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La resistenza agli antibiotici può essere aggirata

E poi dicono che il Meccano è una cosa da ingegneri in erba... Pare invece che piaccia anche ai medici adulti. I ricercatori della San Diego School of Medicine dell'Università della California, montando e rimontando le strutture chimiche di un'intera classi di antibiotici, ne hanno ampliato le funzioni, e in alcuni casi anche migliorato l'efficacia contro i patogeni antibiotico-resistenti.
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Tubercolosi: aumentano i casi di batteri resistenti

Sono serviti decenni per sviluppare antibiotici e farmaci resistenti alle mutazioni dei batteri, ma in tutto questo tempo la natura non è stata a guardare. Batteri come il Mycobacterium tuberculosis responsabile della tubercolosi, si sono evoluti negli anni grazie a mutazioni che gli hanno permesso di raggirare l'effetto degli antibiotici e diventare resistenti ad essi. Tanto che nel 2010 – scrive Nature – 650000 casi di tubercolosi erano resistenti ai due principali farmaci d'elezione per il trattamento della malattia, e nel 2012 i primi ceppi Mycobacterium tuberculosis resistenti ai farmaci – e quindi non trattabili – sono stati riscontrati anche in India.

Parkinson e gioco: colpa dei farmaci?

SALUTE - Alcune persone affette da Parkinson mostrano una spiccata tendenza al gioco d'azzardo e allo shopping compulsivo, con conseguenze spesso devastanti sul piano economico, sociale, familiare. Da tempo si ipotizza un ruolo dei farmaci che agiscono sul sistema dopaminergico spesso usati nel trattamento di questa malattia neurologica, ma una risposta definitiva manca ancora. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Neurology supporta quest'ipotesi. Daniel Weintraub, dell'Università della Pennsylvania e colleghi hanno esaminato 168 individui con una diagnosi recente, non ancora sotto trattamento, e altre persone sane. I soggetti dovevano rispondere a un questionario che analizzava i loro comportamenti in diversi ambiti, compreso il gioco e le azioni compulsive in genere
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Griffato o generico?

SALUTE - Il fascino del prodotto griffato non risparmia nemmeno il settore farmaceutico, con conseguenze spesso non indifferenti per i nostri portafogli e per quelli del Sistema Sanitario Nazionale. Per favorire il mercato del farmaco generico equivalente, ancora scarso in Italia, Assogenerici ha dato il via a una campagna informativa che favorisca la scelta del farmaco non di marca rispetto al brand. Lo spot televisivo ha saputo cogliere l'ondata favorevole al generico avvallata dal recente decreto Monti sulle liberalizzazioni, che tuttavia lascia comunque in mano al medico sia la possibilità di informare dell'esistenza dell'equivalente, sia la facoltà di scegliere se aggiungere sulla ricetta la dicitura “non sostituibile”; in caso contrario spetta al farmacista distribuire la versione a prezzo inferiore a meno che non sia il paziente a richiedere la griffe, come spesso accade.

MrPod – Omeopatia: cosa cambia se i prodotti vengono registrati?

MRPOD - È notizia di questi giorni: i prodotti omeopatici diventano certificati. L’Italia infatti recepisce una direttiva europea del 2006 in base alla quale anche i rimedi alternativi devono seguire un iter di registrazione prima di essere immessi sul mercato. A occuparsi del censimento di qualcosa come 30 mila prodotti in commercio – sarà l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Mentre le aziende del settore si sfregano le mani, perché potranno finalmente mettere sul mercato nuovi preparati sia in Italia che all’estero, c’è chi parla di svolta storica per il riconoscimento ufficiale della medicina non convenzionale. Volano parole grosse, come “equiparazione”. Ci s’illude che i prodotti omeopatici, da ora in poi, saranno sottoposti a uguali controlli e, quindi, acquisiranno finalmente pari dignità dei farmaci tradizionali. O, al contrario, se non dovessero superare gli esami, saranno tolti dalla circolazione, tagliando la testa al toro sull’eterna diatriba tra sostenitori e detrattori della disciplina dell’estrema diluizione di Hahnemann. Bene, le cose non stanno affatto così
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Il sole e il destino dei farmaci

SALUTE - Quando assumiamo un farmaco il suo destino è presto detto: viene assorbito, si distribuisce nell'organismo, viene metabolizzato, ovvero “digerito”, e poi eliminato. Secondo i ricercatori del Karolinska Institute, in Svezia, la capacità dell’organismo di “digerire” i farmaci può essere influenzata dall’esposizione alla luce solare. Può quindi variare con le stagioni. La ricerca, pubblicata sulla rivista “Drug metabolism & Disposition “ prende le mosse dall’analisi di ciò che è accaduto nell’organismo di 70000 soggetti coinvolti nello studio. Si tratta di pazienti che, dopo aver subito un trapianto, assumevano con regolarità farmaci immunosoppressori volti a inibire l'insorgere di reazioni di rigetto. Gli studiosi hanno monitorato i livelli plasmatici di questi farmaci durante un anno solare e hanno confrontato quelli raggiunti in seguito all'assunzione durante il periodo invernale con quelli ottenuti dopo un'assunzione nel periodo estivo
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