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Nei latticini una sostanza “buona” contro il diabete

NOTIZIE - Generalmente i medici tendono a prescrivere (specie in età adulta) diete con basse quantità di latticini grassi. Chissà che però questo paradigma possa, almeno in alcuni casi cambiare. Sulla rivista Annal of Internal Medicine oggi esce una ricerca che ha individuato un collegamento fra i livelli sanguingni di acido trans-palmitoleico (un acido grasso insaturo) e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Più precisamente: livelli alti di questo acido grasso sono collegati a un rischio ridotto di sviluppare il diabete. Questa sostanza, dicono Dariush Mozaffarian e colleghi della Harvard School of Public Health, si trova principalmente nei latticini.

Pi greco, la costante che va su tutto

NOTIZIE - Pi greco. È stupefacente pensare che degli scienziati vadano a cercare una costante strutturale nell’organizzazione dei neuroni nel cervello e finscano per trovare il valore pi greco… Scusate, vado per ordine perché sennò non si capisce. Le connessioni fra neuroni nel cervello (in tutto il sistema nervoso a dire il vero) formano una struttura estremamente complessa. Troppo complessa perché sia definita in origine da istruzioni precise (cioè a livello di ogni singola connessione) contenute nei geni. Quello che è contenuto nei geni sono presumibilmente delle regole di massima che stabiliscono le connessioni principali fra le varie macro-aree e poi delle regole di autorganizzazione, autorganizzazione che viene guidata dall’attività dei neuroni stessi.

Specie aliene: i satelliti per controllarle

Non stiamo naturalmente parlando di un’invasione di specie da altri pianeti, ma delle migliaia di organismi che vengono trasferiti dal loro habitat naturale con le navi, soprattutto nell’aqua di zavorra e che invadono altri ambienti spesso con effetti molto negativi.

Nuovi materiali soffici

NOTIZIE - Sono stati osservati per la prima volta due nuovi stati della materia: i gel di equilibrio e liquidi vuoti che potrebbero avere straordinarie applicazioni nel campo delle nano e micro-tecnologie.

Cosa può fare un po’ di arsenico

NOTIZIE - Quello dei batteri all’arsenico della NASA mi sembra un case-study degno di interesse, sia per quanto riguarda la comunicazione pubblica della scienza, sia per quel che riguarda i processi di validazione dei risultati scientifici. La pubblicazione oggi di un documento di risposta alle critiche da parte degli autori mi da l’occasione di riparlarne.

Haiti: un piano di prevenzione dei danni del terremoto

NOTIZIE - A quasi un anno dal tremendo terremoto del 12 gennaio 2010, è stato presentato un piano delle Nazioni Unite per accrescere la capacità di affrontare un evento simile con maggiore consapevolezza scientifica e personale specializzato.

Prevedere i temporali

NOTIZIE - Fa caldo, in cielo non c’è una nuvola. Ok, è il momento di prendere la bici e farsi quel bel giro che rimandavate da tempo. Peccato che proprio quando vi trovate nel bel mezzo del nulla, una ventina di chilometri da casa, in una sperduta stradina in mezzo ai boschi, il rombo di un tuono vi risveglia dall’idillio. In pochi minuti, zuppi, state maledicendo il meteo che non aveva fatto cenno a questa possibilità. Almeno vi sareste portati dietro la cerata. I temporali però sono la bestia nera dei metereologi: sono difficili da prevedere e soprattutto è difficile stimarne in anticipo l’intensità. Non sarebbe bello invece avere un servizio in grado di avvisarvi, anche nel giro di poche ore, dove, quando e quanto forte sarà il temporale (magari grazie a un applicazione del vostro cellulare)? Chan-Yi Liu, , un ricercatore dell’Università del Winsconsin, suggerisce di guardare alla faccia superiore dell’atmosfera, e non solo a quella inferiore, come si è fatto finora. Questo potrebbe migliorare decisamente le nostre capacità predittive rispetto ai temporali, ha dichiarato lo scienziato all’ultimo recente meeting dell’American Geophysical Society.

Psicofisica online

[Un esempio degli stimoli usati da Gemaine (crediti: Cognition)] NOTIZIE - Le controindicazioni sono tante: generalmente gli esperimenti comportamentali sulle funzioni cognitive richiederebbero set sperimentali e condizioni molto rigide, pena l’introduzione di errori sistematici nei dati che minano la validità dei risultati. La contropartita è però il numero molto alto di partecipanti, che permette di controllare statisticamente questi bias. L’iniziativa di Laura Gemine, scienziata cognitiva della Harvard University (che lavora con scienziati del calibro di Ken Nakayama, un vero e proprio guru delle scienze cognitive) è comunque degna di nota. La ricercatrice infatti si è inventata e dirige il sito “Test my Brain”, dove gli scienziati possono pubblicare una versione interattiva e online degli esperimenti relativi alle loro ricerche e raccogliere così dati da numerosi soggetti. Provate a fare un giro sul sito e magari partecipate a qualche prova.

Animali: non tutto è perduto

NOTIZIE - Lo stato di conservazione dei vertebrati è un declino, tuttavia la situazione è meno tragica di quanto sarebbe potuta essere se non ci fossero state le azioni di protezione che hanno contribuito alla sopravvivenza di molte specie.

Più vecchio del possibile

NOTIZIE - È una conferma che porta scompiglio fra gli astrofisici: se corrette le conclusioni di Stefano Andreon, astrofisico dell’INAF-Osservatorio di Brera e Marc Huertas-Company, dell'Osservatorio Astronomico di Parigi-Meudon, riportata oggi su Astronomy & Astrophysics, rischiano di portare alla revisione dei più accreditati modelli di formazione delle galassie e degli ammassi di galassie. I dati raccolti dai due astrofisici infatti confermano che JKCS041, l’ammasso di galassie “prodigio”, è davvero vecchissimo, talmente vecchio da non poter esistere in accordo con quanto si crede oggi sull’Universo. Ma visto che c’è e che lo studio di Andreon e Huertas-Company ribadisce che l’ammasso ha suppergiù 10 miliardi e 620 milioni di anni, questo vuol dire che quando l’Universo non aveva nemmeno un quarto dell’età attuale era già lì e non era dissimile dagli ammassi di galassie odierni. Ma secondo la maggior parte dei modelli a quell’età dell’universo ammassi di questo genere non ce ne potevano essere.
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