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Fukushima: anzen shinwa

CRONACA - (Ovvero "il mito della sicurezza"). Già la scorsa settimana vi annunciavo la pubblicazione di un numero speciale (Fukushima: reflexions six months on) da parte del Bullettin of Atomic Scientist. Oggi volevo soffermarmi in particolare su uno dei contribuiti contenuti in questo speciale, non perché gli altri siano meno interessanti, ma perché è uno spunto per affrontare il tema del dibattito pubblico sulla governace scientifica, in particolare quella riferita alla sicurezza delle fonti energetiche. Nell'articolo "Fukushima: The myth of safety, the reality of geoscience" Johannis Nöggerath e colleghi spiegano come al momento della sua costruzione la centrale di Fukushima avesse adeguato gli standard di sicurezza per gli tsunami alle conoscenze scientifiche dell'epoca. Quando poi nei decenni successivi gli avanzamenti scientifici hanno dato un quadro diverso del pericolo tsunami nell'area della centrale, nonostante ci sia stata più di un occasione in cui è stato esplicitamente alla Tepco (la compagnia elettrica che gestisce la centrale) e alle autorità competenti di rivedere gli standard nulla è stato fatto. Gli autori dell'articolo, scrivono nell'abstract, ritengono che "il mito della sicurezza" sostenuto dal Governo giapponese e dalle compagnie elettriche abbia distrorto il dibattito onesto e aperto sui rischi.

Nobel in versione “Ig”

Come ogni autunno dal 1990, ieri sera durante la prima (sic) cerimonia annua dei premi IgNobel, alcuni scienziati con il premio Nobel e molti tifosi hanno onorato la ricerca che "prima fa ridere e poi pensare".

Tevatron va in pensione

Dopo 28 anni l'acceleratore Tevatron del Fermilab di Chicago chiude i battenti e lascia spazio a LHC. Oggi alle 21 (alle 14 negli Stati Uniti) una diretta web trasmetterà la cerimonia di chiusura di quello che è stato l'acceleratore di particelle più potente, prima dell'avvento del famoso collider del CERN. Per vent'anni infatti l’anello lungo 6 km che costituisce l’acceleratore del Tevatron è stato la macchina acceleratrice con la più alta energia di collisione dei fasci al mondo.

OggiScienza TV – Chimica aumentata

OggiScienza TV - Chimica aumentata Con la realtà aumentata la chimica diventa reale. Alcuni laboratori come quelli di Art Olson all'Istituto Scripps producono dei software che permettono di interagire con la struttura tridimensionale delle molecole. Noi abbiamo provato quello offerto gratuitamente da Sponholtz. Provate anche voi!

Palazzo celeste

FUTURO - Dal centro di lancio satelliti di Jiuquan, nel deserto di Gobi, e dopo un rinvio dovuto all'incidente del 18 agosto scorso a un razzo vettore, l'agenzia spaziale cinese ha lanciato oggi il razzo Lunga Marcia I-F T1 che metterà in orbita il modulo Tiangong 1. Prototipo di un laboratorio spaziale, servirà a collaudare i sistemi di attracco per i laboratori orbitanti Tiangong 2 e 3 da completare entro il 2016, durante la costruzione della stazione spaziale vera e propria, abitabile dal 2020. Se le manovre riescono, fra alcuni giorni il Tiangong 1 (Palazzo celeste 1) si stabilirà a 343 km di altitudine e verrà raggiunto in novembre dalla "astronave" (1) Shenzhou 8. Al termine della missione, passerà su un'orbita più distante in attesa di altri due appuntamenti una dei quali con un equipaggio di astronauti. Dopo due anni di esercitazioni verrà fatto precipitare e bruciare nell'atmosfera. Se le manovre non riescono, verrà lanciato il "backup" Tiangong 2

Il riso ci manipola i geni

Minuscoli frammenti di RNA vegetale modificano l'attività dei nostri geni, scrive su Nature Cell Research il gruppo coordinato da Chen-Yu Zhang all’università...

L’inquinamento dell’aria

AMBIENTE - Il Paese più inquinato al mondo? È la Mongolia, con una concentrazione media annuale di Pm10 pari a 279 microgrammi per metro cubo, quasi 15 volte maggiore rispetto alla soglia fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E la città? Il triste primato spetta alla città iraniana di Ahwaz (372 µg/m3). E in Italia? Torino con “solo” 47 microgrammi al metro cubo. Sono alcuni dei dati diffusi dall’ente di Ginevra, che ha fotografato l'inquinamento atmosferico di 1.100 città di 91 Paesi, misurando la presenza di particelle PM10 di dimensioni pari o inferiori a 10 micrometri. Queste particelle fini, che inquinano l'aria, provengono spesso da fonti di combustione come le centrali elettriche a carbone e i veicoli a motore. E, sempre secondo l’Oms, sono responsabili di 1,34 milioni di decessi prematuri, di cui 253mila in Europa. Possono infatti penetrare nei polmoni, entrare nella circolazione del sangue e provocare cardiopatie, tumori ai polmoni, casi d'asma e infezioni delle vie respiratorie inferiori. Almeno un milione di questi decessi potrebbero essere evitati se fossero rispettati i valori di Pm10 fissati dall’Oms (20 µg/m3). Purtroppo, però, sono ancora poche le città in linea con le indicazioni dell’Oms e i decessi attribuibili all’inquinamento continuano ad aumentare: nel 2004 erano circa un milione. Se le emissioni annuali di Pm10 scendessero da 70 µg/m3 a 20 µg/m3, si avrebbe una diminuzione del 15% della mortalità causata dallo smog

Teletrasporto cognitivo

CRONACA - Una nuova ricerca pubblicata su Nature (che vede collaborare anche un italiano, Alessandro Treves della SISSA di Trieste) analizza le mappe spaziali contenute nell'ippocampo dei roditori e il modo in cui queste vengono sostituite quando si passa da un ambiente all'altro. È noto infatti che nei roditori (ma anche nell'essere umano) l'ippocampo, un area cerebrale importante per la memoria, contiene delle rappresentazione cognitive dello spazio tridimensionale di ambienti noti, importanti per muoversi efficientemente. Sono mappe che si formano con l'esperienza, e attingono da input sensoriali di varia natura raccolti mentre ci si trova in quegli ambienti. Ogni luogo noto ha la sua rappresentazione che viene immagazzinata, si pensa, in una porzione dell'ippocampo nota con la sigla CA3.

Ingannevole miracolina

CRONACA - Le bacche della Richadella dulcifica contengono una glicoproteina, la miracolina, che dà un dolce sapore agli stimoli acidi, come sanno da tempi immemorabili alcuni popoli africani e dal Settecento anche i francesi, grazie all'intrepido cavaliere des Marchais. Finalmente si è capito il trucco. La ricerca sulla miracolina è una specialità giapponese, la molecola è stata descritta e battezzata da Kenzo Kurihara nel 1968, e da allora ne sono state scoperte altre con identiche proprietà. Questa volta, sui Proceedings of the National Academy of Sciences, la biologa molecolare Ayako Koizumi e i suoi colleghi spiegano come mai, dopo aver mangiato quelle bacche rosse in sé poco dolci, perfino un succo acido sembra gradevolmente zuccherati.

Quando il topo si innamora del gatto è colpa del parassita

CRONACA - Partick House, Ajai Vyas e Robert Sapolosky scoprono il funzionamento del Toxoplasma gondii, che infetta i topi ma si riproduce nei gatti. È affascinante osservare come un'infezione possa spingere un topo ad amare un gatto. Pare che sia quello che succede quando un topo viene infettato dal Toxoplasma gondii, un parassita del cervello che, nonostante non disdegni il piccolo roditore come casa temporanea, può riprodursi sessualmente solo se si trova nel corpo del gatto. Una ricerca pubblicata su PLoS One e condotta in collaborazione tra università della California e di Singapore, spiega il meccanismo: anche se normalmente l'istinto del topo gli dice di scappare al più presto quando percepisce l'odore di un felino, quando il suo cervello è infettato dal parassita, è spinto ad avvicinarsi piuttosto che ad allontanarsi da quell'odore, sinonimo di pericolo. Dato che il Toxoplasma gondii può riprodursi solamente nel gatto, induce il suo ospite a modificare l'atteggiamento istintivo di fuga manipolandone il cervello. Non altera il senso dell'olfatto, ma piuttosto stimola quella parte del cervello deputata a “sentire” attrazione sessuale. In particolare in presenza di urina del gatto, il topo si sente attirato sessualmente e si avvicina. Risultato: il topo si “innamora” del gatto. Il gatto mangia il topo infetto. Toxoplasma può riprodursi.
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