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La diatomea che cadde dallo spazio (ovvero, la bufala galattica)

IL PARCO DELLE BUFALE - Lo scrive Bignami sul blog di Focus, lo riprende anche repubblivca con tanto di foto (anche se misteriosamente pur apparendo nella pagina delle scienze, il link all'articolo non funziona), e se fate una ricerca su Google ne trovereta a pacchi di siti che ripetono a pappagallo "Trovata la prova dell'origine extraterrestre della vita". Con buona approssimazione vi dirò subito che questa notizia è falsa. Sono vari gli argomenti che smontano le conclusioni tratte nell'articolo pubblicato sul Journal of Cosmology, che sono più o meno queste: In Shri Lanka lo scorso dicembre s'è visto sfrecciare un meteorite nel cielo. I pezzi sono stati trovati per terra e mandati a un laboratorio. Al microscopio sono state osservate delle strutture molto simili alle diatomee (alghe unicellulari). Dato che sono fossili non possono provenire dalla Terra e quindi non sono contaminazioni. Dunque si tratta di vita extraterrestre

Meno di zero?

CRONACA - Ricercatori dell'Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera hanno recentemente pubblicato un articolo su Science, in cui descrivono la creazione di un materiale ultrafreddo, la cui temperatura assoluta, udite udite, sarebbe negativa! Ma cosa significa avere una temperatura negativa? Immaginate di trovarvi nello spazio siderale: buio assoluto, lontani milioni di anni luce dalla galassia più vicina, vi siete persi dopo un passaggio nell'iperspazio sulla Millennium Falcon. Nello spazio siderale, fa freddissimo: circa -270° Celsius, troppo freddo persino per lo Yeti. Alcuni potrebbero pensare che lo spazio siderale è il posto più freddo nell'universo. Ma contrariamente a quello che si crede, c'è un posto ancora più gelido, e non molto distante da casa nostra: il Large Hadron Collider al CERN. Per raffreddare i magneti superconduttori, necessari a mantenere i velocissimi protoni sulla loro traiettoria circolare, i fisici usano dell'elio superfluido, un grado e qualcosa più freddo dello spazio siderale: -271,25° Celsius. Con enormi sforzi, si può fare un po' meglio di così, ma non molto: la fisica predice l'esistenza di una temperatura minima, sotto la quale non si può raffreddare niente, nemmeno in linea di principio: si chiama infatti lo zero assoluto, o zero della scala Kelvin: -273,15° Celsius. Si possono avere temperature sottozero in gradi Celsius, come in Gennaio, mentre è del tutto impossibile sfondare la barriera dello zero Kelvin

Non solo Taranto (ma anche Trieste)

SALUTE - La salute è un diritto fondamentale dell'essere umano, definito come uno stato di benessere fisico, psichico e sociale e non come la semplice assenza di malattia, lo dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ho trovato questa citazione in chiusura un documento diramato lo scorso settembre dall'azienda Sanitaria Triestina - ASS1, che il cui oggetto erano i dati relativi ai livelli di benzo(a)pirene nel quartiere triestino di Servola, a ridosso dello stabilimento Lucchini-Severstal, più noto in città come semplicemente "la ferriera". Tornerò nel dettagli del documento più sotto, ma prima vorrei riassumere alcuni fatti. La situazione della Ferriera di Trieste si fa sempre più incandescente. mi chiedo se al clamore di questi giorni dello stabilimento siderurgico triestino sulla stampa nazionale hanno contribuito i nervi scoperti provocati dall'ILVA di Taranto, ma a memoria lo scontento verso la ferriera di Servola serpeggia a Trieste in maniera più o meno marcata da tanti anni ormai (con al solita domanda "lavoro o salute?"). In questi giorni a buttare benzina sul fuoco c'è la protesta di Sergio Lupieri, consigliere regionale del PD e vicepresidente della III Commissione sanità, che chiede a gran voce ad ARPA FVG di rendere pubblici i dati sull'osservatorio epidemiologico ambientale relativi al biennio 2008-2010

Un giallo canarino – II

Nel secondo anniversario della rivoluzione scientifica ed energetica avviata dal reattore a fusione fredda detto e-cat, l'ufficio stampa dell'Università di Bologna (?) risponde alla lettera scritta l'8 gennaio dalla custode a due professori del Dipartimento di Fisica e Astrofisica.
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Hack! Come io vedo il mondo

LIBRI - Margherita Hack, scienziata di fama internazionale, è l'autrice di un saggio che parla di scienza, di politica, di etica e di impegno civile: “Hack, come io vedo il mondo” (Barbera Editore). L'astrofisica si racconta in un libro che è quasi un flusso ininterrotto di pensieri che ci porta dalla sua giovinezza, tra gli studi e la carriera sportiva, fino al presente, con tutti gli impegni pubblici e le 90 candeline spente la scorsa estate. L'autrice racconta ad esempio di quando, al termine delle scuole superiori, si iscrisse a lettere ma se ne andò durante la prima ora di lezione. “Lettere non faceva per me – racconta l'astrofisica in un'intervista - avevo facilità nello scrivere ma non avevo interessi letterari particolari. Non ero appassionata di letteratura quindi avrei sbagliato strada. Tutto qui.”

Verità quantistica

Fra le scoperte da portare all’attenzione del grande pubblico, il ricercatore Massimo P. segnala quelle del dott. Sergio Stagnaro, una delle quali uscita di recente sul sito del Los Angeles Times

Il costo del dissesto idrogeologico

AMBIENTE - Oltre 61 miliardi. Ecco il bilancio dei danni causati dal dissesto idrogeologico dal 1944 al 2012. Quasi un miliardo all’anno se ne va per far fronte alle conseguenze di frane e alluvioni. A delineare il quadro della situazione è il rapporto Ance-Cresme sullo Stato del territorio 2012. Nel nostro Paese le zone a elevata esposizione al rischio idrogeologico rappresentano il 10% del territorio, riguardano l’82% dei Comuni e coinvolgono potenzialmente 5,8 milioni di abitanti. Tra le Regioni più a rischio ci sono l’Emilia Romagna con 4.316 kmq a rischio, pari al 19,5% del territorio regionale. A seguire troviamo la Campania (19,1%), il Molise (18,8%) e la Valle d’Aosta (17,1%). A livello provinciale, la classifica è guidata dalla provincia di Napoli con 576 mila persone che vivono in aree ad alto rischio, seguita da Torino e Roma, rispettivamente con 326mila e 216mila persone. Secondo le recenti stime del ministero dell’Ambiente servirebbero 1,2 miliardi all’anno per almeno 20 anni per attuare gli interventi previsti dai piani regionali per l’assetto idrogeologico, come la manutenzione dei corsi d’acqua o il recupero dei terreni abbandonati

Quale energia per la vita (primordiale)?

CRONACA - Com'è nata la vita sul nostro pianeta? È uno dei quesiti più affascinanti, e rimane tuttora uno dei grandi misteri scientifici irrisolti. Numerosi studi si sono occupati dell'argomento, dando vita a teorie e dibattiti. La nascita della vita a partire da sostanze inanimate è un evento altamente improbabile, e sono tanti gli ostacoli che qualsiasi ipotesi in questo senso è costretta ad affrontare. Una delle difficoltà maggiori è individuare quali fonti energetiche potessero alimentare le funzioni vitali delle prime protocellule nell'inospitale oceano primordiale. Un nuovo studio, pubblicato su Cell, esamina un'ipotesi: le prime cellule avrebbero potuto ricavare l'energia di cui avevano bisogno dalla peculiare geochimica dei camini idrotermali, fratture della crosta terrestre da cui fuoriesce acqua geotermicamente riscaldata, prova ne sarebbero anche alcune analogie di funzionamento fra i camini e alcuni batteri primordiali. I camini idrotermali sono un microambiente sottomarino da tempo considerato la più probabile culla della vita, scoprendo notevoli similitudini con la biochimica di alcuni batteri primitivi

Il colore dell’affidabilità

CRONACA - Le persone con gli occhi scuri appaiono più degne di fiducia di quelle con gli occhi chiari, ma non sarebbe per via del colore quanto per i tratti somatici associati al colore. Così dice uno studio pubblicato oggi su PLoS One, la rivista open access. Karel Kleisner dell'Univerzita Karlova di Praga e colleghi hanno prima sottoposto le immagini di 40 uomini e 40 donne con occhi di vari colori a una serie di soggetti che dovevano espriemere un giudizio sull'affidabilità delle persone ritratte. In questa prima fase hanno trovato che le persone con gli occhi marroni erano giudicate più positivamente delle altre, ma hanno poi scoperto che per i visi maschili il colore degli occhi aveva forti correlazioni con tratti somatici specifici per cui si sono chiesti se l'affidabilità del viso dipendensse piuttosto dalle fattezze associate al colore degli occhi. E così è stato: ricolorando gli occhi delle fotografie usate nel primo esperimento hanno visto che i giudizi non cambiavano. Dunque non sarebbe il colore in sè a influenzare i giudizi
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