Un anno fa durante le vacanze, il prof. Migheli difendeva la Costa dei Grifoni contro progetti edilizi dissennati. Nell'orario di lavoro cerca di difendere le piante alimentari e chi le consuma da muffe micidiali, come dimostra di nuovo sull'International Journal of Food Biology.
CRONACA - Oltre cento morti solo in Guinea, una decina in Liberia e diversi casi sospetti di pazienti in Ghana, Mali, Senegal e Sierra Leone: sono questi gli ultimi dati rilasciati dall’Organizzazione mondiale per la sanità sull’epidemia di ebola in corso nelle ultime settimane in Africa. A colpire è il ceppo peggiore del virus, quello a più alto tasso di mortalità, chiamato Zaire, con picchi anche oltre il 90%. E il contagio è in espansione non solo nei villaggi rurali, isolati gli uni dagli altri, ma ha iniziato a minacciare i grandi centri urbani, in particolare la città di Conakry (capitale della Guinea) dove vivono circa due milioni di persone. “È uno dei peggiori focolai di ebola che abbiamo mai affrontato” dichiara l’Oms, che pronostica almeno altri quattro mesi di sforzi per arginare il più possibile il contagio. E in diversi aeroporti internazionali sedi di scalo per i voli provenienti dall’Africa è già scattato il codice rosso: in Europa a Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona.
Ciò che siamo lo dobbiamo anche ai tanti microbi che abbiamo ospitato di generazione in generazione. Ogni specie vivente è il frutto di una storia evolutiva che dipende da tanti fattori, non ultimo dall'influenza delle forme microbiche che vivono a stretto contatto con essa.
NOTIZIE - A metterci in guardia è una ricerca in fase di pubblicazione su Fungal Biology, la rivista della British Mycological Society.
Nutrienti derivati dai residui di cibo, l'ambiente umido e caldo creano un habitat ideale per due tipi di funghi, che si possono trovare anche in altri elettrodomestici da cucina come lavatrici e macchine da caffè. I ricercatori hanno riscontrato che il 62% dei campioni prelevati dalla gomma sulle porte delle lavastoviglie conteneva i funghi Exophiala dermatitidis e E. phaeomuriformis, entrambi conosciuti per essere potenzialmente pericolosi per la salute umana.
Se pensiamo ad ambienti estremi ci vengono in mente gli abissi oceanici o le regioni aride, dove pochi organismi sopravvivono, e invece è proprio nelle nostre case accoglienti che l'evoluzione ha selezionato funghi estremamente resistenti, estremofili domestici che si sono adattati ad una nicchia ambientale non così ospitale. Alte temperature che oscillano tra i 60 e gli 80°C, un ambiente alcalino, l'uso di detergenti e sali nelle lavastoviglie creano un ambiente in cui questi organismi riescono a sopravvivere e a proliferare.
LA VOCE DEL MASTER - “Ma quindi abbiamo una malattia come le mucche?”. Questa è una delle tante domande che i pazienti affetti da sclerosi multipla rivolgevano a Eleonora Cocco, ricercatrice presso il Centro Sclerosi Multipla dell’Università di Cagliari, all’indomani della pubblicazione sui quotidiani dei risultati di una ricerca nella quale è stata direttamente impegnata. I dubbi erano frutto dei termini sensazionalistici con cui diversi organi di stampa hanno riferito di uno studio, ancora in fase preliminare, riguardante la possibile associazione fra il Mycobacterium avium subspecies paratubercolosis (MAP), un bacillo responsabile della paratubercolosi nei ruminanti, e la sclerosi multipla.
Alcuni studi condotti in passato avevano già evidenziato una correlazione tra MAP e due malattie autoimmuni, il diabete di tipo 1 il e morbo di Crohn: il batterio era stato cioè identificato più di frequente nei pazienti colpiti dalle malattie che nei controlli sani. Cocco e colleghi hanno quindi ritenuto opportuno valutare la presenza di questo microrganismo anche nelle persone affette da sclerosi multipla, altra patologia autoimmune
CRONACA - Almeno nel moscerino della frutta, la scelta del partner sessuale dipende anche dai batteri simbionti presenti nell'intestino dell'insetto...