Potrebbe essere la stessa Terra a mettere fine a tutti i nostri problemi energetici. Seppur un po’ fantascientifico, proprio questo è lo scenario suggerito dalla ricerca condotta da un gruppo di scienziati della Harvard School of Engineering and Applied Sciences e pubblicata questo mese su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Non sarà come rispondere alla domanda “è nato prima l’uovo o la gallina”, ma un gruppo di matematici della Budapest University of Technology and Economics è riuscito a trovare una spiegazione a uno dei fenomeni più discussi della geologia.
Nessun elisir di lunga vita per uomini e primati. A giustificare la loro longevità rispetto agli altri mammiferi potrebbe essere un metabolismo più lento.
Famose per la loro risata, le iene nascondono qualche altro asso nella manica. Attraverso brevi segnali olfattivi, infatti, sono in grado di lasciare un’enorme quantità di informazioni a chi li circonda.
Amore e odio, un rapporto difficile quello di tanti con la matematica. A volte poi rimane proprio solo l’odio e un certo senso di frustrazione nell’avere a che fare con numeri e formule.
L’obiettivo è curarsi secondo natura. Ma tra un’erba e l’altra possono anche nascondersi minacce per la salute. Questo il risultato di uno studio su alcuni prodotti a base d’erbe condotto da un gruppo di ricercatori della Guelph University in Canada e pubblicato su BMC Medicine questo ottobre.
Per la Terra è cominciato il conto alla rovescia. Secondo una ricerca pubblicata su Astrobiology lo scorso 19 settembre, infatti, il nostro pianeta rimarrà ancora abitabile per un periodo compreso tra 1,75 e 3,25 miliardi di anni.
Chandra è un nome che ricorda terre lontane. Chandra, però, non è solo il nome di una divinità induista ma anche del telescopio impegnato nella principale missione della NASA che si dedica all’osservazione del cielo attraverso i raggi X.
Per “costruire” il proprio nastro di Möbius basta prendere una fettuccia di stoffa e unirne le estremità, stando attenti a far ruotare uno dei due margini di 180° prima di incollarlo all’altro. Se si prova a far scorrere il dito sul nastro ci si accorge che si passa da quello che sembrava l’esterno della fettuccia al suo interno, senza aver mai sollevato il dito dalla stoffa.