AMBIENTE

Uno spazio per parlare di inquinamento, biodiversità, politiche ambientali e molto altro.

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Cambiamenti climatici, agire subito

AMBIENTE - Agire subito. È questo l’appello lanciato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in vista della conferenza sul clima, che è tuttora in corso a Durban. Le emissioni globali di gas serra sono destinate a raddoppiare nei prossimi 40 anni, causando un aumento della temperatura tra i 3 e i 6 gradi centigradi, soprattutto se i governi non attuano dei piani di taglio della Co2. Per esempio, senza nessun intervento nell’attuale mix energetico, le emissioni di gas serra potrebbero raggiungere le 685 parti per milione, un livello di gran lunga superiore alle 450 ppm che permetterebbero di contenere l’aumento della temperatura sotto i 2 gradi.
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Rassicurazioni

Se fosse confermata una nuova stima e se limitiamo la CO2 atmosferica a 550 ppm, il riscaldamento globale potrebbe restare sotto i 3° C. Se non fosse confermata, resterà un buon esempio delle incertezze presenti in tutti i modelli, qualunque siano i fenomeni da simulare. La sensitività del clima, nel senso di aumento della temperatura globale, a un raddoppio della CO2 in atmosfera era già stata stimata in + 4° C da Svante Arrhenius a fine Ottocento, con i mezzi di allora: legge di Boltzmann, carta e penna. Il calcolo si è via via complicato, ora le stime convergono attorno ai 3° C. Con una Terra sola a disposizione non conviene fare esperimenti, ma dagli anni Cinquanta - grazie soprattutto al grande Cesare Emiliani - si studia com'è andata in passato. Ormai decine di modelli simulano il clima del Pleistocene, per esempio, con risultati spesso divergenti e cospicui margini di incertezza
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Le nostre città di cemento

AMBIENTE - Le immagini di Genova le abbiamo ancora negli occhi. Fiumi di fango, detriti e alberi invadono la città spazzando via tutto. Perché si è costruito e cementificato sopra a fiumi e torrenti? Ora le conseguenze di uno sviluppo urbano errato si mostrano drammatiche. Genova però non è un caso isolato. Il dibattito sull’urbanizzazione a discapito dell’ambiente e della sua tutela è presente anche in molte altre città. Ne è un esempio Modena³ - Storia di una ipertrofia urbana, documentario-inchiesta che ruota intorno al dibattito cittadino su edilizia, cementificazione e piani d’urbanizzazione non proprio trasparenti
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GreenJobs: i serious game

GREENJOBS - Dal 1947, quando Thomas T. Goldsmith Jr. e Estle Ray Mann idearono il primo videogame, l'industria dei videogiochi ha fatto passi da gigante. Solo in Italia, secondo i dati dell'AESVI, nel 2010 sono stati venduti 17 milioni di videogiochi. Per fatturato, siamo al quinto posto della graduatoria europea dopo Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. Si gioca con le console in 11 milioni di case italiane. Esistono anche videogame diversi, i serious game, che al di là dell'aspetto ludico hanno l'obiettivo di sensibilizzare le persone su tematiche politico-sociali e scientifiche, tra le quali la tutela dell'ambiente. Abbiamo intervistato Agata Meneghelli esperta di serious game dell'Università di Bologna.
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Le sette nuove meraviglie (della Natura)

FOTOGRAFIA - La campagna New7Wonders ha pubblicato i sette luoghi vincitori (provvisori) come nuove meraviglie della natura. La rosa dei vincitori è il risultato della combinazione fra il giudizio del pubblico che ha votato sul sito e un pannelo di esperti dell'UNESCO. SI tratta (l'ordine è casuale, non si tratat di una lcassifica): l'amazzonia, Komodo, il fiume sotterraneo di Puerto Princesa (nelle Filippine), le cascate Iguazu (al confine fra Brasile e Argentina), Table Mountin (la montagna sopra Città del Capo), L'isola Jeju (Sud Korea) e la Baia di Halong (Vietnam). National Geographic ha pubblicato una galleria di immagini qui. Noi che siamo più modesti abbiamo spulciato su Flickr e Wikipedia, e abbiamo fatto la nostra galleria. Ora la parola ai letttori: ci siete stai? avete delle foto? Quali sono le vostre sette meraviglie della natura?
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Avanti tutta

AMBIENTE - In autunno, oltre alle foglie cadono i rapporti sui consumi energetici e i relativi gas serra. Due fanno proiezioni pessimiste sul futuro del clima e uno proiezioni ottimiste sui profitti dei petrolieri. La correlazione è puramente temporale, sono usciti tutti e tre la scorsa settimana. Il Centro per l'analisi delle informazioni sulla CO2 (CDIAC), del governo statunitense, ha pubblicato le stime del 2009 e 2010. L'anno scorso abbiamo battuto ogni record, immettendo 9,137 miliardi di tonnellate di "carbonio ossidato" immesso in atmosfera (oltre 33 miliardi di tonnellate di CO2). Mezzo miliardo di tonnellate in più rispetto al 2009. L'aumento di 6% è dovuto per un 3% a quello dei consumi cinesi, per un 1,5% a quelli statunitensi e circa 1% a quelli indiani. Ci sarebbe una buona notizia: i paesi firmatari del protocollo di Kyoto, come quelli dell'Unione Europea, hanno ridotto le proprie emissioni dell'8% rispetto ai livelli del 1990. Sennonché la maggior parte ha subappaltato le emissioni a Cina da cui importano merci energivore, come si vede in questa ricerca sui "flussi globali del carbonio".
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Gli aerosol, la geoingegneria e il dilemma dell’asina

AMBIENTE - Le emissioni di aerosol inquinano l'aria, ma intercettano in parte la radiazione solare, contribuiscono alla formazione delle nuvole e così rinfrescano il clima. Una ricerca ne calcola l'effetto rinfrescante netto, un'altra ci ricorda che a cambiare insieme al clima non è solo la temperatura. Su Science, la bravissima Nathalie Mahovald dell'università Cornell calcola alcuni feedback degli aerosol, fin qui trascurati. Oltre a diminuire il bilancio energetico globale e a fungere da nuclei di condensazione delle nubi trasformandone il vapore in gocce e magari pioggia, scrive,
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Quanto ci costa la mancata prevenzione

CRONACA - Ogni autunno con l’arrivo di piogge e temporali molto intensi il territorio italiano va in tilt: i fiumi esondano e le colate di fango invadono i centri abitati travolgendo e spazzando via tutto quello che incontrano sul loro percorso. Tra i casi più recenti: Genova, l’isola d’Elba, le Cinque Terre, Aulla, la provincia di La Spezia. E puntualmente, superata la fase critica, si aprono le polemiche, il valzer delle responsabilità e la conta dei danni. L’emergenza maltempo ci costa 876mila euro al giorno. Il calcolo è stato fatto da Legambiente che ha analizzato i fondi stanziati per le principali emergenze idrogeologiche degli ultimi due anni, dalla colata di fango in provincia di Messina nel 2009 fino ai recenti eventi in Lunigiana e nella provincia di La Spezia. In totale lo Stato ha speso più di 639 milioni di euro. Per lo più si tratta di stanziamenti inferiori ai 30 milioni di euro, ma per l’alluvione che colpì il Veneto circa un anno fa, causando più di 400 milioni di danni, sono stati erogati 300 milioni. Il lungo elenco illustrato nell’infografica non solo evidenzia la gravità dei disagi provocati dal maltempo, ma soprattutto l’elevato costo di una politica che non investe in prevenzione e pianificazione del rischio
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Crowdsourcing per Fukushima

CRONACA - Chi fa da se fa per tre (trecento, tremila, tremilioni...). Oggi viviamo un'epoca della informazione potenzialmente esaltante, tanto che se accade che gli organi ufficiali stentino a informare il pubblico, attraverso tecnologie alla portata di tutti le persone possono mettersi in rete, bypassare il collo di bottiglia istituzionale e ottenere così informazioni importanti, per esempio i livelli di contaminazione radioattiva sul proprio territorio. È il caso di Fukushima, area vittima del disastro alla centrale nucleare conseguenza dello tsunami che ha colpito la costa giapponese lo scorso marzo. Uno dei problemi più grandi in tutta la vicenda è la colpevole resistenza della Tepco e delle autorità a dare informazioni esaustive e corrette ai cittadini. Le radiazioni nucleari infatti rappresentano un potenziale pericolo per la salute pubblica. In realtà al momento anche se si conoscono bene i danni provocati dalle esposizioni acute alla radiazioni, non si hanno ancora dati certi sugli effetti di esposizioni prolungate a livelli bassi (ma sopra agli standard stabiliti per legge). Dunque questi dati sono importanti anche per ottenere informazioni a scopo di ricerca, oltre che per limitare il più possibile i danni secondo un principio di precauzione (sacrosanto visto che si parla della salute delle persone)
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