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La piattaforma che metterà in ginocchio le balene grigie

AMBIENTE - È di ieri la notizia che una balenottera comune (Balaenoptera physalus) si è spiaggiata lungo le coste della Versilia, in pieno Santuario dei Cetacei. Sarà possibile conoscere le cause della morte una volta che verrà effettuata l’autopsia. Dalle foto apparse sui quotidiani nazionali è possibile al momento stabilire che si tratta di un maschio adulto. Ma altre balene, per noi meno familiari della balenottera comune che vive in Mediterraneo, rischiano di veder alterato il loro habitat definitivamente. E quindi di vedere compromesse le loro possibilità di sopravvivenza. La Sakhalin Energy Investment Company ha annunciato un piano per la realizzazione di una piattaforma petrolifera off-shore in una zona considerata di cruciale importanza per la popolazione nord-pacifica della balena grigia (Eschrichtius robustus) di cui rimangono solo 130 esemplari.

Animali: non tutto è perduto

NOTIZIE - Lo stato di conservazione dei vertebrati è un declino, tuttavia la situazione è meno tragica di quanto sarebbe potuta essere se non ci fossero state le azioni di protezione che hanno contribuito alla sopravvivenza di molte specie.

Razziato il mare

Nonostante un numero speciale delle Philosophical Transactions B. sulle estinzioni delle specie marine e un'inchiesta sulla pesca abusiva dei tonni più...

Di COP in COP

La prossima settimana, il 29 novembre 2010 inizia a Cancun (Messico) la 16esima Conferenza delle Parti ONU (per gli amici...

Tris di crisi

L'operazione "Salvare la tigre" parte male, i coralli dei Caraibi patiscono il caldo e la recessione economica fa calare le...

Se siete da queste parti

IL CORRIERE DELLA SERRA - Al Dipartimento di biologia dell'università di Padova, inizia il seminario internazionale "Biodiversità, sostenibilità e solidarietà". Fra gli organizzatori, c'è il prof. Maurizio Paoletti, curatore e uno degli autori di Ecological Implications of Minilivestock. Potential of insects, rodents, frogs and snails. Ovvero l'Artusi della cucina con proteine animali alternative: insetti, roditori, rane e lumache che si possono catturare e allevare senza danneggiare l'ambiente e la sua diversità.

Tabula rasa

C'era una volta a Ferrara, nella frazione di Sant'Egidio, l'Oasi del Poggetto. Era universalmente conosciuta come "Oasi" per il suo indubbio valore naturalistico e prendeva il nome dal vicino Santuario della Beata Vergine del Poggetto, risalente al XII secolo. L'area comprendeva maceri (un tempo utilizzati per la canapa), bacini palustri, siepi, boschi e boschetti con imponenti alberi secolari. Uno di questi maceri era poi particolarmente rilevante, trattandosi di una struttura naturale detta "gorgo" e compariva, assieme a un boschetto, già nelle mappe del 1814. Un territorio quindi strutturalmente eterogeneo, perfetto per ospitare fauna e flora tipica del territorio. Era una tenuta privata, ma rientrando tra le aree sotto la gestione di un'azienda faunistico venatoria, era adeguatamente controllata e mantenuta. Oggi, quel patrimonio naturalistico a pochi chilometri da Ferrara (città Patrimonio Mondiale dell'Umanità) non esiste più: tabula rasa, nel vero senso della parola

Salveremo il Vavilov?

IL CORRIERE DELLA SERRA - Il presidente Medvedev ha raccolto l'appello internazionale e rinviato a fine ottobre l'eventuale vendita dei terreni della stazione, allettanti perché vicini al palazzo fatto costruire dalla grande Caterina, in una periferia molto chic. All'inizio del mese pareva che l'Istituto e le sue sette stazioni di ricerca dovessero passare sotto l'ala dell'Accademia russa delle scienze, della cui onesta gestione del bene comune è lecito dubitare e comunque priva dei fondi necessari. Le trattative continuano tra i ministeri e il 26 ottobre a difesa del Vavilov è intervenuta la Camera pubblica, un comitato di sorveglianza della pubblica amministrazione, creato nel 2006 dall'allora presidente Putin. E privo di poteri decisionali.

Noi e gli altri – 3

IL CORRIERE DELLA SERRA - Il 20 ottobre uscirà il rapporto dell'Onu sullo stato della popolazione mondiale. Fino a quel momento, siamo ufficialmente 6,8 miliardi in cima alla catena alimentare globale, con 60 miliardi di animali d'allevamento, in maggioranza vegetariani, e da compagnia, in maggioranza carnivori. In alcuni paesi ricchi si diffonde la dieta vegetariana, ma ogni americano mangia 8 kg di carne in più all’anno rispetto al 1970. Nei paesi che escono dalla povertà i consumi di carne aumentano più velocemente della popolazione e del reddito.
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