Litigate pure, ma guai a chi tocca la scienza!
Ogni settimana le principali notizie dal mondo della cooperazione scientifica internazionale
SCIENCE & DIPLOMACY – Forse è da quando è crollata l’Unione Sovietica che i rapporti tra Europa e Russia non erano così critici. Le sanzioni da parte europea hanno messo in ginocchio l’economia russa, mentre il governo dell’ex-superpotenza ha stilato una lista di proscrizione contro alcuni politici e alti funzionari europei che a Bruxelles non è piaciuta affatto. Non è un caso che nel G7 in corso in Germania Putin non c’era. Insomma, i rapporti sono sul punto di rompersi in maniera clamorosa. Due soli canali sembrano intatti: la vendita di petrolio e gas russo all’Europa, e la scienza.
Ciò che sta riuscendo a fare la cooperazione scientifica è un esempio mirabile di science diplomacy: i politici non si parlano, anzi continuano a scontrarsi, ma gli scienziati continuano a farlo, anche in maniera proficua. Il commissario europeo alla ricerca, Carlos Moedas, durante il suo tour negli Stati Uniti, ha ammonito l’alleato: da un punto di vista politico fate ciò che ritenete più giusto, ma la scienza non si tocca. “L’Unione Europea ha imposto molte sanzioni alla Russia, ma un’area dove abbiamo tentato di mantenere la nostra forte connessione è l’area della ricerca e dell’innovazione“, ha affermato Moedas a Washington.
La partecipazione russa a Horizon 2020 è di gran lunga inferiore rispetto al ciclo precedente, il Settimo Programma Quadro, ma questo è dovuto più a ragioni economiche che politiche. Non esiste infatti alcun impedimento alla partecipazione degli scienziati russi (e il fatto che Moedas lo ripeta spesso può significare che subisca pressioni in senso contrario), ma è piuttosto dato dal fatto che spesso i progetti sono in cofinanziamento e le casse della Federazione Russa sono molto in sofferenza. Anche la cooperazione spaziale, come ad esempio nel progetto ExoMars, non sembra affatto perturbata dai roboanti proclami dei rappresentanti scientifici.
Big science
HORIZON 2020 – Big Pharma contro i tagli alla ricerca. Dopo aver schivato una debacle al Parlamento Europeo sulla sperimentazione animale, un gruppo di aziende farmaceutiche (tra cui le principali) hanno ufficializzato il loro malcontento per il taglio da 2,2 miliardi di euro al budget di H2020. Questa decurtazione è stata voluta dal Presidente della Commissione per creare un “Fondo per gli Investimenti” (in sostanza per assicurarsi che andassero alla ricerca applicata e non a quella di base): Big Pharma non è contro al Fondo per gli Investimenti di per sé, quanto al fatto che per crearlo vengano sottratti soldi a Horizon 2020.
Europa
UNIONE EUROPEA – Aiutare ad uscire dal dramma dell’ebola grazie alla pesca? L’Europa sembra pensarla così. L’8 giugno l’Unione ha firmato un accordo con la Liberia che dovrebbe garantire l’accesso per le sue navi alle pescose acque liberiane, a fronte di un pagamento di un indennizzo. I circa 650.000 euro l’anno che l’Europa pagherà al paese africano andranno per metà a sostenere l’industria ittica liberiana, per alleviare parzialmente la popolazione dai danni anche economici che la recente epidemia di ebola ha comportato. Da Bruxelles assicurano che l’accordo (che riguarderà soprattutto il tonno) è stato studiato per garantire la sostenibilità delle riserve ittiche.
Dal Mondo
CINA – Grandi manovre sul fronte delle energie rinnovabili. Sabato si è concluso un vertice tra Cina e Stati Uniti in cui si sono definite alcune priorità per giungere ad una cooperazione nel settore delle energie rinnovabili tra il gigante asiatico e gli Stati Uniti. Il ministro per l’energia cinese, Wan Gang, ha così commentato l’incontro con l’omologo americano: “sviluppare maggiormente l’energia pulita e contrastare il cambiamento climatico sono al centro del lavoro congiunto tra Cina e Stati Uniti, per mobilitare l’entusiasmo dei due Paesi. La discussione di oggi è stata molto incoraggiante”.
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