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OggiScienza TV – Get ready

OggiScienza TV - Get ready Ormai siamo in 7 miliardi a popolare la Terra: con i nostri bisogni e le nostre scelte di consumo incidiamo sul clima, sulla produzione di rifiuti, sulla disponibilità di cibo e materie prime. Considerato che il nostro destino è legato a quello di tutte le altre specie e di tutti gli ecosistemi del pianeta, Luca Mercalli ci suggerisce un piano B per raccogliere la sfida ecologia globale e pensare al nostro futuro. Più verde, senza sprechi, con meno televisione e più relazioni. Prepariamoci è il libro che ha scritto per la casa editrice Chiarelettere.

OggiScienza TV – Incontro con la foca monaca

OggiScienza TV - Incontro con la foca monaca Il 24 giugno scorso lungo la costa occidentale dell’isola di Cherso in Croazia è stato avvistato un individuo di foca monaca. Ne parliamo con Nikolina Rako, ricercatrice presso l'NGO Blue World Institute for Marine Research and Conservation.

Non solo nucleare

I cittadini italiani hanno da poco archiviato il nucleare grazie ad una mobilitazione che non si registrava da sedici anni....

Com’era verde l’Antartico

NOTIZIE - Recuperare carote di sedimento marino in condizioni impervie, datare con difficoltà ogni strato del campione, smistare migliaia di piccolissimi granuli di polline, catalogarli e capire a quale specie vegetale apprtengono (appartenevano). Questo il lavoro titanico computo dal team multidisciplinare che segue il progetto SHALDRIL, il cui scopo è ricostruire la flora e il clima negli ultimi 36 milioni di anni nella Penisola Antartica, la parte più settentrionale del continente, l'ultima ad essere stata ricorperta dai ghiacci (negli ultimi 55 milioni di anni) e la prima a scongelarsi ai giorni nostri a seguito del riscaldamento globale. Il lavoro, finanziato dalla National Science Foundation statunitense, è iniziato nel 2002. Alcune carote di sedimento fangoso (lunghe circa 30 m) sono state prelevate nelle acque basse vicino alla costa della penisola da John Anderson, primo autore della ricerca della Rice University. Il sedimento poi è stato datato dal paleooceanografo Steven Bohaty, dell'Università di Southampton) e dal suo team. Julia Wellner (ora all'Università di Houston) ha invece analizzato le caratteristiche del sedimento per capire se si fosse formato sotto a uno strato di ghiaccio, in mare aperto o in un mix delle due condizioni

Dalla tazzina ai funghi

AMBIENTE - Il caffè in Italia è una mania, ogni città ha il suo modo tipico di servirlo. Chi vi scrive per esempio abita a Trieste, città che vanta il consumo di questa bevanda fin dal Settecento. A Trieste il consumo è il doppio rispetto alla media nazionale ed esistono decine di varianti di caffè dai nomi più strampalati. La bella sorpresa è che dai resti del caffè, il nostro Paese potrebbe far soldi e creare posti di lavoro. Come? Utilizzando i fondi e gli scarti di lavorazione della tostatura per produrre funghi. Shuting Chang, professore di biologia all’Università di Hong Kong, che collabora al progetto Zeri (Zero Emission Research Initiative), da più di vent’anni sta svolgendo delle ricerche che dimostrano come il caffè sia un substrato ideale per la coltivazione di funghi. Il professor Chang ha ottenuto ottimi risultati soprattutto per la crescita degli ostrica, degli shitake e dei reishi. I suoi studi confermano che il chicco di caffè, dalla piantagione alla torrefazione, fino al consumatore è una coltura perfettamente monitorata, soggetta a controlli qualitativi che non hanno eguali tra gli altri prodotti agricoli e tutto gioca a favore dei funghi

Autostrade oceaniche

AMBIENTE - In questi giorni sono apparsi su Nature i risultati di uno dei più consistenti progetti biologici mai finanziati ad oggi, denominato progetto TOPP (Tagging of Pacific Predators), che negli ultimi 10 anni ha coinvolto più di 75 fra biologi, oceanografi, ingegneri e informatici. Un’indagine di portata senza precedenti, assimilabile ad quelle che coinvolgono per lo più la fisica e l’astronomia, che ha permesso di comprendere i tragitti percorsi da 23 specie diverse di predatori marini dell’Oceano Pacifico, visibili anche qui Attraverso l’applicazione di alcune piccole trasmittenti sul dorso degli animali, quest’ultimi stati letteralmente spiati via satellite per conoscerne le migrazioni e gli habitat più frequentati. Dai medesimi ‘tag’ elettronici sono state ottenute anche informazioni riguardanti la temperatura dell’acqua, salinità e la profondità degli spostamenti effettuati.

Body snatchers

Questo post fa parte del IV° Carnevale della biodiversità, il cui argomento è "Alieni fra noi". Il Carnevale èospitato da...
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