Iodio coast to coast
AMBIENTE - Alghe con concentrazione di iodio radioattivo 250 volte superiore alla norma. È quanto evidenziato in California ad aprile 2011, un mese dopo l’incidente della centrale nucleare di Fukushima, dai ricercatori della California State University. Un segno questo, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Enviromental Science and Technology, che i radionuclidi rilasciati in atmosfera in grandi quantità dai reattori giapponesi (pari - a detta di alcune stime - a circa il 15% di quanto rilasciato nell’incidente di Chernobyl) avrebbero raggiunto massicciamente la costa dello stato americano.
Ciò è avvenuto probabilmente attorno al 20-21 marzo 2011, cinque giorni dopo il massimo rilascio di radiazione in atmosfera dall'altra parte dell'oceano; abbondanti piogge ne hanno poi causato la precipitazione sulla superficie terrestre e marina, da dove lo iodio è stato accumulato nelle alghe brune (Macrocystis Pyrifera), tipicamente conosciute come “kelp californiano”.
Si tratta di alghe di grandi dimensioni che costituiscono un ottimo rilevatore di radioattività ambientale: si trovano direttamente esposte all’aria e alle precipitazioni e sono uno dei più efficaci accumulatori biologici di iodio conosciuti, cosicché per ogni molecola di iodio in acqua, ce ne sono 10.000 nei tessuti vegetali.
I livelli di radioattività nel kelp sono risultati ben superiori a quelli rilevati prima dell’incidente di Fukushima e molto simili a quelli misurati in Fucus virsoides, un’altra alga bruna, nello Stato di Washington 28 giorni dopo il disastro di Chernobyl del 1986