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Lievito volante

CRONACA - Saccharomyces cerevisiae è il lievito responsabile del processo di fermentazione del vino, della birra e del pane. Ed è anche uno degli organismi più studiati dalla scienza. Eppure della sua origine e di come vive e prolifera in natura si sa poco. Secondo una ricerca tutta italiana, un ruolo fondamentale nel ciclo vitale del lievito ce l'hanno le vespe. Irene Stefanini e Leonardo Dapporto dell'Università di Firenze hanno catturato esemplari di specie molto comuni di vespa e di ape in autunno, primavera ed estate (in inverno le vespe vanno in letargo), in siti sparsi nelle campagne di tutta Italia. Solo nello stomaco delle vespe (e non in quello delle api) hanno trovato ben 17 ceppi del lievito, molto diversi fra loro: alcuni erano simili a quelli che usiamo per far lievitare il pane, altri a quelli per la fermentazione della birra, altri a quelli del vino.

Agonie

Il "MANIFESTO dei CIRCOLI dell'AMBIENTE e della CULTURA RURALE" è promosso dal fisico Giuseppe Quartieri dell'Accademia della Libertà e dell'università privata "Ludes" di Lugano. Sul sito dell'Accademia, purtroppo, il testo cui aderire è rimasto incompiuto. Una versione integrale sarà inviata ai lettori, su richiesta.

Si salvi chi può (la vera legge del mare)

COSTUME E SOCIETÀ - “Prima le donne e i bambini”: fine di una leggenda marinara. Su una nave che affonda c’è poco spazio per la galanteria, e l’immagine romantica di uomini valorosi che cedono il posto a donne e bambini sulle scialuppe di salvataggio mentre la nave scompare negli abissi marini è buona solo per colossal hollywoodiani. Insomma, quando di mezzo c’è la vita l’unica regola che conta è quella di salvare la propria. E allora, nella sventura di un naufragio, chi ha maggiori possibilità di trovare posto su una scialuppa di salvataggio? La risposta va contro le comuni credenze sul comportamento umano in caso di pericolo. Le maggiori chancedi salvarsi ce l’hanno nell’ordine: l’equipaggio, il capitano, gli uomini, le donne e, per ultimi, i bambini. Ce lo dice uno studio apparso sulla rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences, in cui Mikael Elinder and Oscar Erixson, della Università di Uppsala, in Svezia hanno ricostruito gli eventi di 18 disastri avvenuti tra il 1852 ed il 2011. Una serie di sciagure che hanno coinvolto più di 15000 persone, tra equipaggio e passeggeri

La faccia antivirale del Prozac

SALUTE - La fluoxetina, il principio attivo di potenti antidepressivi come il Prozac, sembra avere inaspettate qualità antivirali. In particolar modo la molecola si è dimostrata efficace contro gli enterovirus, che colpiscono in molte forme l'essere umano, talvolta anche in maniera fatale. Gli enterovirus contano più di cento virus a base di RNA, che provocano malattie come la poliomelite e alcuni tipi di encefalite. Il virus della poliomelite è stato debellato grazie all'immunizzazione, ma non esistono trattamenti per gli altri virus simili. La scoperta, avvenuta quasi per caso, degli effetti antivirali della fluoxetina apre a nuovi studi per comprendere attraverso quali meccanismi questa funzione protettiva si esplica

Cambio climatico, un pro e un contro

AMBIENTE - Mentre continua, a colpi di articoli scientifici, il dibattito sulle conseguenze del cambio climatico (si veda qui e qui), noi facciamo la nostra parte dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Vi presentiamo quindi due articoli pubblicati negli ultimi tempi: uno, un po’ datato ma ancora attuale (della metà di luglio), sui benefici che l’agricoltura di alcuni paesi in via di sviluppo (Pvs) trarrebbe dalla modifica delle condizioni climatiche; l’altro, molto più recente, sulle conseguenze del cambio climatico sull’incidenza del rischio di tumori alla pelle. E non solo, perché anche l’agricoltura…

Come la crema anti-rughe

Su Nature esce una valutazione dei risultati ottenuti dalle principali riserve tropicali nel proteggere la biodiversità durante gli ultimi 20-30 anni . Un fallimento?

La vista – temporaneamente – ritrovata

[Crediti immagine: suzyq212] SALUTE - Un recente articolo pubblicato sulla rivista Neuron riporta un dato molto significativo (che comunque necessiterà di ulteriori conferme e di essere testato anche sull'uomo). Gli occhi di tre gattini ciechi, affetti dall'analogo felino della retinite pigmentosa, hanno riacquistato - temporaneamente - la capacità di reagire alla luce dopo un trattamento a base di un composto chimico chiamato AAQ. Dopo un'iniezione della sostanza i gatti tendevano ad allontanarsi da una fonte luminosa a LED cosa che non avevano mai fatto prima, e le loro pupille mostravano segni di contrazione, una normale reazione agli stimoli luminosi
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