CRONACA

Cronaca, esteri, politica, economia, cultura, costume e sport. Quando la ricerca esce dai laboratori e incontra la società.

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Rischio trivella selvaggia

AMBIENTE - La caccia all'oro nero nazionale continua. Dopo l’autorizzazione ministeriale firmata da Corrado Clini che permetterà all’azienda irlandese Petroceltic le trivellazioni al largo delle Isole Tremiti, lo sviluppo degli idrocarburi nazionali prosegue nella Strategia energetica nazionale. Stando alle bozze che circolano in questi giorni ci sono ben 5 zone individuate per le ricerca ed eventuale estrazione del petrolio italiano: val Padana, l’Alto Adriatico, l’Abruzzo, la Basilicata e l’off-shore Ibleo. A essere più a rischio sono le acque marine
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Una nuova promessa contro la tubercolosi

CRONACA - Si chiama epimerasi e potrebbe essere la chiave di volta della lotta contro la tubercolosi. È un enzima coinvolto nella sintesi della parete cellulare di Mycobacterium tubercolosis, il microrganismo responsabile della malattia. La buona notizia è che un gruppo di biologi strutturali dell'Università di Pavia è riuscito a descrivere in dettaglio la struttura molecolare dell'enzima e ora che questa è nota si può cominciare a disegnare farmaci mirati contro la molecola, per metterla ko uccidendo il batterio. L'annuncio, pubblicato su Science Translational Medicine, arriva in un momento cruciale della battaglia contro la tubercolosi, una malattia che continua a uccidere due milioni di persone all'anno, anche grazie alla comparsa di forme resistenti a molti dei farmaci utilizzati per combatterla, se non a tutti. D'altra parte, la ricerca è stata ferma per moltissimo tempo e solo nell'ultimo decennio ha ripreso vigore, identificando nuove, potenziali armi farmacologiche. Tra queste spiccano i benzotiazinoni ed è proprio da loro che prende le mosse la nuova linea di ricerca
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Macché spazzatura

CRONACA - La rassicurante e lineare rappresentazione del DNA composto da geni che codificano pezzetto per pezzetto tutto ciò di cui siamo costituiti (proteine insomma), alla quale siamo abituati fin dai libri di biologia delle medie è forse destinata a essere rivoluzionata in breve tempo. E diciamocelo c'era da aspettarselo. Se non altro perché almeno dalla pubblicazione dei risultati del progetto Genoma Umano nel 2000 sapppiamo per certo che circa il 98% del nostro DNA apparentemente non ha alcuna funzione (non codifica proteine) e dunque è stato forse frettolosamente chiamato "spazzatura". Dato però che la Natura è una massaia che non butta via nulla e non spende energie a vuoto, c'era da aspettarsi che questa gran massa di materiale immaginato inerte non potesse essere poi così inutile. Sia chiaro, non è che nessuno si fosse insospettito e in questi anni c'è stato un gran lavoro di ricerca sull'argomento che già aveva iniziato a sgretolare questa concezione. Così ha fatto anche il progetto ENCODE (Encyclopedia of DNA elements) e lo ha fatto in maniera estensiva e sistematica, senza precedenti. Infatti ieri il progetto ha partorito ben 30 articoli scientifici ripartuiti fra le riviste Nature, Science, Genome Biology e Genome Research. Durato cinque anni ha coinvolto 442 ricercatori di 32 istituti sparsi in tutto il mondo (per dare un idea dello sforzo basti sapere che sono stati usati 300 anni di tempo-computer totali per l'analisi dei dati), analizzando 147 tipi di cellule provenienti da diversi tessuti. Risultato: il DNA spzzatura serve a regolare l'azione dei circa 20.000 geni riconosciuti come codificanti del nostro DNA
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Il cervo timido si salva la vita

CRONACA - Durante le stagioni di caccia in Canada, sono le alci più timide quelle che hanno maggiori probabilità di sopravvivere, mentre quelle più audaci finiscono per fare una brutta fine. Questi i risultati di una ricerca pubblicata sui Proceedings of the Royal Society B, che avanza l'ipotesi che le attività umane possono agire da forza selettiva anche sul "carattere" di alcune specie animali. CRONACA - Durante le stagioni di caccia in Canada, sono i cervi più timidi quelle che hanno maggiori probabilità di sopravvivere, mentre quelli più audaci finiscono per fare una brutta fine. Questi i risultati di una ricerca pubblicata sui Proceedings of the Royal Society B, che avanza l'ipotesi che le attività umane possono agire da forza selettiva anche sul "carattere" di alcune specie animali. Un gruppo di ricercatori dell'Università dell'Alberta, ad Edmonton in Canada, ha monitorato le abitudini (in fatto di spostamenti) e la probabilità di venire uccisi durante la stagione venatoria mettendo dei collari GPS a 122 esemplari di cervo americano (maschi e femmina). Alla fine della stagione 22 esemplari erano stati abbattuti dai cacciatori e secondo i dati registrati tipicamente più un cervo si muoveva e percorreva lunghe distanze, maggiore era la probabilità di essere uccisa
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In debito con la Terra

AMBIENTE - Il nostro Pianeta è in rosso. Dal 22 agosto, infatti, abbiamo esaurito le risorse naturali globali dell'anno. In altre parole quello che consumiamo è maggiore di quanto la Terra riesce a rigenerare. A fare i calcoli è il Global Footprint Network che ogni anno elabora una sorta di estratto conto bancario, in cui sono registrati la domanda dell'umanità e l'offerta di risorse naturali e di servizi ecologici. Il primo deficit risale al 1987. Da allora l'overshoot day della Terra arriva sempre prima. Se nel 2000 è stato il...
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Zucchero nello spazio

CRONACA - Non dimostra che c'è vita nello spazio, ma dimostra almeno che i componenti organici fondamentali per l vita si possono formare ancor a prima dei pianeti in grado di ospitarla. Sorprenderà molti sapere infatti che gli scienziati hanno trovato dello zucchero galleggiare nello spazio fra i gas intorno a una stella in fase di crescita. Lo zucchero in questione è la glicolaldeide, ed è stato rilevato da un team danese grazie alle osservazioni effettuate con ALMA (Atacama Large Millimiter/Submillimiter Array) il nuovissimo (e ancora in costruzione) radio-osservatorio in Cile, che si sta già rivelando prezioso
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Tanti coleotteri, pochi coccodrilli, ma non dipende dall’età

CRONACA -Alcune specie sono più varie di altre. Come spiegano gli autori del nuovo lavoro pubblicato su PLoS Biology, esiste un gran numero di specie di coleottero, ma molto poche di coccodrillo (ma gli esempi sono molteplici). Perché? L'assunto generale che in qualche modo permea da decenni gli studi sull'evoluzione è che più antica è la linea evolutiva che ha prodotto le specie, più queste tendono a essere diversificate, ma a quanto pare questa regola non supera i test più rigorosi come quello condotto da Micheal Alfaro della UCLA e colleghi
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Un’ipotesi alternativa sul parto umano

CRONACA - Perché i bimbi umani nascono assolutamente inermi e decisamente meno sviluppati dei cuccioli degli altri mammiferi? È una questione su cui gli evoluzionisti si sono scervellati per decenni ma che trova al momento ipotesi ancora parzialmente messe alla prova. Un nuovo studio di imminente pubblicazione su PNAS offre dati a supporto di una teoria recente, affossando invece quella attualmente più accreditata. La questione è questa: gli esseri umani nascono con il cervello che è grande il 30% di quello adulto, e hanno una corposa fase di sviluppo fuori dall'utero della mamma. Se è vero che anche altre specie nascono parzialmente sviluppate, nessuna ci eguaglia (caso a parte rappresentano i marsupiali). Faccio un esempio che dovrebbe chiarire: anche gli scimpanzè nascono parzialmente non sviluppati, ma un essere umano per raggiungere lo sviluppo comprarabile a quello di un neonato di scimpanzè dovrebbe stare nella pancia di mamma dai 18 ai 21 mesi, invece dei 9 canonici
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Le gemelle della Via Lattea

CRONACA- La Via Lattea ha una gemella: anzi, due. Un ricerca presentata pochi giorni fa all'assemblea generale dell'Unione astronomica internazionale a Pechino ha trovato il primo gruppo di galassie con caratteristiche simile alla nostra. Si tratta di un ritrovamento raro nel gruppo di galassie di cui fa parte la Via Lattea, il Gruppo Locale. La Via Lattea è una galassia abbastanza tipica se vista isolata dal suo intorno ma, se considerata insieme alle sue vicine, le Nubi di Magellano, è molto rara, e c'era una probabilità concreta che fosse un esemplare unico nel suo genere. Almeno finché uno studio del Gruppo Locale non ha trovato altri due esemplari molto simili. L'astronomo Aaron Robotham, che divide la sua attività tra la sezione del Centro internazionale di ricerca radioastronomica dell'Università dell'Australia occidentale e l'Università di St. Andrews in Scozia, ha cercato gruppi di galassie simili alla nostra nella mappa più dettagliata a oggi disponibile del Gruppo Locale, il Galaxy and Mass Assembly survey, un progetto che conduce studi cosmologici attraverso apparecchiature terrestri e spaziali di ultima generazione, oltre a indagare su formazione ed evoluzione delle galassie
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