Subito dopo l'argento vinto a Sochi nella prova di discesa libera lo sciatore altoatesino Christof Innerhofer ha detto ai cronisti di Sky Sport: “Contano i dettagli e stavolta li ho azzeccati tutti”.
Fisici dell'Università di Harvard e dell'MIT di Boston, negli Stati Uniti, hanno creato una nuova forma di materia. La ricerca smentisce una convinzione comune sulla luce, e cioè che i fotoni non possano interagire tra loro. Un risultato di gran lunga più importante è che le molecole fotoniche create dal gruppo statunitense ci permetteranno di combattere come uno Jedi.
Un comunicato stampa dell'Università di Nottingham, annuncia "una tecnologia che cambierà il mondo". Messa a punto da Edward Cocking, consentirà a 200 piante alimentari, potenzialmente a tutte, di fissare anche l'azoto dell'aria e di incrementarne la resa riducendo sia l'uso di fertilizzanti che l'inquinamento da nitrati.
FUTURO - Vedere attraverso la nebbia, tutto analizzando semplicemente la luce naturale. Questo è quello che una ricerca pubblicata su Nature Photonics promette. Ori Katz e colleghi del Weizman Instutute in Israele hanno messo a punto una tecnica che permette di ricostruire l'immagine di un oggetto anche se questo si trova oltre a un mezzo torbido, come la nebbia per esempio, o un vetro smerigliato. Anche se l'argomento è stato studiato a lungo, spiegano gli autori, finora gli scienziati ritenevano questo risultato molto difficile da raggiungere.
La novità del lavoro di Katz e colleghi sta soprattuto nel fatto che la metodologia non richiede l'utilizzo di sorgenti di luce speciale, come i laser per esempio, ma utilizza la luce naturale diffusa attraverso il mezzo. La luce riflessa da un oggetto, quando passa attraverso altri corpi e strati di materia (anche semplicemente l'atmosfera) viene diffusa (in inglese "scattered") in diverse direzioni facendo arrivare ai nostri occhi un'immagine più o meno confusa. Il livello di degrado dell'immagine dipende dall'opacità del mezzo
CRONACA - Se, domenica, l'Italia del pallone ha detto addio alla Coppa Europa, il giorno prima la Francia aveva salutato, sicuramente con meno emozione e risonanza mediatica, il precursore della rete globale, a trent'anni dal suo lancio. Si tratta del Minitel, lanciato a livello nazionale oltralpe nel 1982: una rete commerciale online, la prima, che portò home-banking, prenotazioni di viaggi, previsioni meteo e chat osé a disposizione di milioni di utenti. Già, milioni: nei tardi anni Novanta, quando il Minitel raggiunse il suo picco, connetteva ai suoi servizi ben 25 milioni di utenti, tutti in Francia.
In un paese in cui la resistenza a tutto ciò che è etichettato come 'anglosassone' ha sempre incontrato una forte resistenza (ai tempi dell'entrata della Coca Cola in Francia, ci furono interpellanze parlamentari per fermare la Coca-colonizzazione), il Minitel era considerato con orgoglio un simbolo delle capacità tecnologiche francesi, un prodotto di maggior valore perché fatto in casa
NOTIZIE - Un gruppo di bioingegneri della Stanford University, California, ha recentemente messo a punto un sistema per codificare, archiviare e cancellare dati digitali all'interno del Dna di cellule viventi. Jérôme Bonnet, bioingegnere francese trapiantato negli Stati Uniti, alla guida del gruppo, ha usato degli enzimi naturali, adattati da batteri, per capovolgere delle sequenze di Dna in un senso o nell'altro.
"Ci sono voluti tre anni e 750 tentativi per far funzionare il procedimento, ma alla fine ce l'abbiamo fatta", afferma Bonnet, che ha lavorato al progetto insieme Drew Endy e Pakpoom Subsoontorn, del dipartimento di bioingegneria dell'ateneo statunitense. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista PNAS.
Nella pratica, i ricercatori hanno creato l'equivalente genetico di una cifra binaria, il bit. Essenzialmente, se una sezione di Dna punta in una direzione, corrisponde a uno zero; se punta nell'altra, a un uno. "L'archiviazione di dati all'interno del Dna di cellule viventi ha ottime potenzialità per lo studio di cancro, invecchiamento, e non solo", ha dichiarato Endy. I ricercatori, per esempio, potranno ora contare il numero di divisioni di una cellula, e ciò potrebbe in futuro dare la possibilità di 'spegnere' le cellule prima che queste diventino cancerose.
CRONACA – Il cancro al seno è una delle forme più comuni di cancro tra le donne: basti pensare che ogni anno è diagnosticato, nel mondo, a più di 450.000 donne. Per diagnosticarlo, vengono attualmente usate tecniche di imaging come la mammografia a raggi X e l’ultrasonografia, che si basano soprattutto sui cambiamenti morfologici del tessuto del seno, per distinguere tra un tessuto benigno e uno maligno. La sensibilità di questi due strumenti è però limitata, oltre a essere affetta da altri inconvenienti, come il rischio di falsi positivi o falsi negativi; inoltre, espone le donne a dosi di radiazione ionizzante che, per quanto basse e accettate come innocue, possono comunque presentare dei rischi.
Per queste ragioni, da qualche anno si stanno sviluppando metodi che sfruttano la luce rossa e infrarossa per visualizzare i tumori in maniera non invasiva, e ciò grazie soprattutto alla capacità di queste tecniche di fornire informazioni senza fare uso di radiazioni ionizzanti. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Twente e del Medisch Spectrum Twente Hospital di Oldenzaal, nei Paesi Bassi, ha recentemente completato la prima fase di sperimentazione di un nuovo dispositivo di imaging, basato sulla fotoacustica
ARTE, MUSICA E SPETTACOLI - C’è un luogo sulle rive del Danubio, a metà strada fra Vienna e Salisburgo, dove è possibile chattare con un androide al telefono o accarezzare un piccolo di foca robotico, scavare nei sogni delle macchine o scattare una foto alla propria retina per mandarla agli amici; qui, i viaggi nello spazio cosmico sono all’ordine del giorno e non c’è da stupirsi se ci si imbatte in un essere umano dotato di protesi caudale. Questo stesso luogo, ogni anno da ormai più di 30 anni, verso la fine dell’estate, si trasforma in un punto di riferimento per i navigatori di tutto il mondo che solcano i mari dell’arte, della scienza e della tecnologia d’avanguardia: non importa da quale porto siete partiti, quali passioni o quale età avete, l’Ars Electronica Center, il museo del futuro di Linz, e il suo Festival riusciranno certamente a stimolare il vostro interesse.
FUTURO - Che ne dite di trasformare la vostra vita in una sorta di videogioco? Non uno sparatutto, o un picchiaduro, per carità! Piuttosto qualcosa di simile a Super Mario, dove per ogni vostra azione, magari collegata a un movimento, ottenete un punteggio. Bene, tutto questo esiste, si chiama GreenGoose e potrebbe essere la moda tecno-ludica dei prossimi anni.
NOTIZIE - un semplice dispositivo elettroencefalografico può ridurre i tempi di reazione nelle frenate in automobile e diminuire la probabilità di incidente. Lo studio è stato pubblicato ieri sul Journal of Neural Engineering, e dimostra che l'utilizzo di elettrodi appoggiati sullo scalpo del guidatore, uniti ai sistemi di guida servo-assistita già in uso, possono ridurre il tempo di inizio della frenata di 130 millisecondi rispetto a una normale frenata a pedale. Se un'auto si muove a 100 km/h questo significa una riduzione dello spazio di frenata di 3,66 m