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Meno piante, più allergie

SALUTE - Da una parte allergie e malattie autoimmuni, che sono in aumento. Dall'altra la biodiversità che, al contrario, è in rapido declino. E se i due trend fossero collegati? L'allergologo Tari Haahtela dell'Università di Helsinki non ha dubbi: il collegamento esiste e passa anche per un altro elemento, cioè la varietà dei batteri che vivono sulla nostra pelle. Haahtela parla di "ipotesi biodiversità": l'idea è che il ridotto contatto delle persone con l'ambiente naturale alteri i circuiti di regolazione dell'attività immunitaria e che questo spiani la strada a quei disturbi in cui il sistema immunitario prende di mira sostanze innocue (allergie) o lo stesso organismo a cui appartiene (autoimmunità). Un'ipotesi che sembra trovare conferma nei risultati di un'indagine condotta dal medico (e collaboratori) su un centinaio di adolescenti finlandesi

La grotta delle Torri di Slivia – da maggio a Trieste

EVENTI - Dopo quarant'anni di chiusura, riapre al pubblico la grotta delle Torri Slivia, una cavità naturale che si trova sul Carso triestino, nel comune di Duino Aurisina, vicino a Trieste. Dal primo maggio i visitatori possono scendere nella grotta percorrendo i 200 scalini che portano a circa 60 metri di profondità e ammirare (nel pieno rispetto dell'ambiente) quella che è stata definita come una delle più belle cavità del luogo.

Il sistema immunitario nello spazio

SALUTE - Vivere a bordo della Stazione spaziale internazionale è un’esperienza unica, ma non fa tanto bene alla salute. Dopo lunghi periodi in assenza di gravità, gli astronauti vanno incontro a una serie di effetti collaterali: perdita di densità ossea, atrofia muscolare, disturbi del sistema nervoso, ipertensione, maggiore vulnerabilità alle infezioni. Da anni gli scienziati studiano le reazioni dell’organismo umano in orbita, non solo per aiutare chi affronta le missioni spaziali, ma anche per comprendere meglio meccanismi fisiologici che potrebbero rivelarsi utili sulla Terra.

Un sistema digerente “vivente”

CRONACA - La storia in breve è questa: Nepenthes bicalcarata, una pianta carnivora ghiotta di insetti, ha un ospite fisso, la formichina Camponotus schmitzi, che però non viene mangiata. La formichina ricompensa facendo la cacca dalla quale la pianta ricava fino a oltre il 70% del suo fabbisogno in azoto, risorsa cruciale per la sopravvivevnza (che di solito le piante carnivore ricavano digerendo direttamente l'insetto).

Il mammoscopio fotoacustico (senza raggi X)

CRONACA – Il cancro al seno è una delle forme più comuni di cancro tra le donne: basti pensare che ogni anno è diagnosticato, nel mondo, a più di 450.000 donne. Per diagnosticarlo, vengono attualmente usate tecniche di imaging come la mammografia a raggi X e l’ultrasonografia, che si basano soprattutto sui cambiamenti morfologici del tessuto del seno, per distinguere tra un tessuto benigno e uno maligno. La sensibilità di questi due strumenti è però limitata, oltre a essere affetta da altri inconvenienti, come il rischio di falsi positivi o falsi negativi; inoltre, espone le donne a dosi di radiazione ionizzante che, per quanto basse e accettate come innocue, possono comunque presentare dei rischi. Per queste ragioni, da qualche anno si stanno sviluppando metodi che sfruttano la luce rossa e infrarossa per visualizzare i tumori in maniera non invasiva, e ciò grazie soprattutto alla capacità di queste tecniche di fornire informazioni senza fare uso di radiazioni ionizzanti. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Twente e del Medisch Spectrum Twente Hospital di Oldenzaal, nei Paesi Bassi, ha recentemente completato la prima fase di sperimentazione di un nuovo dispositivo di imaging, basato sulla fotoacustica

USA extralarge

SALUTE - L'obesità è un problema grave ormai non più solo nei paesi industrializzati, che però restano la spia d'allarme di questo problema. Gli Stati Uniti in questo senso sono uno dei posti da tenere d'occhio per capire come crescerà in media il numero di persone obese e che tipo di conseguenze potrebbero esserci (aumento dellemalattie collegate, spesa pubblica sanitaria, spesa pubblica per l'assistenza, ecc.). Se la situazione oggi negli USA non è rosea, lo sono ancora di meno le previsioni. Oggi circa un terzo degli americani è obeso ed entro il 2030, secondo uno studio pubblcato ieri sull'American Journal of Preventive Medicine entro il 2030 lo sarà il 42 %, con un 11% di obesi gravi. L'accessibilità a cibo di bassa qualità e la scarsa qualità sono fra le principali ragioni alla base del problema. In Europa la situazione è migliore ma resta preoccupante, specie fra i bambini

Riciclo per pattinatori

AMBIENTE - L'isola di rifiuti del Pacifico (Great Pacific Garbage Patch) non ha nulla di positivo. È un enorme accentramento di spazzatura galleggiante (prodotta dall'uomo) trasportata dalle correnti in un area estesa del Nord Pacifico, composta per la gran parte da materiali plastici, non biodegradabili e quindi destinati a star là fino a che semmai non affonderanno (e nemmeno questa è una buona prospettiva). Oltre a essere oggettivamente orribile è molto dannosa soprattutto perché i pezzettini più piccoli in cui le correnti trasformano quelli che erano oggetti di discrete dimensioni, vengono ingeriti da pesci, molluschi e crostacei, finendo per ostruire loro vasi sanguigni e/o apparato digerente. In tutto questo sfacelo però c'è almeno un animale a cui l'isola (che non è un isola, ma un ammasso informe) sembra giovare: gli insetti pattinatori marini. Si tratta di sole cinque specie di Gerridi del genere Halobates, in pratica gli unici insetti a vivere in mare aperto. Questi singolari animali passano la loro vita scivolare sul filo dell'acqua (e grazie a una sorta sdi giubbotto di salvataggio, fatto da una fitta copertura di peli sul corpo riescono ad affrontare onde e tempeste) mangiando plancton. Secondo una ricerca di prossima pubblicazione si Biology Letters questi animali hanno scoperto un modo per sfruttare la spazzatura galleggiante del Nord Pacifico: ci attaccano le uova (e stanno sviluppando un serio attaccamento a questo ambiente)

Il pranzo è servito, ma la dieta meditterranea non piace più

COSTUME E SOCIETÀ - Sarà forse colpa della dieta Dukan, ma gli italiani sembrano non amare più la dieta mediterranea. A dirlo è l’Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, che ha pubblicato l’ultima indagine sui consumi e sulle abitudini alimentari degli italiani. Guardando agli ultimi 150 anni, l’allontanamento dal modello alimentare mediterraneo comincia verso la fine degli anni ’60, con una diminuzione del consumo di proteine vegetali e carboidrati a favore di proteine animali e grassi di origine animale. Oggi le cinque porzioni di frutta e verdura, tanto care alle mamme, sono quasi un miraggio. In media ne consumiamo 418 grammi al giorno, appena sopra il minimo raccomandato dalla Fao (400 g). In compenso mangiamo molta carne rossa, circa 700 grammi a testa alla settimana contro i 400-450 grammi raccomandati

Tutto quello che avreste voluto chiedere sul cervello

CULTURA - È stato lanciato ieri un nuovo sito dagli intenti ambiziosi. Si chiama Brainfacts.org, è finanziato con 1,53 milioni di dollari (sul periodo si sei anni) e raccoglierà le informazioni più importanti (e più accertate) provenienti dagli istituti leader della ricerca sul cervello (sia sulla ricerca di base nelle neuroscienze, sia sulle patologie che interessano il sistema nervoso). Il sito è rivolto non ad altri scienziati ma a genitori, studenti, educatori e, non ultimi, policymaker. Questa la mission dichiarata sul sito: Un sito no-profit che offre informazione accurata e risorse per gli educatori per sostenere la sempre crescentre fascinazione del pubblico verso "le meraviglie del cervello e della mente" e per aiutare a smontare i "neuromiti". I tre partner finaziatori non sono da poco: le fondazioni Gatsby e Kavli e la Society for Neuroscience.
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