Dopo aver cercato di contrastare l'avanzata degli editori predoni insieme a quella dell'open access, le multinazionali dell'editoria scientifica sono passate alla controffensiva e pubblicano crackpottery in open access e non.
Un film, tratto da una storia vera. È il 1985, e a seguito di un rapporto non protetto con una tossicodipendente il rude texano Ron Woodroof contrae l’HIV: gli vengono dati 30 giorni di vita. Inizialmente rifiuta di accettare la diagnosi, convinto in quanto omofobo che la malattia sia collegata solamente all’ambiente gay. I sintomi tuttavia non tardano a mostrarsi e Ron perde il lavoro, gli amici, e cerca aiuto in ospedale dove è in corso di sperimentazione l’AZT (azitotimidina, anche nota come zidovudina o ZDV), il primo antivirale approvato dalla Food and Drug Administration (FDA). A metà dei pazienti viene somministrato il farmaco, all’altra metà un placebo senza tracce di principio attivo: Ron non viene accettato nella sperimentazione, perciò corrompe un infermiere e si procura il farmaco di nascosto.
La OMICS/Scholar Central di Hyderhabad è nella Beall's list degli editori "predoni". Il suo direttore, Srinubabu Gedela, se ne lamentava su Nature, sebbene pretenda dai 2.700 ai 3.600 dollari a pubblicazione e a sorpresa, i prezzi non essendo indicati sul sito.
Sul Journal of the American Medical Association, Paul Offit passa in rassegna i vent'anni di attività del National Center for Complementary and Alternative Medicine (NCCAM), il più grande istituto al mondo per gli esperimenti clinici sull'efficacia delle medicine alternative. Visti i risultati, propone che il Centro studi l'effetto placebo.
In diverse Regioni d’Italia, Toscana in testa, hanno aperto ambulatori di medicina non convenzionale, con prestazioni rimborsate dal sistema sanitario....