Nel corso dei decenni sono stati individuati diversi processi di formazione di nuove specie. Tra questi, i due principali meccanismi di speciazione di cui sono state portate innumerevoli evidenze sono quello allopatrico e quello simpatrico.
Delle tante sfide ancora aperte in biologia evoluzionistica, tra le più importanti, sia dal punto di vista teorico che empirico, c'è certamente la comprensione delle modalità mediante cui il genoma delle specie si modifica nel processo di separazione da un antenato comune.
Ciò che siamo lo dobbiamo anche ai tanti microbi che abbiamo ospitato di generazione in generazione. Ogni specie vivente è il frutto di una storia evolutiva che dipende da tanti fattori, non ultimo dall'influenza delle forme microbiche che vivono a stretto contatto con essa.
Alla fauna d'Italia si aggiunge in questi giorni Anguis veronensis, una nuova specie di orbettino. La scoperta non è il frutto di recenti spedizioni in zone ancora inesplorate, ma di nuove e altamente precise analisi genetiche.
CRONACA -Alcune specie sono più varie di altre. Come spiegano gli autori del nuovo lavoro pubblicato su PLoS Biology, esiste un gran numero di specie di coleottero, ma molto poche di coccodrillo (ma gli esempi sono molteplici). Perché?
L'assunto generale che in qualche modo permea da decenni gli studi sull'evoluzione è che più antica è la linea evolutiva che ha prodotto le specie, più queste tendono a essere diversificate, ma a quanto pare questa regola non supera i test più rigorosi come quello condotto da Micheal Alfaro della UCLA e colleghi