto dannosa soprattutto perché i pezzettini più piccoli in cui le correnti trasformano quelli che erano oggetti di discrete dimensioni, vengono ingeriti da pesci, molluschi e crostacei, finendo per ostruire loro vasi sanguigni e/o apparato digerente. In tutto questo sfacelo però c'è almeno un animale a cui l'isola (che non è un isola, ma un ammasso informe) sembra giovare: gli insetti pattinatori marini. Si tratta di sole cinque specie di Gerridi del genere Halobates, in pratica gli unici insetti a vivere in mare aperto. Questi singolari animali passano la loro vita scivolare sul filo dell'acqua (e grazie a una sorta sdi giubbotto di salvataggio, fatto da una fitta copertura di peli sul corpo riescono ad affrontare onde e tempeste) mangiando plancton. Secondo una ricerca di prossima pubblicazione si Biology Letters questi animali hanno scoperto un modo per sfruttare la spazzatura galleggiante del Nord Pacifico: ci attaccano le uova (e stanno sviluppando un serio attaccamento a questo ambiente)

L’unione fa la foresta

LA VOCE DEL MASTER - Viviamo in un’Europa unita, in cui beni e persone si muovono senza più frontiere, ma le politiche ambientali dei vari paesi restano ancora molto diverse e ognuna limitata all’interno dei confini nazionali. Sotto l’egida della Commissione Europea e con un budget di circa nove milioni di euro, nasce Il progetto “Trees4Future”. Per la prima volta si aprono alla collaborazione internazionale infrastrutture come banche dati, strumenti di analisi e modelli di previsione nel campo dei beni forestali.
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