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Angry birds

No, non stiamo parlando di uno dei videogiochi più venduti della storia, non ci sono maialini verdi ladri di uova con dubbi gusti architettonici, solo degli uccelli davvero arrabbiati. Stiamo parlando del Granatino comune, Uraeginthus granatina (nella foto). Si tratta di una specie molto territoriale, nota per le sue aggressioni repentine e violente contro qualsiasi intruso.

Le (enormi) conseguenze di uno sbaglio

CRONACA - I vertebrati sono emersi circa 500 milioni di anni fa a seguito di due ondate di "errori" di duplicazione genetica che hanno portato al raddoppiamento dei geni negli organismi invertebrati (in una specie simile all'anfiosso attuale) che hanno dato poi via alla linea evolutiva dei vertebrati (come noi). Questi raddoppiamenti che hanno creato copie diverse dello stesso gene (alcune perse rapidamete ma altre mantenute del corso della storia evolutiva) da un lato hanno migliorato i sistemi di comunicazione cellulare dall'altro però, come si legge in uno studio appena pubblicato su Open Biology, hanno aiutato certe malattie a sopravvivere alle pressioni selettive.Carol MacKintosh, dell'Università di Dundee, e colleghi hanno studiato un complesso di centinaia di proteine che nell'organismo umano coordinano la risposta cellulare ai fattori di crescita e all'insulina. L'analisi biochimica di un sottogruppo "chiave" di queste proteine ha dimostrato che risalgono alle duplicazioni del genoma, nel Cambriano.

Dove archiviare i dati digitali? Nel Dna!

NOTIZIE - Un gruppo di bioingegneri della Stanford University, California, ha recentemente messo a punto un sistema per codificare, archiviare e cancellare dati digitali all'interno del Dna di cellule viventi. Jérôme Bonnet, bioingegnere francese trapiantato negli Stati Uniti, alla guida del gruppo, ha usato degli enzimi naturali, adattati da batteri, per capovolgere delle sequenze di Dna in un senso o nell'altro. "Ci sono voluti tre anni e 750 tentativi per far funzionare il procedimento, ma alla fine ce l'abbiamo fatta", afferma Bonnet, che ha lavorato al progetto insieme Drew Endy e Pakpoom Subsoontorn, del dipartimento di bioingegneria dell'ateneo statunitense. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista PNAS. Nella pratica, i ricercatori hanno creato l'equivalente genetico di una cifra binaria, il bit. Essenzialmente, se una sezione di Dna punta in una direzione, corrisponde a uno zero; se punta nell'altra, a un uno. "L'archiviazione di dati all'interno del Dna di cellule viventi ha ottime potenzialità per lo studio di cancro, invecchiamento, e non solo", ha dichiarato Endy. I ricercatori, per esempio, potranno ora contare il numero di divisioni di una cellula, e ciò potrebbe in futuro dare la possibilità di 'spegnere' le cellule prima che queste diventino cancerose.

Per colpa di Achab

LA VOCE DEL MASTER - La caccia commerciale alla balena grigia, che tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 ha sterminato decine di migliaia di esemplari, è stata probabilmente la causa principale della recente diminuzione della popolazione di questa specie. Lo suggerisce un nuovo studio, condotto da un gruppo di ricercatori guidato da Elizabeth Alter della Stanford University e pubblicato su PLoS ONE. Anche se l’affermazione può sembrare ovvia, in realtà altre ricerche avevano ipotizzato che la diminuzione numerica fosse collegata a fenomeni precedenti alla caccia massiva della seconda metà del 1800. Erano stati considerati, infatti, fattori come l’influenza dei cambiamenti climatici (il “periodo caldo medioevale”, la “Piccola era glaciale”), la presenza di predatori (Orcinus orca) e il fatto che le popolazioni indigene avessero cacciato questa specie per 5000 anni

Prove tecniche di DNA artificiale

FUTURO - Un nuovo articolo fresco fresco di pubblicazione su Science, aggiunge nuovi, e probabilmente importanti, mattonicini di conoscenza nel campo della biologia sintetica. Il gruppo di ricercatori della Arizona State University ha creato sei tipi di DNA artificiale (chiamati con il nome collettivo di XNA, dove la X rappresenta un composto sostitutivo dello zucchero contenuto in RNA e DNA, ribosio nel primo e desossiribosio nel secondo), ed è riuscito prima a far sì che gli XNA si replicassero con un processo autonomo e poi a far subire un processo di selezione naturale a un particolare tipo di XNA (chiamato HNA, quello con l'anidroexitolo al posto dello zucchero tradizionale). DNA e RNA sono le uniche molecole che subiscono un processo di selezione naturale darwiniana, e sono infatti la base per la vita sul nostro pianeta. Il DNA e l'RNA sono in grado di conservare e trasmettere informazione, proprio per la loro singolar e capacità di autoreplicarsi. Gli scienziati stanno da tempo cercando di mettere a punto molecole artificiali con caratteristiche simili al DNA e all'RNA, per comprendere meglio, fra le altre cose, le origini della vita.

I più Neanderthal sono i toscani

CRONACA - Già invidiati per via del sommo poeta, e per vivere nel luogo al centro del risveglio intellettuale del Rinascimento, i toscani ora hanno una ragione in più per essere orgogliosi. Come descrive l'antropologo John Hawks sul suo blog, stando ai dati diffusi da 1000 Genomes, l'imponente progetto di ricerca che dal 2008 sta mappando le varianti del genoma umano, in particolare in relazione alle malattie, sembra che tra tutte le popolazioni analizzate il genoma dei toscani sia quello che ha integrato più geni dei nostri cugini Neanderthal: questa la conclusione dopo aver confrontato i campioni delle popolazioni attuali con il genoma Vi33.16, cioè uno dei tre ricavati dalle ossa fossili di H. neanderthalensis provenienti dalla grotta di Vindija, Croazia. Niente di cui vergognarsi, anzi. Sembra ormai un dato di fatto che le storie evolutive di Neanderthal e H. sapiens si siano intrecciate nell'evoluzione umana, non solo perché hanno condiviso l'habitat per decine di migliaia di anni, ma perché evidentemente le due specie erano interfertili e oggi solo il genoma di alcune popolazioni africane sembra totalmente privo di un contributo da parte dei cugini del Nord.
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A spasso per il DNA

CRONACA - Se sei una nano-macchina, una passeggiata sui filamenti di DNA la puoi fare davvero. Basta avere come binario un tratto di DNA a singolo filamento, come fonte di energia la luce a una determinata intensità e come vagoncino mobile una molecola fotosensibile in grado di legarsi a precise sequenze di DNA stesso. Questa la visione semplificata dell’ultimo lavoro di Mingxu You del Dipartimento di Chimica e Fisiologia della University of Florida e dei suoi collaboratori, pubblicato sull’ultimo numero di Angewandte Chemie International Edition. Si tratta del primo esempio di dispositivo mobile alimentato da energia luminosa in grado di spostarsi lungo il DNA in modo autonomo, monodirezionale e altamente controllato. Il movimento lungo il cosiddetto binario è garantito dal fatto che la luce incide sulla struttura della macchina (in particolare sul pirene) andando a modificare chimicamente una sua porzione (i ponti disolfuro). Automaticamente questa consente ad una seconda porzione di aggrapparsi al punto di ancoraggio successivo, come se si trattasse di due vere e proprie gambe che camminano. O addirittura corrono! Questo dipende esclusivamente dall’intensità della luce a cui il dispositivo viene esposto: maggiore è l’intensità, maggiore è la velocità della macchina… e se vogliamo tirare il freno a mano, basta spegnere la luce

Svelato il genoma di Schistosoma haematobium

LA VOCE DEL MASTER - Più di 230 milioni di persone infettate ogni anno in 77 nazioni, stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Queste le cifre della schistosomiasi, una malattia parassitaria seconda solo alla malaria in termini di diffusione. Ora, grazie ad uno studio pubblicato su Nature Genetics, si potranno sviluppare ulteriormente le terapie. Un team internazionale di ricercatori, coordinato dall’Università di Melbourne, ha infatti sequenziato il genoma di Schistosoma haematobium, uno dei parassiti che causano la schistosomiasi. Ed è bastata una piccola quantità di DNA, circa 200 nanogrammi estratta da due larve, per svelarne la sequenza. Lo Schistosoma haematobium, diffuso soprattutto nell’Africa sub-sahariana, attacca il sistema uro-genitale. È stato associato all’insorgenza del cancro alla vescica ed è considerato come fattore di rischio per le infezioni da HIV, soprattutto nelle donne. La trasmissione all’uomo avviene in acque infette tramite il contatto con piccole larve rilasciate da lumache d’acqua dolce. All’interno dell’organismo umano, i vermi adulti vivono nei vasi sanguigni mentre le uova si insediano nell’epitelio vescicale, provocando infezioni croniche fino a favorire la comparsa del cancro.
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