CRONACA - “Questo Ministero ha provveduto ancora una volta ad invitare l’Università degli Studi della Tuscia a procedere all’immediata dismissione del sito di sperimentazione”. Firmato Corrado Clini, Ministro dell'Ambiente, destinatario Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici. La lettera, dei primi di giugno, decretava l'obbligo, da parte dell'ateneo viterbese, di distruggere i campi sperimentali di ciliegi, olivi e kiwi Ogm su cui lavorava dalla fine degli anni Novanta l'agronomo e biotecnologo Eddo Rugini. L'ennesima puntata della lunga diatriba sull'annosa questione Ogm sembra aver chiarito quali gruppi, in Italia, detengano il potere decisionale sulle biotecnologie agrarie, e pare che i ricercatori abbiano ben poca voce in capitolo.
Difficile, altrimenti, spiegare la levata di scudi di varie comunità scientifiche italiane (al plurale, perché è forse bene ricordare che non esiste una sola comunità scientifica), con tanto di diffusione di appelli a mezzo blog e reti sociali contro la distruzione dei campi Ogm. Niente da fare: il 12 giugno, come previsto, sono iniziate le distruzioni dei campi, con l'abituale scia del combattimento all'arma verde tra i favorevoli e i contrari agli organismi geneticamente modificati: dai temi più filosofici, come i concetti di naturale e artificiale, a quelli più politici, come il potere delle multinazionali agrarie e i danni alle economie agricole locali
SPORT - La notizia circola da qualche giorno anche in Italia: chi assisterà alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Londra si troverà catapultato in un paesaggio bucolico che richiama la tradizionale campagna inglese, composta da prati, campi e riviere, coltivatori in carne e ossa e un bel po’ di animali (per la precisione 3 mucche, 70 pecore, 12 cavalli, 10 polli, 2 capre, 10 anatre, 9 oche e 3 cani da pastore).
Danny Boyle, direttore artistico dello spettacolo, ha spiegato che Le isole delle meraviglie (titolo della cerimonia), racconterà la storia di una terra verde e piacevole, rinata dopo aver sconfitto l’inquinamento, come è successo alla zona industriale di Londra, dove il 27 luglio si apriranno ufficialmente i Giochi
EVENTI - Oggi, a Monte Porzio Catone si festeggia la sesta giornata nazionale di Giornalisti nell’erba, organizzata dall’associazione di promozione sociale Il Refuso, una piccola associazione che autofinanzia le proprie attività e che realizza le sue idee grazie alla collaborazione no profit di soci e volontari.
In programma ci sono 47 eventi in un giorno, per parlare di scienza, ambiente, giornalismo e innovazione, in modo chiaro e accessibile anche per i non addetti ai lavori. Per l'occasione presso la Villa Mondragone ci saranno scienziati di fama internazionale, ricercatori, direttori e giornalisti di testate nazionali ambientaliste e non, imprenditori “green” e centinaia di giovanissimi da tutta Italia.
AMBIENTE - Che cosa succederebbe se all’improvviso finisse l’elettricità? Parte proprio da domanda intrigante la nuova serie televisiva Revolution che andrà in onda prossimamente sull’NBC. La nuova serie action-adventure, diretta da Jon Favreau, Eric Kripke e in particolare da J.J Abrams, già autore dei famosi serial Lost e Alias, racconta la storia di un gruppo di sopravvissuti a un fenomeno paranormale che ha privato il pianeta della corrente elettrica e ha spinto l’umanità in dietro di centinaia d’anni. Computer, elettrodomestici, mezzi di trasporto, illuminazione, telefonia, tutto spento. Le grandi metropoli sono inghiottite dalla vegetazione e le persone vivono in piccole comunità di agricoltori
CRONACA - Una piattaforma sul fondale marino prospicente all’isola del Giglio per appoggiare e poi rimuovere la Concordia. A raccontare che ne sarà della nave passeggeri arenatasi lo scorso gennaio è il recente articolo di Eleonora de Sabata e Guy Dinmore apparso su Financial Times.
È stata così abbandonata l’idea di eliminare questo enorme colosso - che ha una lunghezza pari a circa 3 campi da calcio e una stazza di 114 mila tonnellate, più del doppio del Titanic - facendolo, letteralmente, a pezzi.
Il relitto invece sarà ruotato, parzialmente sollevato dal fondale e quindi posto su una piattaforma poggiante sul fondale di sabbia e fango attraverso una serie di piloni. Una volta riparato lo scafo, la nave, di nuovo in grado di galleggiare, verrà allontanata dai rimorchiatori.
È questo il piano, tra quelli presentati, che più risponde alla necessità di garantire la massima sicurezza dell'intervento, salvaguardare le attività turistiche ed economiche dell'Isola del Giglio e agire con il minor impatto ambientale possibili
AMBIENTE - Tira una brutta aria. Secondo le previsioni dell'Ocse da oggi al2050 l'inquinamento sarà una delle principali cause delle morti premature, superando il problema dell'accesso all'acqua potabile e quello della mancanza di servizi igienici.
Se oggi i Pm10 sono responsabili di circa un milione di morti all'anno, nel 2050 causeranno 3,6 milioni di vittime. Del resto, oggi, solo il 2% della popolazione mondiale ha la fortuna di vivere in un ambiente con concentrazioni di Pm10 inferiori alla soglia limite di 20 microgrammi per metro cubo fissata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il 70% ne deve subire più di 70, un valore che non accenna a diminuire soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
AMBIENTE - Il nuovo rapporto dell'Asian Development Bank conferma una proiezione del 1997 sulle vittime annue dei cambiamenti climatici. Era dovuta a Norman Myers, dell'università di Oxford, che l'anno scorso è stato a sua volta vittima di una campagna di denigrazione.
Gli analisti della Banca quantificano i danni economici per i paesi del sud-est asiatico e le isole del Pacifico, in particolare per le metropoli lungo le coste e i fiumi, nonché costi e benefici delle misure per ridurre le emissioni, dal momento in cui vengono adottate. I costi peggiori sono quelli umani. Nel 2010 i migranti per disastri ambientali causati dalla maggior frequenza e intensità degli "eventi meteorologi estremi" - alluvioni, siccità, ondate di calore ecc. - sono stati 42 milioni.
Nel 1997 Norman Myers scriveva in “Environmental Refugees” che nel 2010 sarebbero stati "almeno 50 milioni", cifra poi citata dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP). Nell’aprile 2011, gli "scettici" in merito al riscaldamento globale hanno accusato il prof. Myers, l’ONU e le Ong umanitarie di “esilarante inettitudine”: dei migranti non c'era traccia, le emissioni di gas serra non avevano danneggiato nessuno. (1)