Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".
CRONACAIN EVIDENZA

Sperimentazione animale: se e quando si può evitare

CRONACA - Allo stato attuale della ricerca scientifica, in quasi tutti gli ambiti non siamo ancora in grado di rinunciare alla sperimentazione animale, sostituendola con modelli in vitro (ovvero in provetta) o in silico (ovvero simulazioni matematiche effettuate al computer). Tuttavia queste tecniche possono affiancare la sperimentazione in vivo sugli animali, e parte dell'impegno dell'Unione Europea in tale ambito si riflette nell'attività di EURL ECVAM, European Union reference laboratory for alternatives to animal testing, dove vengono studiati e validati i metodi alternativi alla sperimentazione animale.
CRONACA

Perché gli uccelli volano a “V”

CRONACA - I ricercatori del Royal Veterinary College di Londra hanno risolto il mistero del volo a “V” degli uccelli, e scoperto che si spostano perfettamente sincronizzati nel battito delle ali disponendosi in posizioni aerodinamiche. In questo modo riescono a massimizzare la "cattura" delle correnti d'aria favorevoli, ed evitare invece quelle che portano verso il basso. Finora, spiegano gli scienziati, si pensava che gli uccelli non fossero in grado di portare a termine imprese di tale aerodinamicità, in quanto richiedono la padronanza di complesse dinamiche di volo; il nuovo studio,...
SPECIALI

Cosmesi: etichette ingannevoli, tensioattivi, un po’ di biologico e di fai-da-te

SPECIALI - Continuano gli approfondimenti sui prodotti cosmetici e da bagno: questa volta non parliamo solamente di sostanze più o meno nocive ma anche della comunicazione al consumatore. Spesso infatti, sull'onda del vivere 'biologico', si tende ad acquistare prodotti che vengono presentati come 'più naturali' senza in realtà capire come e se effettivamente lo siano. Le stesse aziende che li vendono si approfittano non poco dell'aumentata sensibilità dei consumatori a questo riguardo, investendo sempre di più in direzione ecosostenibile, soprattutto in termini di marketing. Abbiamo parlato di questo (e non solo) con Elio Mignini, direttore generale della Società italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche (SICC).
SPECIALI

“I cinque [o sei, o dieci o quanti per loro] prodotti nocivi da evitare assolutamente”

Quante volte siete incappati in post e articoli con titoli simili negli ultimi mesi? Tante. E quante le persone che, nei commenti, dichiarano di aver buttato tutto ciò che avevano in bagno inorridite dall’INCI dei prodotti in questione? Di più. Dopo aver parlato dei parabeni e del sodium lauryl sulfate, arriva il turno delle altre sostanze sotto accusa; abbiamo chiesto un parere a Elio Mignini, presidente uscente della Società italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche (SICC).
CRONACA

Ore 17: tempo di tè e cambiamento climatico

Orsi polari, neve, temperature anormali, nostalgia delle mezze stagioni. Se diciamo cambiamento climatico, probabilmente sono queste le prime cose che vi verranno in mente, ma presto una nuova voce andrà ad aggiungersi alla lista: il tè.
CRONACA

“La religione è l’oppio [antidepressivo] dei popoli”

Dedicarsi regolarmente alla meditazione -o ad altri rituali di tipo religioso o spirituale- porta a un ispessimento della corteccia cerebrale. Largo alla musica rilassante e agli incensi, dunque, perché secondo gli scienziati potrebbe essere proprio questo il motivo per cui tali pratiche prevengono la depressione clinica, specialmente nelle persone che sono predisposte alla malattia; lo ha spiegato un nuovo studio pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry.
CRONACA

Se gli alberi antichi crescono più velocemente di quelli giovani

Si tratta di una scoperta che ribalta una convinzione radicata in profondità -in molti sensi-, ovvero l'idea che gli alberi più grandi e antichi non siano più produttivi. E no, non stiamo parlando degli Ent che semmai invecchiando rallentano (ma solo quando parlano). Gli scienziati hanno infatti scoperto che per molte specie di alberi avviene esattamente il contrario, e gli individui più "anziani" crescono più velocemente via via che invecchiano, sequestrando dall'aria quantità sempre maggiori di carbonio.
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