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Pesci brillanti nonostante i materiali

CRONACA - La pelle dei pesci, per la stessa natura e struttura dei materiali di cui è composta, dovrebbe far loro perdere in lucentezza. La pelle è infatti composta da strati di materiale semitrasparente che tende a polarizzare la luce (e cioè riflettere selettivamente solo una parte della luce che colpisce il materiale, trattenendo il resto). Questo però potrebbe risultatre svantaggioso per sardine e aringhe (e non solo): la lucentezza è infatti uno dei modi in cui questi animali confondono l'occhio dei possibili predatori. Uno studio pubblicato su Nature Photonics svela che questi pesci hanno adottato un trucchetto per mantenersi brillanti. La pelle di questi pesci contiene non uno ma due tipi di cristalli di guanina, ognuno con proprietà diversa. Il mix di questi due cristalli, spiegano Julian Partridge e Nicholas Roberts della Bristol's School of Biological Sciences, riflette molta più luce di quanto ciascuno preso singolarmente

Pesce d’ottobre

A vederlo non sembra, ma il Consiglio dei ministri è un birichino. Complice il Sole-24 Ore, ha fatto uno scherzo agli scienziati e questi ci sono cascati. LOL.

Record olimpionico

All'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) di Torino si è svolta la riunione più veloce mai avvenuta in un ente scientifico.
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Strani modi di far pipì

CRONACA - Gli adattamenti degli animali in natura possono raggiungere un livello di stranezza che supera la più vivida immaginazione: ed ecco che esistono serpenti volanti, lucertole che camminano sull'acqua, altre che spruzzano sangue dagli occhi, ed ora perfino una tartaruga che si libera delle urine per via orale. Avete capito bene, non stiamo scherzando: la tartaruga cinese dal guscio molle (Pelodiscus sinensis), e forse anche altre specie simili, espelle i residui del metabolismo azotato mediante un sistema di strutture, esclusive di questi organismi, che si trovano nella regione cefalica. Che queste tartarughe fossero animali particolarmente insoliti era noto da tempo: infatti, questa straordinaria specie presenta all'interno della cavità orale un sistema di lamelle faringee, scoperte oltre 100 anni or sono, che hanno una funzione, e un funzionamento, simile a quello delle branchie dei pesci. Grazie a questo sistema, chiamato processo buccofaringeo villiforme, la tartaruga cinese dal guscio molle è in grado di ricavare ossigeno dall'acqua, oltre che nella maniera convenzionale di tutti i rettili tramite i polmoni. Questa caratteristica consente loro di mantenersi sotto il livello dell'acqua per periodi di quasi due ore, senza dover raggiungere la superficie per respirare. Oggi un gruppo di ricercatori della Università di Singapore, ha dimostrato che questa specie, quando si trova in fase di immersione, espelle solo il 5.9% dell'urea per via renale attraverso la cloaca, mentre tutto il resto del metabolita azotato viene eliminato per via orale, semplicemente spalancando la bocca. Ma anche se forzata sulla terraferma, Pelodiscus sinensis è solita individuare piccole pozze d'acqua in cui immergere la propria testa e azionare il movimento faringeo per liberarsi delle scorie

Copia con perla

Sul Giornale, Riccardo Cascioli traduce un post americano a proposito di una ricerca sulle emissioni di metano nell'emisfero nord negli ultimi 2000 anni. Di suo aggiunge un'informazione originale: per fabbricare armi, gli antichi romani usavano il carbone e/o il petrolio.

L’Italia dal suolo fragile

AMBIENTE - Ogni autunno con l’arrivo delle prime piogge intense le strade delle città rischiano di trasformarsi in un percorso a ostacoli, caratterizzato da buche, voragini e sprofondamenti del terreno. Il rapporto sulla “Qualità dell’ambiente urbano”, elaborato dell’Istituto superiore per le protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha censito dal 2008 alcune migliaia di casi di sprofondamenti stradali. Tra le città con il terreno “più fragile” ci sono Roma con 1.832 eventi registrati, seguita da Napoli (234) e Cagliari (67). I fattori responsabili di queste buche e voragini sono diversi, dall’esistenza di una rete di cavità sotterrane fino alle insufficienze del sistema di smaltimento fognario e delle acque di superficie

Alfa Centauri e il suo pianeta terrestre

CRONACA - Che cosa succederebbe se prendessimo un sistema di tre stelle, di cui due simili al Sole con sistema planetario annesso, la ponessimo a 4,3 anni luce di distanza dalla Terra? Avremmo descritto perfettamente l’ambientazione del film Avatar, l’ultimo colossal di James Cameron, oppure l’ultima incredibile scoperta dell’ESO (European Southern Observatory). Secondo questa importante scoperta pubblicata su Nature, astronomi dell’Osservatorio di Ginevra analizzando i dati raccolti con HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher), uno spettrografo collegato al telescopio dell'ESO da 3,6 m posizionato a La Silla sulle Ande cilene a oltre 2400 m slm, sono stati in grado di rilevare “un segnale piccolo, ma reale, da un pianeta che orbita intorno a Alfa Centauri B ogni 3,2 giorni” commenta Xavier Dumusque (Osservatorio di Ginevra, Svizzera e Centro de Astrofisica da Universidade do Porto, Portogallo), che continua “è una scoperta straordinaria e ha spinto al limite la nostra tecnica”, portando a oltre 840 il numero di pianeti extrasolari scoperti.
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