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Animali dalla vista corta

MARE - Daltonici. È questo il verdetto espresso dai ricercatori della University of Western Australia e della University of Queensland a seguito dell’analisi delle retine di esemplari di 17 diverse specie diverse di squali. Di questi, solo sette (appartenenti a tre famiglie differenti) risultano possedere recettori dei colori, detti coni, per di più dotati di un solo tipo di fotorecettore sensibile al verde, mentre noi, ad esempio, ne abbiamo tre – rosso, verde e blu. I predatori per eccellenza insomma hanno una visione monocromatica e sarebbero per lo più sensibili a quanto contrasta con il blu dell’acqua. E come se noi tornassimo a guardare la tv in bianco e nero, per capirci.
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Una pesca molto INN

AMBIENTE - Colombia, Ecuador, Panama, Portogallo, Venezuela e Italia. Cosa li accomuna? Secondo un rapporto biennale della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Admistration) si tratta di Stati la cui pesca è molto, anzi troppo INN. Che non sia un gran complemento lo si comprende dal significato dell’acronimo: INN sta per pesca Illegale, Non dichiarata e Non documentata.
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Tonno rosso avremo il tuo scalpo

Che il tonno non navighi in buone acque, l’avevo già detto, così come avevo detto che l’ICCAT (International Commission for the conservation of Atlantic Tuna), cioè l’ente preposto alla definizione delle quote di pesca del tonno per il Mediterraneo e l’Atlantico, non sembrava l’attore più affidabile a cui demandare la conservazione della specie
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Di COP in COP

La prossima settimana, il 29 novembre 2010 inizia a Cancun (Messico) la 16esima Conferenza delle Parti ONU (per gli amici COP - dall'inglese Conference of the Parties – 16) sul Cambiamento Climatico. C’è molto interesse a riguardo, dopo i fallimenti della conferenza precedente tenutasi a Copenhagen l’altr’anno. Ma cosa sono le COP ? C’è chi le considera un grande caos, tanto da invocare Star Wars per definirle. Molto più semplicemente si tratta di incontri tra i delegati dei paesi che hanno ratificato una convenzione (come quella sulla Biodiversità di Rio...
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È la plastica, bellezza!

AMBIENTE - Prendete 54 tartarughe trovate morte spiaggiate o intrappolate a morte nelle reti di incauti pescatori e poi controllate cosa hanno mangiato di recente, cioè quali sono i contenuti del loro stomaco. Scoprirete che una ogni tre animali raccolti non presenterà resti di molluschi, granchi o pesci poco veloci, sue prede abituali, ma sacchetti per la spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca. Come minimo questi detriti sottraggono spazio al cibo, più normalmente provocano occlusione e morte.
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Piccolo (talvolta) è meglio

AMBIENTE - Normalmente parchi e riserve marine sono gli strumenti migliori per preservare ecosistemi fragili e specie in pericolo. Si tratta per lo più di meravigliose e grandi aree dotate di un elevato grado di naturalità, spesso lontane dagli agglomerati urbani e il cui accesso è regolato in maniera scrupolosa. Eppure ci sono specie a rischio d’estinzione che le disdegnano, preferendo di gran lunga substrati artificiali ‘urbani’ situati in prossimità dei porti.
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Capodogli spiaggiati: ecco perché

Non esiste una singola causa scatenante lo spiaggiamento di 7 capodogli sul litorale foggiano tra il 10 e il 15 dicembre 2009. L’accaduto è piuttosto da riferirsi a una condizione multifattoriale. È questo il quadro che emerge dalla relazione pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente, curata del dr. Sandro Mazzariol del Dipartimento di Sanità Pubblica, Patologia Comparata e Igiene Veterinaria dell’Università degli Studi di Padova. Secondo i dati raccolti e analizzati da numerosi gruppi di ricerca e di figure professionali italiani, gli animali spiaggiati si trovavano nel Mar Ionio nel...
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Il più imponente sversamento petrolifero della storia

AMBIENTE - Non è così. È molto peggio. E purtroppo non ci sono fonti certe per dire quanto peggio. Di cosa stiamo parlando? Della quantità di greggio fuoriuscita nel Golfo del Messico a partire dal funesto 20 aprile 2010, data in cui si è verificata l’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon.
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Tra navi e cetacei ora c’è REPCET

AMBIENTE - Si chiama REPCET (Repérage en temps-réel des cétacés) ed è un sistema informatico creato per ridurre le collisioni tra navi e grandi cetacei e per studiarne gli spostamenti. Come funziona ? Semplice: l’avvistamento di un grande cetaceo viene trasmesso ad un server sulla terraferma dal personale di guardia delle navi. I dati raccolti sono elaborati dal server e inviati nuovamente alle imbarcazioni dotate del REPCET in forma cartografica, generando un allarme che aiuta il personale di bordo ad anticipare le potenziali collisioni e modificare velocità e direzione di spostamento della nave. Così facendo si evitano le zone in cui è alto il rischio di ‘incappare’ nell’animale.
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Un mostro per amico

AMBIENTE - Mattina brumosa di metà dicembre 2009. Sette capodogli vengono trovati spiaggiati sulla costa garganica, nei pressi del lago di Varano (Foggia). Due animali sono inizialmente ancora vivi, agonizzanti. Moriranno qualche giorno dopo il ritrovamento, nonostante i molteplici tentativi di salvarli. Molti i curiosi e i fari accesi dei media. Gli esperti brancolano nel buio, difficile dare una causa certa all’evento. Intanto cresce una generale impressione di cordoglio. Non è forse un caso che il ministro Prestigicomo affermi ‘l’eutanasia era impossibile’, quasi si trattasse di esseri umani. Ed è proprio all’emergere di questa diffusa sensazione di compassione che pongono la loro attenzione Giovanni Bearzi e i suoi collaboratori in un articolo pubblicanto recentemente su Aquatic Conservation
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