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Science premia la chimica

NOTIZIE - Ancora una volta questa settimana su Oggi Scienza parliamo di video che spiegano la scienza. Si chiama Periodic table of videos ed è nato tutto con un video postato su YouTube nel 2008. L'idea di Brady Haran e Martyn Poliakoff era di rappresentare in modo divertente e non convenzionale la chimica, spiegando tutti i 118 elementi della tavola periodica. Oggi il progetto è cresciuto e il canale su YouTube ha 45602 iscritti e registra 14882026 visualizzazioni dei 320 video caricati. I video sono un mix divertente di esperimenti e di aneddoti rivolti a chiunque abbia interesse e curiosità per la chimica, senza necessariamente avere nozioni della materia. Come viene spiegato nell'articolo appena pubblicato su Science, l'approccio della produzione dei video è stato non convenzionale: nessuno script o storyboard, solo un appassionato desiderio di rivolgersi ad un pubblico generale e trasmettere la passione per la chimica.

Quando l’inquinamento arriva nelle grotte

NOTIZIE - 121 grotte inquinate, 247 ostruite, 19 sparite: ad oggi questi sono i numeri che testimoniano l’inquinamento delle grotte dell’altipiano carsico. Il risultato di anni d’incuria e illegalità, durante i quali nelle grotte sono stati riversati liquami industriali, idrocarburi, acque fognarie di case private, e chiunque vi ha gettato oggetti di tutti i tipi, dai motorini ai residuati bellici ai pezzi di Eternit, come se le grotte fossero comodi immondezzai ad uso comune. Nel 2010 la situazione è diventata di dominio pubblico, quando a gennaio è stato pubblicato su National Geographic l’articolo di Fabio Dalmasso, sceso nelle grotte assieme agli speleologi triestini Claudio De Filippo e Roberto Trevi, e al fotografo Fabio Liverani.

Fine delle trasmissioni, sul serio

NOTIZIE - Spirit, di nome e di fatto a questo punto. Kaputt. Ieri la NASA ha annunciato che basta, non ci saranno più tentativi di contatto con il rover marziano a partire dal 25 maggio prossimo. L’ultimo segno di vita Spirit l’ha dato il 22 marzo 2010. Poi più niente. Era danneggiato e non riusciva più a spostarsi e secondo gli scienziati questa inattività lo ha reso vulnerabile alle basse temperature dell’inverno marziano. I tecnici speravano si riprendesse all’arrivo della primavera, ma così non è stato

Pianeti solitari

NOTIZIE - Sarebbero moltissimi gli oggetti di dimensioni planetarie, simili a Giove, che vagano nello spazio interstellare senza essere legati a nessuna stella. E non si può escludere che ospitino forme di vita.

Labirinti di DNA per dispositivi diagnostici

NOTIZIE - L'immobilizzazione del DNA su supporti solidi, attraverso un processo di auto-assemblaggio e manipolazioni enzimatiche, è un'applicazione importante per lo sviluppo di dispositivi miniaturizzati innovativi per la diagnostica. Sulla rivista Nature Communications un team interdisciplinare di ricercatori ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio che illustra i meccanismi con cui gli enzimi di restrizione interagiscono con il DNA in nanostrutture molecolari. La scoperta può aprire nuovi scenari per la medicina molecolare di frontiera e favorire lo sviluppo di nanotecnologie a basso costo, usando strutture composte da molecole di DNA, utili per esempio per l’analisi di tessuti biologici.

Il fico strangolatore

NOTIZIE - Che bello! Vabbè, non è proprio una notizia, di quelle del tipo è uscita una ricerca sulla rivista tal dei tali che dice che bla bla, ma ultimamente, almeno mi pare, la scienza sta diventando parecchio creativa e non riesco a non condividere con voi le piccole perle in cui mi imbatto. Qualche settimana fa vi parlavo del rap degli scienziati del clima, ora vi voglio mostrare questa chicca della animazione (credo fatta con lo stop-motion). Nel breve filmato qui sopra si spiega la singolare biologia del fico strangolatore (Ficus watkinsiana), che quando è solo un virgulto ha bisogno di luce (vive nella foresta pluviale australiana) e si piazza nella chioma della pianta-ospite, in genere un bell’alberone alto alto. Dato che però crescendo le sue necessità cambiano, da una richiesta di luce a una richiesta maggiore di acqua, pian piano il rampicante scende succhiando nel frattempo la linfa all’albero portante fino a ucciderlo quando tocca terra. Il risultato è una pianta cava, cresciuta intorno a un albero morto e sepolto.

Cancro al seno: diagnosticarlo con l’epigenetica

SALUTE - Usando metodi dell'epigenetica, ricercatori belgi sono riusciti a identificare vari sottotipi di tumori al seno, trovando così nuovi possibili metodi per rilevare e curare la malattia. Il termine epigenetica può spaventare, ma il concetto è in realtà molto semplice: Kathleen T. Ruddy, nel suo blog sul cancro al seno, lo spiega con un'analogia culinaria. Diamo a cento persone cento copie di un medesimo libro di cucina, e diciamo loro di cucinare un piatto. Alla fine, supponiamo di trovare che ottanta di questi cento aspiranti cuochi abbiano cucinato dolci, e gli altri venti piatti salati. Passiamo ora ai geni. Questi, continua Ruddy, funzionano come le parole di una ricetta: vengono letti e usati per preparare, invece di piatti, proteine, che vengono poi aggregate per generare i tessuti. Ora, ogni cellula cancerogena del seno contiene un suo ricettario di geni, con cui crea le proteine del cancro al seno. Invece di preparare una cassata o uno strudel, le cellule cancerogene creano recettori di estrogeni, o di progesterone, eccetera. Quando vengono letti i geni, come in una ricetta, si dice che sono espressi. Cosa determina quali ricette sono eseguite? cioè, quali geni sono espressi nelle cellule cancerogene del seno?

Refusi nell’RNA

NOTIZIE - Hmmmm, di nuovo Science express che esce con una ricerca “potenzialmente” rivoluzionaria (ricordate i batteri all’arsenico?). Difficile dire se si tratti di un altro colossale granchio o di una pietra miliare nella biologia molecolare e per il momento la comunità scientifica rimane più io meno cauta (lo studio è stato pubblicato ieri, perciò è possibile che già da oggi si scatenino delle reazioni, stiamo a vedere). Sia come sia, Mingyao Li, Isabel Wang e colleghi della Scuola di Medicina dell’Università della Pennsylvania ritengono di aver trovato le prove che scardinano il “dogma centrale” della biologia molecolare. Il dogma dice che nel DNA sono contenute le istruzioni per costruire le proteine dell’organismo, queste istruzioni vengono tradotte dall’RNA e dai pezzetti di RNA si assemblano infine le proteine. Il luogo comune vorrebbe che la traduzione da DNA a RNA sia perfetta, senza errori, ma Li e Wang hanno osservato invece molti "refusi" nell’RNA (li hanno chiamati RDD, RNA-DNA differences). La cosa ulteriormente interessante che emerge nello studio è che gli errori osservati nell’RNA vengono mantenuti nelle proteine (cioè non vengono affatto corrette da qualche meccanismo per assomigliare di più al codice originario del DNA).

Tempeste su Saturno

NOTIZIE - Il fenomeno è stato inizialmente rilevato il 5 dicembre del 2010, dagli strumenti della sonda Cassini (la missione sviluppata dalla NASA, in collaborazione con ESA e ASI, che è entrata nell'orbita di Saturno il 30 giugno 2004) e ieri sulla rivista Science sono stati pubblicati i risultati più approfonditi ottenuti grazie alle osservazioni del Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (ESO) che si trova in Cile. Nell'emisfero nord di Saturno si è sviluppata una tempesta così potente da estendersi in tutto il pianeta e per la prima volta un fenomeno di questo genere è stato osservato con gli infrarossi termici, permettendo di valutare le differenze di temperatura. Si tratta di tempeste piuttosto rare che sono state osservate solamente sei volte dal 1876 a oggi, l'ultima risale infatti al 1990. L'atmosfera del pianeta Saturno è solitamente calma, ma circa una volta all'anno (che corrispondono a una trentina di anni terrestri), con l'arrivo della primavera nell'emisfero nord del pianeta, dalla zona sotto le nuvole l'aria calda sale e provoca fenomeni simili ai temporali, che possono estendersi e amplificarsi.

Quando un videogioco ti può salvare

NOTIZIE - Il recupero dopo un ictus è spesso lungo e difficile soprattutto per quello che riguarda la mobilità degli arti superiori e la capacità a compiere le azioni della vita di tutti i giorni. Ben l'80-95% dei pazienti mostra disabilità motosensoriali anche a sei mesi di distanza dall'ictus, proprio a causa della complessità dei meccanismi coinvolti. Una nuova ricerca pubblicata sulle pagine del Journal of NeuroEngineering and Rehabilitation, dimostra che l'applicazione delle nuove tecniche cinematografiche per lo sviluppo dei nuovi videogiochi può accelerare e migliorare il recupero di un paziente colpito da paralisi dopo un ictus.
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