CRONACA

Cronaca, esteri, politica, economia, cultura, costume e sport. Quando la ricerca esce dai laboratori e incontra la società.

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Sette

NOTIZIE - E così ci siamo arrivati. 7. “Un rilascio rilevante di materiale radioattivo con effetti diffusi sulla salute e sull’ambiente che richiede la messa in atto di contromisure pianificate e prolungate”, così è definito nella scala INES (International and Radiological Event Scale) dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) il livello di pericolosità massimo per un incidente nucleare, quello per esempio raggiunto da Chernobyl nell’estate del 1986, e ora assegnato (in maniera provvisoria) all’incidente alla centrale di Fukushima Daiichi, avvenuto circa quattro settimane fa a seguito della forte scossa di terremoto che ha colpito l’area giapponese dove sorge la centrale. Mentre le scosse non si placano - ieri un'altra ha raggiunto 7,1 di magnitudo (Mw), per intenderci la scossa più intensa che ha colpito l’Aquila due anni fa è stata di 6,3 Mw – L’Agenzia Giapponese per la Sicurezza Industriale e Nucleare (NISA) deve fare i conti con la dura realtà. L’incidente è grave, sicuramente fra i più gravi della storia, anche se il bilancio finale è ancora da scrivere. Ieri l’agenzia giapponese ha comunicato la nuova stima ufficiale –presentata ufficialmente all’IAEA - sull’incidente, che resta però ancora provvisoria.
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Un “codice a barre” per le zebre

Ora agli zoologi, per stabilire con precisione l'identità di ogni singolo animale, basta un software libero. Specialmente negli studi sui grandi mammiferi che vivono in branchi, occorre che ogni animale sia ben distinguibile dagli altri. Alcuni ricercatori, come faceva Dian Fossey, arrivano ad assegnare nomi ma la maggior parte si accontenta di una sigla alfanumerica. Il fatto è che questa non è un impresa facile se dobbiamo principalmente su foto o video. Non si può pretendere da ogni ricercatore una sensibilità tale da riconoscere a colpo d'occhio un animale da un altro e più il branco è numeroso più le cose si complicano. La soluzione viene da Stripe Spotter, un software che riconosce ogni animale da normalissime fotografie.
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Intervista a Chen-Ning Yang (per gli amici, Frank)

NOTIZIE – New York. C'è una parola nella fisica moderna che compare dappertutto. Equazioni, teorie le più disparate, bizzarri fenomeni naturali, Premi Nobel: sono tutti degli Yang-qualcosa, tanto da far pensare a un massiccio caso di omonimia. L'impressionante mole di scoperte risale tutta ad una persona sola: Chen-Ning Yang, per gli amici Frank, senza dubbio lo scienziato che ha contribuito a plasmare la nostra attuale visione dei fenomeni naturali più di ogni altro. Al C. N. Yang Institute for Theoretical Physics di Stony Brook, Frank è di casa. E non solo perché il centro di ricerca porta il suo nome. La maggior parte delle incredibili scoperte della sua carriera scientifica hanno avuto luogo proprio attorno a Stony Brook, dove approdò dopo aver studiato a Chicago sotto la supervisione di Enrico Fermi, di cui Frank ricorda: “Lavorare con Fermi ha avuto un'enorme influenza su di me: ho imparato quali problemi lui considerava importanti e come affrontarli.” L'ottantanovenne fisico cinese, ora direttore onorario della Tsinghua University di Pechino, torna a Stony Brook ogni anno per raccontare ai vecchi amici le sue nuove scoperte con l'entusiasmo di sempre...
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No grazie, non bevo

NOTIZIE - A Verona sta per iniziare la quarantacinquesima edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, che accoglie ogni anno migliaia di espositori da diversi paesi. In un comunicato stampa della fiera, si evidenzia come, "mentre l’export italiano cresce, prosegue il calo dei consumi interni: dai 100 litri pro capite degli anni Settanta si è passati a 45 litri del 2007 fino ai circa 40 litri a testa di oggi; un trend destinato, secondo le previsioni, a diminuire ulteriormente entro il 2015". Ma quanto e come bevono realmente gli italiani? A questa domanda ha risposto l'Istat, l'Istituto nazionale di statistica, che ha recentemento pubblicato i dati del consumo di alcol in Italia nel 2010.
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Cellule fotosintetiche in una salamandra *UPDATE*

NOTIZIE - Ora è ufficiale. Con la pubblicazione su PNAS un gruppo di ricerca canadese ha presentato alla comunità scientifica il primo caso documentato di simbiosi tra un'alga verde (Oophila amblystomatis) e un vertebrato, cioè la Salamandra maculata (Ambystoma maculatus). Questo tipo di alga condivide da sempre l'habitat degli anfibi, ma finora non si era immaginato che tale convivenza si spingesse a livello cellulare e che ciò determinasse un rapporto di simbiosi paragonabile ai casi, ampiamente documentati, che riguardano vari tipi di invertebrati, ad esempio gli Cnidari (polipi e meduse).
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Conserva di cervello

NOTIZIE - A volte mi faccio del male e mi costringo a leggere ricerche di questo tipo di prima mattina, e credetemi, non è un piacere. In ogni caso mi sembrava piuttosto eccezionale come notizia: nel 2008 a Heslington, nel Regno Unito, è stato trovato un cranio (che la datazione fa risalire fra il 637 e il 482 a.C.) che conteneva ancora una larga porzione di cervello in buono stato di conservazione. Una ricerca pubblicata qualche giorno fa sul Journal of Archaeological Science ha studiato i motivi di questa straordinaria preservazonione (normalmente i tessuti molli sono i primi ad essere degradati dai microorganismi e d è molto difficile trovare resti fossili che li contengano).
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Forti terremoti a confronto: il perché dei danni

TERREMOTO - A due anni dal terremoto dell’Aquila, facciamo il punto sui recenti terremoti che hanno colpito la Nuova Zelanda e il Giappone e che hanno messo in crisi i sistemi di prevenzione antisismica. Ma i danni, spiegano gli esperti, sono dovuti a un insieme di circostanze sfavorevoli e sarebbero stati sicuramente superiori se non fossero state prese precauzioni.
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Insetticidi naturali

NOTIZIE - In natura sopravvive (anche) il più furbo e spesso si assiste a una vera e propria “corsa agli armamenti”, per sviluppare difese sempre efficaci contro predatori e parassiti. Alcune piante riescono ad allontanare gli insetti grazie alla secrezione di particolari sostanze, ma quello che Gregg Howe e colleghi hanno scoperto è che pomodori e patate hanno duplicato un proprio gene per creare un insetticida. La crescita e lo sviluppo degli insetti erbivori dipendono dall’assimilazione delle proteine contenute nelle piante. La ricerca pubblicata sull’ultimo numero della rivista PNAS spiega proprio come alcune piante abbiano sviluppato dei sistemi che sfruttando questo punto della catena alimentare si difendono dall’attacco dei predatori (se così possiamo chiamare gli insetti che si nutrono delle foglie delle piante). È il caso del pomodoro e di altre piante del genere Solanum (in questa categoria, oltre ai pomodori, rientrano anche le patate e le melanzane).
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