AMBIENTE

Uno spazio per parlare di inquinamento, biodiversità, politiche ambientali e molto altro.

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Quanto spendiamo per l’ambiente

AMBIENTE - Poco più di 4 miliardi, pari allo 0,28% del Prodotto interno lordo, sono stati erogati dalle amministrazioni regionali italiane nel 2010. Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Istat, lo Stato spende per la tutela dell’ambiente 71,6 euro per abitante. La maggior parte della spesa (63%) è finalizzata sia alla salvaguardia dall’ambiente dall’inquinamento (emissioni atmosferiche, rifiuti, scarichi idrici), sia alla prevenzione del degrado (perdita di biodiversità, erosione del suolo…). Il restante 37%, invece, è destinato alla salvaguardia di fenomeni di esaurimento dello stock di risorse naturali. Tra i settori ambientali in cui si spende di più ci sono la protezione e il risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e di superficie (19,0%), l’uso e la gestione delle risorse idriche (18,4%), la protezione della biodiversità e del paesaggio (17,3%), la gestione delle acque reflue (13,5%) e, infine, l’uso e la gestione delle foreste (10,1%).
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Quanto ci costa sovvenzionare le fonti fossili?

AMBIENTE - Ridurre i sussidi alle fonti fossili. Una richiesta che arriva da più voci a partire dal mondo della ricerca fino a Legambiente. A fine novembre tre esperti delle energie rinnovabili hanno pubblicato una lettera su Nature in cui chiedono una moratoria sulla costruzione di nuove centrali elettriche tradizionali per investire, anche, nello sviluppo delle energie rinnovabili. Nel programma di azione della Commissione Europea per la politica ambientale al 2020 si sottolinea come l’eliminazione dei sussidi fiscali legati ai carburanti fossili potrebbe ridurre di oltre 25 miliardi di euro la spesa di 21 Stati membri. La tendenza globale, però, evidenzia una crescita delle fonti fossili. Le ultime stime dell’International Energy Agency sulle sovvenzioni alle fonti fossili si attestano intorno ai 630 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 523 del 2011 e ai 412 del 2010
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L’oceano acido che scioglie le conchiglie

AMBIENTE - L’acidificazione degli oceani sta già mietendo le prime vittime. Un team di ricerca internazionale, guidato da Nina Bednaršek, ha scoperto che le conchiglie degli pteropodi, piccoli molluschi marini, si stanno sciogliendo per via delle concentrazioni troppo elevate di CO2 nell’acqua di mare, per cause soprattutto legate all’attività umana. Lo studio, pubblicato su Nature Geoscience, mostra per la prima volta in concreto gli effetti dell’acidificazione dei mari sugli organismi marini. Alcuni esperimenti di laboratorio avevano già rivelato i potenziali rischi in cui possono incorrere molte specie, ma fino a oggi non erano emerse prove di un impatto diretto sugli organismi in natura. Durante una crociera scientifica, nel 2008, il team anglo-statunitense ha però osservato danni dovuti alla dissoluzione dei gusci di numerosi esemplari di Limacina helicine antarctica, una specie di mollusco di un centimetro di lunghezza che abita le acque dell'Oceano Antartico, dove rappresenta un’importante fonte di cibo per pesci e uccelli e svolge un ruolo cruciale nel ciclo del carbonio
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Matti per gli insetti

Il progetto internazionale IBISCA-Panama ha coinvolto 102 entomologi di 21 paesi. Guidati da Yves Basset, hanno censito gli artropodi della foresta pluviale del Panama e 35 di loro - tra cui Gianfranco Curletti in rappresentanza dell'Italia - ne pubblicano oggi i risultati su Science.
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Rigassificatore di Trieste: incognita sicurezza

AMBIENTE - È da due anni che a Trieste, appare e scompare, la notizia della costruzione di un rigassificatore onshore nella zona di Zaule, a una manciata di chilometri dal centro cittadino. Dopo una serie di false partenze, smentite e apparenti retro-front, da qualche settimana, l'impianto a mare, proposto dalla multinazionale spagnola Gas Natural Fenosa, attraverso la società Gas Natural Rigassificazione Italia, sembra più vicino alla sua realizzazione.
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Emissioni di gas serra: le pagelle

AMBIENTE - Il podio è rimasto vuoto. Nessun Paese è stato in grado di mettere in campo azioni virtuose per limitare le emissioni di gas serra al di sotto dell’obiettivo dei 2°C. Per questo motivo, il rapporto annuale sulla performance climatica di 61 Paesi redatto da Germanwatch non assegna i primi tre posti della graduatoria. A guidare la classifica, che si basa sul Climate Change Performance Index (un mix tra livello di emissioni di gas serra, trend nei principali settori, efficienza energetica e politica del clima) sono Danimarca, Svezia e Portogallo, rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto.
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Più serpenti uguale più ragni

AMBIENTE - L'introduzione di specie aliene in un ambiente non in grado di contenerne la crescita demografica è tristemente nota essere tra le principali cause dell'attuale perdita di biodiversità a livello globale. Uno degli esempi 'da manuale' delle conseguenze disastrose di questo fenomeno è il famoso caso del Boiga irregularis, un serpente arboricolo accidentalmente approdato nei decenni scorsi sull'Isola di Guam, nell'Oceano Pacifico. Dall'arrivo di questa vorace specie si sono succedute ripetute estizioni della fauna locale, e particolarmente pesanti sono state le conseguenze per le popolazioni di uccelli forestali: 10 delle 12 specie che erano presenti sull'isola si sono estinte, mentre le due rimanenti sono state portate al collasso demografico e ora sono strettamente protette in aree in cui viene condotta una quotidiana procedura di eradicazione del predatore. Gli uccelli si sono evoluti in un ambiente privo di predatori arboricoli e dunque non hanno evoluto le strategie antipredatorie necessarie per ridurre le probabilità di cadere vittima dei serpenti
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Annuncio di maltempo, su col morale

AMBIENTE - Il 29 e il 30 novembre, Bologna ospita nel Palazzo Re Enzo, che fa sempre bella figura, la conferenza finale di WATER CoRe, un progetto inter-regionale europeo che valuta e coordina le "buone pratiche" per mitigare gli effetti delle siccità e delle carenze idriche. A Doha sono iniziate l'altro ieri le trattative della 18ma conferenza dei firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Non si prevedono risoluzioni per ridurre davvero le emissioni di gas serra né i primi vagiti di un protocollo di Kyoto II più efficace e sensato del precedente (1). Però la commissaria europea Connie Hedegaard è una battagliera, aspettiamo a tirar fuori i kleenex. E se i progressi globali sono pochi, se ne fanno in tutto il mondo. Purtroppo le buone notizie sono come il camembert: viaggiano male
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Meravigliosi in salamoia, in ghiaccio e in forno

Una comunità di microbi variamente specializzati prospera in una brodaglia infernale sotto il ghiaccio di un lago antartico, scrivono Alison Murray del Desert Research Institute et al. sui PNAS. Sono creature superdotate per stare su questo ed altri mondi.
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Rifiuti pericolosi in movimento

AMBIENTE - Dal 2001 al 2009, le esportazioni legali di rifiuti pericolosi (infiammabili, tossici o corrosivi) in Europa sono aumentate del 131%, le importazioni del 197%, mentre la produzione è cresciuta del 28%. Secondo il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, che ha monitorato le rotte legali dei rifiuti, la maggior parte di quelli pericolosi resta dentro i confini europei, finendo soprattutto in Germania e nei Paesi Bassi, che sono tra i maggiori importatori con, rispettivamente, 3 milioni e 2,8 milioni di tonnellate, seguiti dai Paesi Bassi e dall’Italia
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