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Noi e gli altri

IL CORRIERE DELLA SERRA - Informarsi non è obbligatorio, ma in alcuni siti che indichiamo vale la pena andare solo per guardare le immagini. In questo caso, accanto al link abbiamo messo (wow) [Continua...] . Sta per "spettacolare" o per "struggente" se parecchie specie sono in via di estinzione o per "sensazionale" perché ne sono appena state scoperte di nuove. I link con accanto (sigh) sono deprimenti.

O tempora, o more!

Se vi andava, dicevo a metà agosto, c’era da firmare l’appello al presidente Medvedev per fermare le ruspe che minacciavano...

Vale la pena di salvare gli unicorni?

NOTIZIE - L’avvistamento di esemplari di animali rarissimi e bizzarri (i media di solito usano richiami mitologici, dallo yeti all’unicorno, come in questo caso) negli ultimi tempi risveglia in me un senso di pietà. Le immagini che vengono diffuse ritraggono spesso animali in fin di vita. Se il caso precedente è da archiviare nella categoria bufale, l’ultimo avvistamento invece si riferisce a una specie reale e “gravemente minacciata”. È infatti di qualche giorno fa la notizia del primo avvistamento confermato degli ultimi dieci anni di un esemplare di saola (Pseudoryx nghetinhensis), un animale davvero rarissimo che vive sul confine fra Laos e Vietnam. Nonostante l’animale abbia due corni, viene definito l’unicorno asiatico. Teorie adudaci si spingono persino a ipotizzare che proprio il saola – che qualcuno, senza prova alcuna, pensa abbia vissuto anche in Cina, in epoca preistoria - è il responsabile della vasta mitologia cinese sugli unicorni.

La soluzione al 6%

IL CORRIERE DELLA SERRA - Nel 1910 l'Impero britannico aveva spedito in India i suoi zoologi a censire le tigri, e ne avevano contate 40.000 circa. Un secolo dopo ne restano meno di 1.400. Nel 2008 Robert Zoellick, il presidente della Banca Mondiale, ha chiesto ai 13 paesi che ancora ne hanno qualcuna, ai paesi donatori, alle organizzazioni per la protezione dell'ambiente e per la conservazione delle specie di studiare rimedi prima del vertice, e una volta riuniti, di decidere misure per evitare "l'impensabile": la scomparsa definitiva delle ultime popolazioni in libertà.

La carta d’identità del Mediterraneo

AMBIENTE - Jacques Cousteau, l’indimenticabile oceanografo e pioniere subacqueo, non fu grande profeta quando negli anni Sessanta dichiarò che il Mediterraneo si sarebbe ridotto a una palude senza vita entro la fine del secolo. I problemi certamente c’erano e ci sono ancora oggi; dall’inquinamento da idrocarburi, al degrado degli habitat costieri, al cambiamento climatico e l’arrivo di nuove specie [Continua...] eppure lo studio pubblicato su Plos one “La biodiversità in Mediterraneo”, al quale hanno collaborato alcuni ricercatori italiani, rivela che questo mare tanto povero non è. Sono infatti 16 mila le specie presenti tra fauna e flora. Gli autori, nelle fasi preliminari del lavoro, erano stati “cauti”: si aspettavano di trovare 8-12 mila specie. E rispetto al 1992, quando venne effettuato un censimento simile, il numero è aumentato e a tutti gli effetti stiamo assistendo a una tropicalizzazione del Mediteranno.

Biodiversità: le cose da fare

Alla vigilia della Conferenza della Convenzione Onu sulla diversità biologica, un gruppo di esperti di Cambridge fa il punto della situazione e indica la strada da seguire nei prossimi anni per proteggere davvero la ricchezza principale del pianeta.

Rinata dalle ceneri

Su un'isolotto  di Venezia, la natura ha bonificato da sola un terreno molto inquinato. E' un laboratorio spontaneo dal quale...

Animali vittime delle guerre

NOTIZIE - I conflitti umani, oltre a portare morte e sofferenze alle popolazioni, causano gravi danni anche all’ambiente e agli animali. Oggi una nuova istituzione scientifica nasce a Londra per studiare in modo sistematico la relazione tra guerra e conservazione della natura, e individuare dei possibili interventi positivi.

A qualcuno non piace caldo

Su Science, ventisei autori di venti centri di ricerca sparsi per il mondo paragonano le attuali estinzioni di lucertole con quelle previste dai modelli di evoluzione del clima. Avvertenza: lettura deprimente.
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