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Immagini, fotografie, grafici, voci e volti. Perché la scienza non è fatta solo di parole.

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Rischio trivella selvaggia

AMBIENTE - La caccia all'oro nero nazionale continua. Dopo l’autorizzazione ministeriale firmata da Corrado Clini che permetterà all’azienda irlandese Petroceltic le trivellazioni al largo delle Isole Tremiti, lo sviluppo degli idrocarburi nazionali prosegue nella Strategia energetica nazionale. Stando alle bozze che circolano in questi giorni ci sono ben 5 zone individuate per le ricerca ed eventuale estrazione del petrolio italiano: val Padana, l’Alto Adriatico, l’Abruzzo, la Basilicata e l’off-shore Ibleo. A essere più a rischio sono le acque marine
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Ghiaccio in ritirata

Recentemente (26 agosto 2012) l'estensione della banchisa artica ha raggiunto il minimo storico a partire dal 1979, anno dal quale lo stato dei ghiacci al Polo Nord viene studiato mediante dati satellitari. Ne parliamo con Renato Roberto Colucci, dottorando in geologia presso il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell'Università di Trieste....
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In debito con la Terra

AMBIENTE - Il nostro Pianeta è in rosso. Dal 22 agosto, infatti, abbiamo esaurito le risorse naturali globali dell'anno. In altre parole quello che consumiamo è maggiore di quanto la Terra riesce a rigenerare. A fare i calcoli è il Global Footprint Network che ogni anno elabora una sorta di estratto conto bancario, in cui sono registrati la domanda dell'umanità e l'offerta di risorse naturali e di servizi ecologici. Il primo deficit risale al 1987. Da allora l'overshoot day della Terra arriva sempre prima. Se nel 2000 è stato il...
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Agli ultimi posti nella gestione dei rifiuti

AMBIENTE - Alle Olimpiadi di Londra è andata meglio. Con ventotto medaglie, l'Italia si è classificata ottava, quarta tra gli Stati dell'Unione Europea. Diverso piazzamento nel medagliere europeo per la gestione dei rifiuti: il nostro Paese è quasi in fondo alla classifica, al ventesimo posto. È quanto emerge dalla classifica sulla gestione dei rifiuti stilata dalla Commissione europea a inizio agosto. A ogni Paese dei 27 sono attribuite bandiere rosse, arancioni e verdi in base a 18 criteri che vanno dal totale dei rifiuti riciclati alle violazioni delle normative europee....
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Al via il riciclo dei pannelli fotovoltaici

AMBIENTE - Un pannello fotovoltaico non è per sempre. In media dura 25-30 anni, dopodiché deve essere smaltito. E come? Dal primo luglio 2012 le aziende che producono o importano pannelli fotovoltaici, per continuare ad accedere agli incentivi, dovranno garantire la corretta gestione dei moduli "a fine vita" aderendo a un consorzio autorizzato. Oggi in Italia ci sono più di 50 milioni di moduli fotovoltaici in grado di erogare, secondo i dati del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), una potenza fotovoltaica installata di oltre 14mila MW totali, ripartita su più...
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Un mare di plastica

AMBIENTE - Se per un fazzolettino di carta abbandonato in mare servono tre mesi per decomporsi completamente, per una cannuccia di plastica ci vogliono 20-30 anni, per un accendino da 100 a 1.000 anni e per una bottiglia di plastica più di 1.000. Ogni anno circa il 10% delle 260 milioni di tonnellate di plastica prodotte finisce in mare: il 20% da navi e piattaforme, l’80% da terra. In totale si tratta di 46mila pezzi di plastica galleggianti in ogni miglio quadrato di oceano, un vero e proprio mare d'immondizia...
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Condizionatori sostenibili

AMBIENTE - Causa di discussioni in ufficio, indispensabile in auto, desiderato a casa. Inutile negarlo, il condizionatore soddisfa la nostra voglia di fresco nei giorni e nelle notti più caldi. Se siete tra coloro che ancora non hanno un climatizzatore in casa e state pensando di acquistarlo, può essere utile fare qualche riflessione. Partiamo dai consumi: la spesa in bolletta relativa al funzionamento di un condizionatore, spalmata su 10 anni, può andare da circa 500 a oltre 1.000 euro in base al modello ma soprattutto all’effecienza energetica. Oggi in Europa...
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Acqua potabile, ma con qualche eccezione

AMBIENTE - Quasi un milione di italiani ricevono un'acqua potabile non sicura e di scarsa qualità. Dai rubinetti delle loro case esce un'acqua con tracce di arsenico, boro e fluoruri oltre i limiti stabiliti dalla legge. La denuncia arriva dal dossier di Legambiente e Cittadinanzattiva "Acque in deroga" che traccia la mappa delle località fuorilegge, ricostruendo la questione delle deroghe dal 2003 a oggi. Attualmente i comuni interessati da deroghe sono 112, concentrati in tre regioni (Lazio, Toscana e Campania). Fino a qualche anno erano molte di più: tra il 2003 e il 2009, infatti, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto hanno richiesto le deroghe, triennali e rinnovabili due volte, concesse dal ministero della Salute e, nel secondo rinnovo, dalla Commissione europea. Le deroghe ancora in vigore sono molto vicine alla scadenza: entro la fine del 2012 i comuni dovranno mettersi in regola. Gli interventi e i fondi necessari per ripristinare la qualità delle acque sono stati pianificati, ma in alcune realtà territoriali i lavori procedono a rilento. Del resto, come denuncia Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente "lo strumento della deroga, inizialmente previsto solo come misura transitoria per dare tempo alle autorità competenti di realizzare gli interventi necessari si è trasformato in un espediente per prendere tempo e alzare i limiti di legge rispetto ad alcune sostanze fuori parametro''. Una cattiva abitudine che si è arrestata grazie alla Commissione europea, che nel 2010 ha bocciato la concessione del terzo triennio in deroga.
PODCAST

MrPod – L’intelligenza è femmina. O no?

ASCOLTA IL PODCAST! [audio https://oggiscienza.files.wordpress.com/2012/07/intervista-rumiati2.mp3] MRPOD - Finalmente, dopo un secolo, le donne hanno battuto gli uomini nei test d'intelligenza. Almeno questo è quanto ha dichiarato alla stampa nei giorni scorsi James Flynn, psicologo neozelandese considerato tra i maggiori esperti di QI. La notizia (non ancora pubblicata su una rivista scientifica) ha fatto rapidamente il giro del mondo. Si è parlato di "sorpasso storico", dato che da quando sono stati inventati i test d'intelligenza, nei primi del Novecento, le donne hanno sempre ottenuto punteggi più bassi, anche di cinque punti, rispetto alla controparte maschile, al punto da persuadere qualcuno dell'innata inferiorità dell'universo femminile. Ovviamente, la differenza tra i sessi non è, e non è mai stata, genetica, ma semmai socioculturale. "Negli ultimi cento anni – ha detto Flynn – i test hanno dimostrato un incremento del quoziente intellettivo in entrambi i sessi, ma le donne hanno progredito più rapidamente perché in passato erano svantaggiate". Oggi, che galoppano il doppio per destreggiarsi tra lavoro e famiglia, sono diventate gioco-forza multitasking e hanno sviluppato capacità cognitive superiori. Ma è possibile davvero fare queste distinzioni tra il cervello maschile e il cervello femminile? Ne parliamo con Raffaella Rumiati, professoressa di neuroscienze cognitive alla Sissa di Trieste.
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Aria sporca in Europa

AMBEINTE - Per una volta l'Italia ce l'ha fatta. Il nostro Paese ha rispettato i limiti di emissione indicati dalla direttiva NEC (National Emission Ceilings) che tiene sotto osservazione i quattro principali inquinati dell'aria: anidride solforosa, ossidi di azoto, composti organici non metanici e ammoniaca. Purtroppo la maggior parte degli Stati europei non sono stati così virtuosi. Secondo i recenti dati ufficiali dell'Agenzia europea per l'ambiente riferiti al 2010, ben 14 Paesi hanno superato uno o più limiti di emissione, in alcuni casi anche di molto. Spagna e Germania hanno superato, rispettivamente, tre e due dei quattro valori considerati. Negli altri Paesi considerati, ad eccezione della Finlandia, sono stati gli ossidi di azoto a far registrare il maggior numero di superamenti dei limiti. Tra i fattori che hanno contribuito a questa situazione, un ruolo da protagonista spetta al settore dei trasporti, che è responsabile di circa il 40% del totale delle emissioni in Europa. Queste sostanze inquinanti possono causare problemi respiratori, oltre a contribuire all'acidificazione del suolo e delle acqua superficiali. Per questi motivi l'attuale revisione delle politiche ambientali dell'Unione Europea potrebbe portare all'individuazione di limiti di emissione più severi per il 2020 e all'introduzione di una soglia massima anche per le particelle sottili. Misure necessarie per ridurre l'impatto negativo sull'uomo e sull'ambiente delle sostanze inquinanti.
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