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10:23 – Si parla di placebo

OMEOPATIA - Non facciamo che ripeterlo: come potete leggere nell’esauriente quanto chiara rassegna proposta da Queryonline, i farmaci omeopatici a oggi non hanno mai dato prove convincenti di efficacia maggiore rispetto all’effetto placebo, e per questo non possono essere considerati farmaci nel senso scientifico del termine. Ma che cos’è questo effetto placebo? Magia o fisiologia? Fantasia o reale e potente effetto terapeutico? Il termine nasce grazie a un episodio avvenuto durante la seconda Guerra Mondiale, quando un’infermiera che lavorava con il dottor Henry K. Beecher, anestesista, dato che erano finite le scorte di morfina, iniettò in un paziente sofferente una siringa di acqua e sale, mentendo sul contenuto della fiala. Disse cioè al paziente che quel farmaco avrebbe attenuato il dolore e il trucco funzionò. Questo aneddoto segna storicamente l’entrata del placebo in medicina, proprio grazie al lavoro di Beecher, che una volta finita la guerra ritornò al suo posto di professore all’Università di Harvard.

L’algoritmo del bike sharing

NOTIZIE - La matematica può essere utile anche per la mobilità sostenibile. Il bike sharing è una gran bella cosa, specialmente se pensato in maniera più “moderna”: il cittadino può prendere in prestito una bici in uno di centinaia di punti della città e restituirla, una volta fatto il suo percorso, in un altro punto della stessa città. Questo metodo intelligente stimola l’uso di un mezzo ecosostenibile, che non inquina e non crea problemi di parcheggio o intasamenti sulle strade. Pur nella gran soddisfazione dei ciclisti urbani, il metodo hai i suoi punti critici, che diventano più importanti proprio con il crescere della popolarità di questo servizio. Spesso infatti il cittadino non trova una bicicletta libera nel punto di raccolta più vicino, o non è in grado di restituirla una volta usata perché il parcheggio è saturo.

Il batterio che controlla la mente umana

NOTIZIE - Fate attenzione a quel collega vicino di scrivania, sì quello che si comporta in maniera strana. Potrebbe essere sotto controllo dei batteri che popolano il suo intestino. E anche voi. Anche se sembra la trama di un film di fantascienza anni ‘50, questo è lo strabiliante risultato delle ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Scences, da Sven Pettersson del Karolinske Insitutet di Stoccolma. È noto ormai da qualche anno che il microbioma, cioè l’insieme di esseri viventi che popolano il nostro organismo, può avere un effetto sulla nostra fisiologia, andando ad influenzare per esempio le allergie o la tendenza all’obesità. Che però i batteri della nostra flora intestinale possano avere un effetto sulla psiche, è una vera novità.

Da Urania al NewScientist

NOTIZIE - Per i fanatici di sci-fi nostrani, le copertine di Urania sono a dir poco un cult. Generazioni di illustratori (del calibro di Karel Thole, per intenderci) hanno firmato le affascinati, spesso inquietanti, tavole che illustrano la celebre collana di fantascienza. Oggi Scienza ha raggiunto telefonicamente Franco Brambilla, autore di numerose tavole per Urania, ma anche illustratore scientifico, per testate come il Newscientist, e creativo a tutto tondo (date un’occhiata alla sua serie “Invading the vintage”, dove le cartoline d’epoca si popolano di personaggi fantascientifici)

Open access: che cosa ne pensano gli scienziati

NOTIZIE - Sono stati presentati i risultati di ampio studio condotto su circa 40.000 scienziati di tutto il mondo: la stragrande maggioranza è molto favorevole a rendere pubblici gratuitamente i risultati della ricerca, ma pochi sono disposti a farlo. Gli ostacoli: il costo e la qualità.

Trovare la rotta “a naso”

NOTIZIE - Secondo una ricerca pubblicata la scorsa settimana sul Journal of Experimental Psychology i piccioni viaggiatori utilizzerebbero l’olfatto per orientarsi in volo e ritovare la strada di casa. Secondo quanto scrivono Anna Gagliardo, dell’Università di Pisa, e colleghi nel cervello dei piccioni ci sarebbero delle vere e proprie mappe olfattive del territorio, che l’animale userebbe per muoversi. Altra particolarità: è principalmente la narice destra a raccogliere l’informazione utile alla navigazione, se infatti viene tappata i piccioni si dimostrano disorientati, cosa che non avviene quando si tappa la destra. Per farci spiegare i dettagli della scoperta abbiamo raggiunto telefonicamente Giorgio Vallortigara, vice-direttore del Centro Interdipartimentale Mente e Cervello dell’Università di Trento, che ha partecipato allo studio

La mappa globale delle interazioni scientifiche

NOTIZIE - L’immagine qui sopra è stata computata da Olivier H. Beauchesne per la compagnia Science-Metric (che si occupa d “ontologia della Scienza), e rappresenta la mappa globale delle collaborazioni scientifiche I dati si basano su un’enorme database di pubblicazioni scientifiche fra il 2005 e il 200 basandosi sulla lista degli autori e la loro affiliazione. Qui trovate una versione ad altissima risoluzione zoommabile .

Brevi e di poco contenuto

NOTIZIE - Fino ad oggi l’ipotesi più accreditata era che la lunghezza delle parole in una lingua dipendesse dalla frequenza d’uso: più una parola è comunemente utilizzata più breve essa è (legge di Zipf – in onore di George Kingsley Zipf, linguista della Harvard Università che l’ha enunciata nel 1953). Un nuovo lavoro a breve pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) propone un’ipotesi alternativa: la lunghezza delle parole è correlata alla quantità di informazione che la parola veicola. Steven Piantadosi, e colleghi al Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno messo alla prova l’ipotesi di Zipf, monitorando l’uso delle parole in 11 lingue europee. Gli scienziati hanno analizzato testi in forma digitale, e stimato la probabilità di una data parola di apparire dopo un’altra specifica parola (o una specifica sequenza di parole). L’assunzione di Piantadosi era che più una parola è prevedibile (dopo un’altra) meno informazione questa parola è in grado di offrire. Secondo la teoria dell’informazione il contenuto informativo è proporzionale al logaritmo negativo della probabilità che una parola venga usata.
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