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Alla base della vita animale

La ricostruzione delle relazioni filogenetiche tra specie, e in particolare quelle tra gruppi tassonomici di rango elevato, è di fondamentale importanza per la comprensione della storia evolutiva degli organismi viventi.

Sequenziato il DNA umano più antico: ha oltre 400.000 anni

Un nuovo importante tassello si aggiunge alla ricostruzione dell’evoluzione umana, o almeno ai suoi recenti capitoli che si sono scritti in Eurasia: il genoma di un individuo proveniente dal celebre sito spagnolo di Sima de los Huesos, risalente a 400.000 anni fa, è stato quasi completamente sequenziato, ed è descritto nei dettagli su Nature.

L’antico becco del dinosauro

Becchi: ce ne sono di ogni forma e dimensione, e sono un tratto distintivo degli uccelli come li conosciamo oggi. È meno noto invece che i becchi coperti di cheratina sono tutto fuorché una novità, ed erano già presenti in diversi gruppi di dinosauri durante il Cretaceo.
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Il genoma estinto del delfino dello Yangtze

Dopo il recente sequenziamento dell'intero genoma della balenottera minore, la rivista Nature Communication ha pubblicato i risultati di quello del primo cetaceo di acqua dolce: si tratta del baji (Lipotes vexillifer), o delfino bianco dello Yangtze, specie che ha lottato per decenni contro le invasive pratiche umane che hanno fortemente interessato il fiume cinese, uno dei più inquinati al mondo, ma che è ritenuta estinta dal 2006 (la IUCN la identifica come possibly extinct). I quattro individui da cui è stato prelevato il DNA erano pertanto conservati in diversi laboratori asiatici.

Virus neandertaliani nel nostro DNA

Alcuni di noi custodiscono nel proprio DNA tracce di virus che avevano infettato i nostri dimenticati cugini eurasiatici: l'uomo di Neandertal e l'uomo di Denisova.

A cosa serve percepire un gusto amaro?

Se un'esperienza ci lascia l'amaro in bocca, di certo non è positiva. E infatti per lungo tempo si è pensato che la sensibilità degli uomini al gusto amaro, si fosse sviluppata per evitare che mangiassero cibi contenenti sostanze tossiche.
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Ecco l’evoluzione anacronistica

Il DNA degli organismi che ogni secondo viene disperso in enormi quantità nell'ambiente, attraverso diverse modalità (ad esempio, la perdita di cellule e tessuti oppure la morte), non va affatto perduto. Esistono infatti alcuni microrganismi che non solo lo utilizzano a scopo alimentare, ma che sono anche in grado di riciclarlo nella sua funzione primaria, ovvero produrre diversità e variabilità genetica.
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