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Diatomee spaziali: i dubbi degli scienziati

IL PARCO DELLE BUFALE - Visto che giustamente una lettrice ci fa notare che abbiamo fatto le pulci allo studio sulla diatomea dallo spazio solo basandoci su quello che abbiamo letto in giro (a dire il vero ho letto io stessa il paper, e molti commenti sono derivati da quella lettura) ma non a testimonianze dirette ho pensato di chiedere il parere di qualche esperto. Ho contattato Michele Maris, della sezione triestina dell'INAF, esperto di pianeti, che ha prontamente messo su un team di debunker (insieme a Marcella D'Elia, INFN, e Domenico Licchelli, INAF) e si è messo al lavoro per noi. Inoltre ho lanciato un appello anche oltre oceano a Sandra Pizzarello, biochimica della Arizona State University ed esperta di astrobiologia, che ha subito risposto al mio appello. Licchelli dice: "le diatomee ci sono e sono anche carine" però aggiunge che prima di tutto bisognerebbe dimostrare l'origine extraterrestre di quel frammento e sia lui che Maris ne dubitano fortemente. "Quello che mi aspetto è di vedere almeno nella prima delle loro foto la crosta di fusione o un qualche segno di shock termico sul meteorite, cosa che nelle foto non si vede," spiega Maris

OggiScienza TV – Uno anzi due caffè al giorno …

OGGISCIENZA TV - Secondo una nuova ricerca del gruppo di ricercatori tra cui i genetisti del professor Paolo Gasparini del Burlo Garofolo di Trieste, il caffè potrebbe avere un effetto benefico sull’udito. Ne parliamo con Giorgia Girotto, una delle giovani ricercatrici che assieme a Dragana Vuckovic, ha condotto lo studio.
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Australiani? Isolati, ma non troppo

COSTUME E SOCIETÀ - In un panorama scientifico in continuo divenire in cui le nostre conoscenze vengono quotidianamente modificate e messe in discussione da nuove scoperte, favorite a loro volta dallo sviluppo di tecnologie di indagine sempre più economiche e all'avanguardia, poche informazioni sono considerate in qualche modo 'consolidate'. Nell'ambito dello studio dell'evoluzione umana e del popolamento della nostra specie dell'intero pianeta, una di queste conoscenze acquisite riguarda la colonizzazione del continente australiano e il successivo isolamento delle popolazioni giunte in questi territori dopo il primo imponente episodio migratorio. In generale, infatti, si è sempre pensato che le prime popolazioni umane giunsero in Australia intorno a 40.000 anni fa e che, almeno fino ai tempi storici, queste rimasero isolate dal resto dell'umanità (a parte contatti puntiformi con gli abitanti di Nuova Guinea e delle isole indonesiane e melanesiane). Questo punto fermo era basato su diversi studi che avevano confrontato il DNA degli aborigeni australiani con quello di diverse popolazioni provenienti da tutti gli altri continenti. Forse però questi studi non erano così approfonditi e condotti su campioni troppo ristretti poter cogliere alcuni importanti dettagli, come si legge sulle pagine della rivista PNAS in una ricerca condotta da Irina Pugach del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia ed altri ricercatori di svariate nazionalità che mette in dubbio questa nozione largamente condivisa. Lo studio ha analizzato, e successivamente confrontato tra loro, la varibilità all'interno dei genomi di aborigeni australiani, abitanti della Nuova Guinea e delle maggiori isole del Sudest asiatico, nonché di alcune popolazioni indiane provenienti dalle regioni da cui probabilmente partirono gli antenati dei primi colonizzatori dell'Australia.

Ferriera di Trieste: la risposta di ARPA FVG

SALUTE - Pochi giorni fa facevo il punto sui dati, noti fin qui, riguardo all'inquinamento e alla situazione sanitaria intorno alla Ferriera Lucchini-Severstal situata nella città di Trieste. Riportavo anche l'appello dell'assessore regionale Sergio Lupieri che chiede da tempo ad ARPA FVG di rendere pubblici i dati raccolti dall'Osservatorio epidemiologico ambientale per il periodo 2008-2010. Lupieri infatti sostiene che sono almeno sette mesi che li chiede ma di non aver avuto nessuna data certa (per la pubblicazione) da ARPA FVG. Ho raggiunto Fulvio Daris, direttore tecnico di ARPA FVG, e gli ho posto la stessa domanda di Lupieri: "La presentazione verra fatta nell'arco di pochi giorni in commissione regionale. Essendo la Regione uno dei committenti ritengo opportuno non divulgare i dati fino al momento in cui li presenteremo in quella sede, poi informeremo immediatamente pubblico e stampa". Pochi giorni significa un mese, una settimana, un anno? "Sono fiducioso che l'incontro avverrà entro fine gennaio. Infafti domani, venerdì, ci troveremo per mettere a punto gli ultimi dettagli della presentazione."

E il fotone fu

Ai lettori che apprezzano l'epistemologia dell'ex vice presidente del CNR, Roberto de Mattei, consigliamo la rivista Scientific GOD Journal. Appassionerà anche gli esperti di alternative alla teoria dell'evoluzione e di "altre ricerche scientifiche di frontiera che molti considerano pseudo-scienza".

Domande da parlamentari. Tra ufo, scie chimiche, fusione fredda (e qualche furbizia?)

POLITICA - L'ultimo caso è stato quello dell'onorevole Giuseppe Vatinno. Lo ha sollevato sul suo blog il direttore delle Scienze Marco Cattaneo, ma conviene riassumere. Il 20 dicembre scorso Vatinno e il collega Francesco Barbato (entrambi deputati dell'Italia dei valori) hanno presentato un'interrogazione parlamentare diretta ai ministri della difesa e degli affari esteri per sapere se l'Italia disponga e dove di eventuali strutture delle Forze armate o di altri Corpi dello Stato dediti allo studio del fenomeno ufologico, se siano stati prodotti documenti e relazioni riservati in ambito nazionale o Nato, se infine in Italia si possa prevedere la creazione di una struttura dedicata munita dei requisiti di trasparenza pubblica. Gli onorevoli si chiedevano inoltre se i ministri fossero a conoscenza di una lunga serie di fatti ufologici

Prove a sfavore del modello delle sinapsi negli adulti

NOTIZIE - Uno studio recentemente pubblicato su Science rivoluziona due decenni di conoscenze sulla comunicazione di segnali tra cellule nervose. Un gruppo di neuroscienziati statunitensi, guidato da Maiken Nedergaard, dimostra infatti che la sinapsi tripartita - un modello da tempo accettato dalla comunità medica, e in cui diverse cellule collaborano per trasmettere i segnali all'interno del sistema nervoso centrale - non esiste nel cervello adulto. "La nostra scoperta dimostra che il modello a sinapsi tripartita è sbagliato, almeno per quanto riguarda il cervello adulto", afferma Nedergaard, prima autrice dello studio e condirettrice del Centro medico di neuromedicina dell'Università di Rochester, Stati Uniti
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