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La balena Nina e le altre

AMBIENTE - È da alcuni giorni che quando posso stacco gli occhi dal pc e guardo dove se ne vanno Nina, Viola, Macchia e le altre; si tratta sempre di un’emozione, non foss’altro che questi nomi si riferiscono a esemplari appartenenti alla seconda specie animale del pianeta per dimensioni, i cui spostamenti, a dispetto di ciò, sono tutt’altro che conosciuti in dettaglio. Nessun altro mistero: mi sto riferendo alla balenottera comune, frequentatrice del Mar Mediterraneo studiata con regolarità ormai da oltre due decenni dall’ Istituto Thetys e non solo. Proprio questo istituto da circa un mese (settembre 2012) ha messo in opera per conto della Direzione Protezione Natura del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare un progetto innovativo di tracking satellitare che consente, per la prima volta, di monitorare in tempo reale la posizione di sette animali marcati. Lo scopo ultimo del progetto è quello di identificare i luoghi dove la specie si reca nel periodo invernale. È noto infatti che questi misticeti utilizzano il mar Ligure e mar di Corsica come area estiva di alimentazione, ma poco o nulla si sa sul loro comportamento nel resto dell’anno

Un secondo di troppo

23:59:60. Così, alla fine della giornata del 30 giugno, apparivano i quadranti degli orologi atomici che misurano il tempo UTC (Tempo coordinato universale). Non si è trattato di un malfunzionamento, tutt'altro: quel secondo in più è stato aggiunto per avvicinare il tempo universale al tempo solare.

Il gps svela il contagio

SALUTE - Gli strumenti semplici sono spesso quelli più efficaci. Naturalmente perché qualcosa diventi semplice c'è anche bisogno che la tecnologia divenga facile da usare e alla portata di tutti, come è oramai per il GPS, di recente usato per mappare la diffusione e la variabilità genetica di ceppi di salmonella nella capitale del Nepal, Kathmandu, per comprendere le dinamiche di diffusione e rintracciare le fonti di contagio. Se confermata da ulteriori successi questa metodologia potrebbe essere applicata in molte parti del mondo, aiutando così la prevenzione di molte malattie infettive. Nalla ricerca pubblicata - finanziata e promossa dal Wellcome Trust - sulla nuova rivista open-access Open Biology (la prima di questo genere pubblicata dalla Royal Society), Stephen Baker della Oxford University Clinical Research Unit con basi alla Patan Academy of Health Sciences di Kathmandu e all'Hospital for Tropical Diseases di Ho Chi Minh City, Vietnam, e colleghi hanno mappato (sfruttando le tecniche di sequenziamento genetico più recenti) l'epidemia di Salmonella typhi e Salmonella paratyphi usando un sistema di posizionamento globale (gps)

Robo-stormi

FUTURO - Commentando a Maggio una delle scoperte del suo team di ricerca, l'emergere del comportamento altruista in un popolazione di robot Dario Floreano affermava: Siamo in grado di prendere questo esperimento e usarlo per estrarre un algoritmo che possa essere usato per fare evolvere la cooperazione in ogni tipo di robot [...]. Stiamo usando questo algoritmo altruistico per migliorare i sistemi di controllo dei nostri robot volanti e stiamo osservando che questo permette loro di cooperare e volare in stormo con più successo di prima. Ora Floreano e colleghi hanno appena presentato ufficialmente gli ultimi (strabilianti) risultati del progetto SMAVNET alla International Conference on Intelligent Robots and Systems tenutasi a San Francisco tra il 25 e il 30 settembre. SMAVNET sta appunto per Swarming Micro Air Vehicle Networks, e usa algoritmi ispirati al mondo naturale per sviluppare software in grado di pilotare (quasi) autonomamente piccoli velivoli, in modo da ottenere un comportamento simile a quello osservato negli sciami e negli stormi di uccelli. Da tempo gli sciami attirano la curiosità dei biologi, perché da poche, semplici regole, evolutivamente fissate, seguite da ogni membro, emerge un schema coordinato molto complesso.

Visibility, la app che misura la qualità dell’aria

AMBIENTE - Nel segno della Citizen Science, ora anche i possessori di smartphone possono fare la loro parte. Una nuova app sviluppata dai ricercatori della Viterbi School of Engineering (University of Southern California) per il sistema operativo Android, permette di contribuire a monitorare l'inquinamento da polveri sottili (dai PM10 in giù)