CRONACA

Cronaca, esteri, politica, economia, cultura, costume e sport. Quando la ricerca esce dai laboratori e incontra la società.

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A suon di cromatofori

CRONACA - Sapete che cosa sono le macchie di colore che ballonzolano al suono della musica dei Cypress Hill qui sopra? Cromatofori sulla pelle della seppia (qui in particolare di Loligo pelalei). Il video impazza in rete, ma se non vi piace il rap potete provare con una versione più classica, come questa:
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Contraccezione: novità per lui

CRONACA - Si chiama JQ1 ed è una piccola molecola che potrebbe rivoluzionare il settore della contraccezione orale maschile, al momento ancora poco dinamico. Almeno nei topi, infatti, JQ1 si è dimostrata capace di inibire in modo reversibile la maturazione degli spermatozoi - e quindi di provocare infertilità temporanea - superando alcune considerevoli barriere fisiologiche e senza intaccare alcun equilibrio ormonale. Tutto è cominciato al Dana Farber Cancer Institute di Boston, dove il gruppo di ricerca di James Bradner stava studiando gli effetti inibitori di JQ1 su BRD4, una proteina...
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Con quella faccia un po’ così…

CRONACA - Mentre ci arrivano dal rover Curiosity le prime immagini di Marte ad alimentare fantasie di altri mondi e altri abitanti dello spazio, nuovi ritrovamenti fossili confermano l’ipotesi che il nostro antenato Homo erectus avesse nell’Africa orientale una compagnia piuttosto varia di ominidi appartenenti al suo stesso genere Homo. Almeno due specie del genere Homo vivevano in quella regione insieme ai nostri antenati circa due milioni di anni fa. La scoperta, pubblicata su Nature dal gruppo di ricerca guidato dalla paleoantropologa Meave Leakey, sembra risolvere una controversia che dura...
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Un gambero ci seppellirà tutti

CRONACA - Si dice che, accada quel che accada fra le le specie che più probabilmente sopravviveranno a qualsiasi sconvolgiomento dell'ecosistema, ci saranno certo le inossidabili blatte, ma agli astici qualcuno ci aveva pensato? Uno studio dell'Università di Londra Queen Mary, pubblicato su PLoS One dimostra che questi animali sono davvero pieni di risorse, che li rendono condidati alla sopravvivenza estrema. A quanto pare , per esmepio, Una specie che vive nel lago Naivasha in Kenya quando il livello dell'acqua si abbassa troppo e non è più possibile trovare cibo sott'acqua se ne esce e si nutre sulla terraferma. Come testominiano Jonathan Grey e colleghi l'animale può mangiare sia specie vegetali acquatiche che terrestri e questo avrebbe implicazioni pesanti sulla loro possibile introduzione in altri luoghi per l'allevamento (inutile dire che gli astici sono molto buoni da mangiare)
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Con un batterio il cotone combatte gli insetti

CRONACA - Sugli OGM la questione è sempre aperta. E così anche sul cotone geneticamente modificato con un batterio, il Bacillus thuringiensis, noto come “cotone BT”. Alcune ricerche in ambito economico dimostrerebbero che i benefici di queste coltivazioni sul benessere dei Paesi in Via di Sviluppo non sono poi così rilevanti, ma, stando ad un recente articolo pubblicato su PNAS in India l'utilizzo di questo genere di coltivazione avrebbe permesso un incremento del guadagno del 50%. Gli autori della ricerca sostengono, infatti, che i precedenti studi hanno valutato un impatto...
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Carnivoro o vegetariano: com’era il nostro antenato?

CRONACA - Prima c'era un antenato essenzialmente onnivoro. Dopo si sono differenziate due discendenze, una carnivora e un'altra vegetaria. La seconda ha avuto meno successo e si è estinta. Questo quello che a grandi linee si legge in un paper pubblicato ieri 8 agosto su Nature. In pricipio c'era l'australopiteco (vissuto da 4 a 2 milioni di anni fa), da cui si sono differenziate due linee evolutive, homo (noi) e parantropo (estinto un milione d'anni fa). L'ipotesi più accreditata al momento è che parantropo si è estinto perché aveva una dieta troppo specializzata per affrontare i cambiamenti climatici avvenuti nel periodo della sua scomparsa, mentre homo variava di più e per questo è sopravvissuto. Lo studio di Vincent Balter dell'Università di Lione offre ora una visione alternativa.
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Lo stile parigino secondo il software

CRONACA - Un gruppo di ricercatori della Canergie Mellon (CMU) e della Scuola normale superiore di Parigi ha messo a punto un sistema automatico basato sul data mining di grandi database di informazioni che riesce a isolare i "dettagli" visivi caratteristici di una città. Spiego meglio: cos'è che epr esempio rende così caratteristica e cosi facilmente riconoscibile Parigi, tanto che si può riconoscerla anche osservando scorci poco noti? Il sistema automatico sviluppato da Alexei Efros, professore alla CMU, e colleghi è in grado di fare una selezione degli elementi più caratteristici (balconi, porte, finestre con le sbarre tutto con una forma tipica) partendo da una gran mole di immagini e trovando le ricorrenze. Il gruppo di ricerca ha dato in pasto al software stati analizzati più di 250 milioni di dettagli visivi, partendo da 40.000 immagini tratte da Google Street View di Parigi, Londra, Barcellona e altre otto città
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Vocalizzi

Una ricerca su Science rivela come un elefante emette infrasuoni sotto i 20 Hertz per telecomunicare e una nostra rivela come un dei ricercatori emette canzoni attorno ai 200 Hertz.
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Continenti a zonzo

CRONACA - Dove starà l'Italia fra 100 milioni di anni? Forse più vicina al Polo Nord. Insieme alla gran parte delle altre terre emerse peraltro, a formare il nuovo supercontinente Amasia. Almeno secondo un nuovo studio fresco fresco di pubblicazione su Nature. 300 milioni di anni fa c'era Pangea, un supercontinente situato intorno all'equatore pian piano disgregato dalle spinte tettoniche. Che esista una deriva dei continenti è noto da parecchio tempo, e gli scienziati stimano che i cicli di superaggregazione e di disgregazione durino più o meno 500 milioni di anni. Non è però facile nè capire esattamente come erano disposte le terre in passato ne come lo saranno in futuro. Le ipotesi attuali sono principalmente due: quella dell'introversione (i continenti tornano verso la Pangea originale) e quella dell'estroversione, il supercontinente si forma dalla parte opposta a dove stava pangea. Secondo questo studio recente invece esiste una terza ipotesi, quella dell'ortoversione e cioè della formazione di un supercontinente in direzione perpendicolare alla linea che unisce le due altre ipotesi (verso l'artico, appunto).
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Alla conquista di Marte: the story so far

CRONACA - Stamattina alle 6 e 32 (italiane) il rover Curiosity, l'ultima fatica della NASA in fatto di conquista del suolo marziano, è atterrata felicemente sulla superficie del Pianeta Rosso. Ha già mandato le prime immagini e si appresta a iniziare la sua missione di esplorazione. Tutt'altro che sola, visto che dagli anni '70 in poi l'essere umano (anzi praticamente solo la NASA) ha fatto atterrare diversi ordigni sul Pianeta Rosso. Facciamo dunque il punto dei più importanti successi e insuccessi da allora. 1960 (novembre): primo tentativo sovietico, lo Sputnik 22 viene lanciato per una missione di flyby. Doveva avvicinarsi al pianeta e rimandare le prime immagini ravvicinate ma ebbe vita breve e si disintegro già negli strati bassi dell'atmosfera terrestre INSUCCESSO 1971 (novembre): di nuovo i russi. Questa volta si avvicinano di più, ma Marte 2 si schianta sulla superficie del Pianeta Rosso. INSUCCESSO
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