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Sequenziato il genoma del celacanto

Fino al 1938 era ritenuto estinto da 70 milioni di anni, ma da quel momento in poi l'attenzione della comunità scientifica interessata alla comprensione della storia evolutiva dei vertebrati si è sempre di più concentrata sul celacanto (Genere Latimeria). L'ultima puntata dello studio di questo organismo, che deve il nome alla scopritrice Marjorie Courtenay-Latimer, curatrice di un museo di East London in Sudafrica, è riportata sulla copertina di Nature: il suo intero genoma è stato completamente sequenziato. A questo immenso sforzo analitico hanno partecipato anche diversi atenei italiani, l'Università di Trieste, l'Università Politecnica delle Marche e l'Università della Tuscia di Viterbo.
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In principio quattro ali

Importanti novità dai giacimenti fossiliferi cinesi sull'evoluzione degli uccelli: lo straordinario stato di conservazione di alcuni fossili di uccelli basali ha permesso la scoperta di lunghe penne sugli arti inferiori di ben undici specie risalenti ad un periodo compreso tra 120 e 133 milioni di anni or sono, nel Cretaceo inferiore.
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Quale origine per le tigri dai denti a sciabola?

CRONACA - Un nuovo ritrovamento fossile in Florida, risalente a circa 5 milioni di anni fa, arricchisce il numero di specie note di Smilodontini, meglio noti come tigri dai denti a sciabola. Come spesso accade, i reperti sono stati rinvenuti diversi anni fa, nel 1990, ma vengono descritti e pubblicati sulla rivista Plos One solo in questi giorni. Gli Smilodontini sono un gruppo tassonomico formato dai generi Smilodon, le famose tigri dai denti a sciabola nordamericane (S. fatalis, S. populator, S. gracilis) vissute tra circa 2,5 milioni e 10.000 anni fa, e Megantereon, composto da almeno 12 diverse specie diffuse in tutto l'emisfero boreale. Essendo il Megantereon di alcuni milioni di anni più antico di Smilodon, si ritiene che il primo gruppo rappresenti un possibile antenato del secondo. Data la presenza di Megantereon sia in Nordamerica che in Eurasia, invece, esiste maggiore incertezza sul luogo in cui questi temibili felini si originarono.
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No more roadkill

Ogni anno centinaia di milioni di uccelli in tutto il mondo muoiono in seguito a collisioni con le automobili. Questa minaccia è tanto più accentuata quanto più le specie si trovano nelle vicinanze degli ambienti antropizzati e diventa letale per quelle che nidificano nei pressi delle strade.

OggiScienza TV – Evoluzione, quo vadis?

OGGISCIENZA TV - Dall'8 al 10 febbraio, al Museo di storia Naturale di Milano, l'Evolution day festeggerà la sua decima edizione. Le isole, di terra e di mare, sono le protagoniste di questa edizione; mondi affascinanti in cui i processi di evoluzione accelerano e si rendono più facilmente osservabili. Gli arcipelaghi verranno “esplorati” dalla voce di esperti nazionali e internazionali, che li racconteranno attraverso gli occhi delle loro diverse discipline, dalle più moderne come la genetica alle più classiche come la paleontologia. Ne parliamo con Massimo Delfino, paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra di Torino e dell'Istituto Catalano di Paleontologia di Barcellona.

La vita meravigliosa di Stephen Jay Gould

CULTURA - È stato uno dei padri della teoria degli equilibri punteggiati e uno dei massimi protagonisti del dibattito sull’evoluzione del XX secolo. Ma è stato soprattutto uno dei più grandi comunicatori della scienza che il mondo ricorderà. Stiamo parlando, naturalmente, di Stephen Jay Gould, il paleontologo di New York scomparso prematuramente il 20 maggio del 2002, che ci ha lasciato in eredità una visione originale dell’evoluzione, e qualcosa come 300 e più saggi che hanno contribuito in modo decisivo a spargere il seme della scienza verso un pubblico poco avvezzo al pensiero scientifico. Ma Gould, con la sua personalità eclettica e una curiosità insaziabile, è stato anche un valido storico della scienza, un appassionato d’arte e un profondo conoscitore della realtà quotidiana a noi più vicina. La sua saggistica è la perfetta dimostrazione di come si possa trasmettere messaggi universali partendo da piccoli particolari, individuabili negli aneddoti e negli episodi della quotidianità. Questi e altri interessantissimi aspetti dell’universo gouldiano sono emersi nel corso del convegno “La vita meravigliosa. Milano ricorda Stephen Jay Gould”, tenutosi al Museo di Storia Naturale di Milano venerdì 18 gennaio. La vita meravigliosa di Gould è stata raccontata da noti scienziati e comunicatori, come Telmo Pievani, Giorgio Narducci e Marco Ferraguti, i quali in un modo o nell’altro hanno stretto profonde connessioni con l’opera del paleontologo americano. Noi abbiamo assistito all’evento, e abbiamo realizzato un breve servizio e un’intervista a uno dei protagonisti, il Professore dell’Università di Milano Marco Ferraguti.
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All’origine delle sirene

CRONACA - Tra i mammiferi acquatici il gruppo che comprende lamantini (3 specie della Famiglia Trichechidae: Trichechus manatus, Trichechus senegalensis, Trichechus inunguis) e dugonghi (1 sola specie della Famiglia Dugongidae: Dugong dugon) è quello dei sirenidi (Ordine Sirenia), gli unici a nutrirsi esclusivamente di piante acquatiche. Inoltre, a differenza di cetacei e pinnipedi, la storia evolutiva di questo ordine è ancora poco documentata a causa della scarsità di fossili a disposizione della comunità scientifica. Dal punto di vista filogenetico, i sirenidi sono universalmente riconosciuti come appartenenti ad un clade dei Paenungulata che comprende gli elefanti (Ordine Proboscidea) e gli iracoidei (Ordine Hyracoidea) di probabile origine africana (qui l'albero filogenetico dei mammiferi). I fossili più antichi (circa 48-50 milioni di anni fa) e quelli con caratteristiche più primitive di sirenidi, invece, appartengono alla famiglia Prorastomidae (generi Prorastomus e Pezosiren) e provengono dalla regione delle isole caraibiche. Questa incongruenza tra studi filogenetici e resti fossili ha da sempre limitato molto le speculazioni sull'evoluzione e la diversificazione di questo gruppo di mammiferi

Per una maggior aderenza su superfici bagnate

CRONACA - No, non sto facendo pubblicità a una nuova marca di pneumatici, sto parlando delle rughe che si formano sulle dita delle mani e dei piedi quando restano immerse nell'acqua per un certo periodo. Tempo fa è stata avanzata l'ipotesi che si tratti di un adattamento che migliora il "grip" della pelle su oggetti bagnati, ora uno studio ne ha misurato l'effetto. Che non si trattasse di una semplice reazione "fisica" della pelle all'acqua era noto da tempo: il raggrinzimento infatti è un fenomeno attivo guidato dal sistema nervoso autonomo. Le grinze tra l'altro di formano solo sull'epidermide delle zone che si trovano a contatto con delle superfici esterne e che in qualche modo le devono manipolare (i palmi delle mani e le piante dei piedi). Gli scienziati dunque hanno inziato a sospettare che un simile processo una qualche funzione la debba avere. Il primo ad avanzare l'ipotesi che le grinze migliorino il grip sul bagnato è stato Mark Changizi, direttore del settore di Human Cognition dei 2AI Labs. Changizi ci era arrivato osservando le foto di mani che mostravano le tipiche grinze: dall'analisi dei pattern lo scienziato ha trovato delle regolarità comuni nella forma delle grinze, e delle analogie con le reti di drenaggio dei liquidi, che facevano pensare a un meccanismo generale con una qualche funzione

Cugini generosi

CULTURA - Sono i nostri "cugini" più simpatici: sociali, affettuosi, con una spiccata tendenza a divertirsi, e ora si scopre che sono anche generosi. Jingzhi Tan e Brian Hare della Duke University hanno studiato 14 esemplari di bonobo provenienti da "santuario" Lola ya Bonobo (tutti orfani ma che non mostravano differenze psicologiche significative con coetanei cresciuti con la mamma) e hanno osservato principalmente due cose: - gli individui in esame offrivano il proprio pasto a degli sconosciuto, a patto che questi intraprendessero una qualche interazione sociale con loro - gli stessi individui era disposti ad aiutare gli sconosciuti a procurarsi del cibo anche in maniera lle tutto disinteressata (quando cioè date le condizioni sperimentali un'interazione sociale era del tutto impossibile), ma solo quando il "costo" dell'aiuto non era troppo altro (non richiedeva cioè di rinunciare al proprio cibo)
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