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CRONACA

Un Nobel per il sistema immunitario

CRONACA - Tutto dedicato al sistema immunitario il primo premio Nobel di quest'anno (Medicina e Fisiologia), assegnato pochi minuti fa a Stoccolma. Come ogni tanto succede il prestigioso premio è stato diviso in due: da un lato Bruce Beutler (oggi all'Istituto Scripps) e Jules Hoffmann (in anni recenti presidente dell'Accademia Francese delle Scienze), per gli studi su sistema immunitario innato, dall'altra Ralph Steinman (dell'Università Rockefeller di New York), per quelli sul sistema immunitario adattivo. I primi due hanno scoperto (i primi studi sono di Hofmann nel 1996, sui moscerini, mentre...
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Riconoscere il vaccino (e la malattia) annusando

SCOPERTE - Se il risultato principale della vaccinazione sarà proteggervi da determinate malattie, uno di quelli secondari sarà conferire al vostro corpo un odore tutto nuovo. Secondo gli scienziati, i risultati di uno studio pubblicato su Physiology and Behavior saranno il punto di partenza per indagare il sistema immunitario umano da un punto di vista del tutto nuovo: quello olfattivo. Cosa comporta, concretamente, il cambio di odore? Potrebbe essere possibile riconoscere la presenza di una malattia solamente su basi olfattive, senza usare metodi invasivi e prima della comparsa di sintomi evidenti. "Le implicazioni future potrebbero riguardare non solo il monitoraggio delle malattie e la diagnosi precoce, ma anche la sicurezza alimentare e il bioterrorismo", spiega Bruce Kimball del Monell Chemical Senses Center, uno degli autori dello studio. Durante la ricerca, effettuata su topi, in una prima sessione gli animali dovevano distinguere tra l'urina di conspecifici vaccinati contro il virus della rabbia oppure contro il virus del Nilo Occidentale. In un'altra parte della ricerca, dovevano invece discriminare tra l'urina di topi trattati con il lipopolisaccaride (LPS), un'endotossina batterica che attiva il sistema immunitario, e quella di topi non trattati.
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Alla scoperta della riproduzione suicida nei mammiferi

CRONACA - Dura la vita per i maschi appartenenti ad alcune specie di Dasyuridae, una famiglia di marsupiali diffusa in Australia, Nuova Guinea e Sudamerica: trascorrono, infatti, la quasi totalità del loro ciclo vitale da individui sessualmente immaturi e, non appena hanno la possibilità di riprodursi, muoiono di stenti subito dopo l'accoppiamento. In queste specie, infatti, circa il 90% dei maschi rimane senza vita immediatamente dopo l'atto sessuale, mentre il restante 10% muore nei giorni successivi. In generale, solo i più fortunati riescono ad accoppiarsi con più di una femmina nell'arco di pochi giorni, mentre nessuno è in grado di affrontare due diverse stagioni riproduttive. La causa che determina la morte è proprio il lungo e debilitante accoppiamento, che in alcune specie può durare fino a 14 ore ininterrotte. Al termine della copula, infatti, il decesso sopraggiunge a causa del collasso del sistema immunitario, determinato dalla presenza nel sangue di concentrazioni estremamente elevate degli ormoni dello stress, a loro volta dovute alla soppressione del meccanismo che ne regola i livelli in circolo. Insomma, un collasso fisiologico dovuto ad una strategia riproduttiva molto singolare, paragonabile al suicidio
SALUTE

Un micro OGM contro la malaria

SALUTE - Noi e i batteri del nostro intestino. Quello della relazione con il microbiota intestinale è diventato negli ultimi anni uno dei temi più caldi di tutta la biologia: abbiamo scoperto che questi invisibili ospiti influenzano il nostro sviluppo, il metabolismo, il sistema immunitario e la suscettibilità a diverse malattie. Insomma, siamo anche i nostri batteri e lo stesso accade per gli altri organismi, zanzare comprese. E proprio i batteri che vivono nell'intestino delle zanzare, se opportunamente modificati, potrebbero diventare l'arma risolutiva della nostra lotta alla malaria, come racconta su Pnas un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins School of Medicine di Baltimora
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