L'inquinamento luminoso continuerà ad avere un impatto sempre più pesante sugli ecosistemi. Crediti immagine: Pixabay SPECIALE OTTOBRE - Durante l'Anno...
È sufficiente raccogliere le conchiglie sulla spiaggia per contribuire all’alterazione dell’ecosistema. Questi souvenir, che per noi sono gratuiti, hanno infatti un costo significativo sull’ambiente: a farne le spese il ciclo del carbonato di calcio, che si impoverisce drasticamente, i litorali, che vengono erosi più velocemente, e di conseguenza gli stessi animali, con un calo della varietà di organismi marini.
Una lista rossa per gli ambienti in pericolo, simile a quella della International Union for Conservation of Nature (IUCN) sulle specie a rischio d'estinzione. Questa è la proposta, che giunge dalle pagine della rivista open access PLoS ONE, di un gruppo di ricercatori guidati da David Keith della University of New South Wales, in Australia.
AMBIENTE - No, le lontre marine non possono dare un contributo significativo a livello globale per la riduzione della CO2 atmosferica, ma lo studio del loro effetto locale sottolinea l'importanza di tutti i tasselli dell'ecosistema, incluso il contributo dei predatori, nel bilancio del carbonio.
Tutto parte dalla golosità di questi deliziosi animali, che non di rado si possono vedere mentre galleggiano a pancia in su, intenti a fracassare gusci di ricci marini (e non solo) sbattendoci sopra delle pietre per mangiarsi il contenuto. Ebbene a quanto pare i ricci marini tendono a divorarsi le praterie di kelp, che a loro volta sono un importante fonte di assorbimento di anidride carbonica. L'azione predatoria delle lontre sui ricci dunque protegge il kelp che può continuare ad assorbire la CO2, e Christopher Wilmers dell'Università della California di Santa Cruz e colleghi hanno calcolato quanto
AMBIENTE - L'isola di rifiuti del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch) non ha nulla di positivo. È un enorme accentramento di spazzatura galleggiante (prodotta dall'uomo) trasportata dalle correnti in un area estesa del Nord Pacifico, composta per la gran parte da materiali plastici, non biodegradabili e quindi destinati a star là fino a che semmai non affonderanno (e nemmeno questa è una buona prospettiva). Oltre a essere oggettivamente orribile è molto dannosa soprattutto perché i pezzettini più piccoli in cui le correnti trasformano quelli che erano oggetti di discrete dimensioni, vengono ingeriti da pesci, molluschi e crostacei, finendo per ostruire loro vasi sanguigni e/o apparato digerente. In tutto questo sfacelo però c'è almeno un animale a cui l'isola (che non è un isola, ma un ammasso informe) sembra giovare: gli insetti pattinatori marini. Si tratta di sole cinque specie di Gerridi del genere Halobates, in pratica gli unici insetti a vivere in mare aperto.
Questi singolari animali passano la loro vita scivolare sul filo dell'acqua (e grazie a una sorta sdi giubbotto di salvataggio, fatto da una fitta copertura di peli sul corpo riescono ad affrontare onde e tempeste) mangiando plancton. Secondo una ricerca di prossima pubblicazione si Biology Letters questi animali hanno scoperto un modo per sfruttare la spazzatura galleggiante del Nord Pacifico: ci attaccano le uova (e stanno sviluppando un serio attaccamento a questo ambiente)
LA VOCE DEL MASTER - Viviamo in un’Europa unita, in cui beni e persone si muovono senza più frontiere, ma le politiche ambientali dei vari paesi restano ancora molto diverse e ognuna limitata all’interno dei confini nazionali. Sotto l’egida della Commissione Europea e con un budget di circa nove milioni di euro, nasce Il progetto “Trees4Future”. Per la prima volta si aprono alla collaborazione internazionale infrastrutture come banche dati, strumenti di analisi e modelli di previsione nel campo dei beni forestali.