ARTE, MUSICA & SPETTACOLI - Al Museo tridentino di scienze naturali, dal 6 novembre una mostra tra arte e scienza conclude in bellezza l'anno della biodiversità.
Quando si parla di "arte e scienza", di solito sospettiamo che una delle due sarà nascosta molto sotto l'altra. Questa volta non è successo. Claudia Pasquero e Marco Poletto, i due giovani architetti italiani che hanno fondato a Londra l'Ecologicstudio, hanno creato una "Macchina per l'ecopaesaggio", insieme familiare e insolita. E' una sorta di serra dal soffitto della quale pendono fiori trasparenti che ricordano quelli dei convolvoli. Però sono sigillati e infilzati con tubi come quelli per le perfusioni. I ricercatori del museo ci hanno versato l'acqua di dieci laghi trentini, prelevata vicino e lontano dalle rive, dalla superficie e a varie profondità, per avere campioni dei diversi ecosistemi completi di protozoi, alghe, magari un po' di limo.
AMBIENTE - Questa volta non sembra proprio colpa dell'industria alimentare. Anche negli Stati Uniti, risulta da una ricerca di Arnold Schechter dell'università del Texas et al. pubblicata su Environmental Science and Technology, su 105 tipi di alimenti confezionati in lattine, barattoli, vaschette, pellicole, 63 contengono livelli di bisfenolo Ada 500 a 1000 mille volte inferiori al massimo previsto dalla regolamentazione. Così però i conti non tornano [Continua...] . Nell'urina, sia gli americani che gli europei ne eliminano ben più di 0,05 microgrammi. Non siamo noi a metabolizzarlo e in natura non esiste. In compenso nella vita quotidiana lo incontriamo spesso, per esempio riveste la carta termica sulla quale i registratori di cassa stampano gli scontrini.
AMBIENTE - Prendete 54 tartarughe trovate morte spiaggiate o intrappolate a morte nelle reti di incauti pescatori e poi controllate cosa hanno mangiato di recente, cioè quali sono i contenuti del loro stomaco. Scoprirete che una ogni tre animali raccolti non presenterà resti di molluschi, granchi o pesci poco veloci, sue prede abituali, ma sacchetti per la spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca. Come minimo questi detriti sottraggono spazio al cibo, più normalmente provocano occlusione e morte.
AMBIENTE – Ottomila morti all'anno. A tanto arriva la stima dei decessi causati dalle emissioni degli aerei che volano sopra le nostre teste (molto sopra le nostre teste), a un'altitudine di oltre diecimila metri. Il dato inquietante è il risultato di uno studio dell'MIT, il Massachusetts Institute of Technology, in partnership con l'AiR Transportation Noise and Emissions Reduction e pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Science and Technology.
AMBIENTE - Normalmente parchi e riserve marine sono gli strumenti migliori per preservare ecosistemi fragili e specie in pericolo. Si tratta per lo più di meravigliose e grandi aree dotate di un elevato grado di naturalità, spesso lontane dagli agglomerati urbani e il cui accesso è regolato in maniera scrupolosa. Eppure ci sono specie a rischio d’estinzione che le disdegnano, preferendo di gran lunga substrati artificiali ‘urbani’ situati in prossimità dei porti.
C'era una volta a Ferrara, nella frazione di Sant'Egidio, l'Oasi del Poggetto. Era universalmente conosciuta come "Oasi" per il suo indubbio valore naturalistico e prendeva il nome dal vicino Santuario della Beata Vergine del Poggetto, risalente al XII secolo. L'area comprendeva maceri (un tempo utilizzati per la canapa), bacini palustri, siepi, boschi e boschetti con imponenti alberi secolari. Uno di questi maceri era poi particolarmente rilevante, trattandosi di una struttura naturale detta "gorgo" e compariva, assieme a un boschetto, già nelle mappe del 1814. Un territorio quindi strutturalmente eterogeneo, perfetto per ospitare fauna e flora tipica del territorio. Era una tenuta privata, ma rientrando tra le aree sotto la gestione di un'azienda faunistico venatoria, era adeguatamente controllata e mantenuta. Oggi, quel patrimonio naturalistico a pochi chilometri da Ferrara (città Patrimonio Mondiale dell'Umanità) non esiste più: tabula rasa, nel vero senso della parola
NOTIZIE - Com’è verde la California. A differenza della maggior parte degli stati USA qui la sensibilità per la causa ambientale è radicata nella cosicenza dei cittadini e nelle amministrazioni. Tanto che in controtendenza assoluta rispetto alla Nazione, nel 2006 è stata varata una legge – L’Assembly Bill 32 – che prevede per il 2020 una riduzione delle emissioni antropiche di anidride carbonica ai livelli del 1990 (il che significa, rispetto a oggi, un taglio del 25%). Per il 2050 la legge prevede addirittura di arrivare all’80% delle emissioni misurate nel 1990. Stato virtuoso, la California – in media ogni cittadino californiano consuma la metà dell’energia dell’americano medio, senza alcun detrimento sulla qualità di vita – ma non immune dagli aggressivi attacchi delle compagnie petrolifere.
Fra qualche settimana infatti i cittadini californiani saranno chiamati a rispondere a un referendum per approvare o respingere la Proposition 23, una legge che intende “congelare” l’AB 32.