CRONACASPECIALI

Premio Nobel per la chimica ai modelli molecolari

Hanno portato “gli esperimenti chimici nel cyberspazio”: li hanno presentati così alla cerimonia di proclamazione dei Nobel per la Chimica 2013, che si è tenuta ieri a Stoccolma. Sono Martin Karplus, professore all’Université de Strasbourg e alla Harvard University, Michael Levitt della Stanford University e Arieh Warshel, della University of Southern California, a Los Angeles, i vincitori del titolo.
AMBIENTE

Plastica: e se la mettessimo tra i rifiuti tossici?

AMBIENTE - Produciamo e gettiamo plastica in quantità mostruose e se non ne teniamo sotto controllo lo smaltimento, finiremo per distruggere i nostri ecosistemi. Inserire questo materiale tra i rifiuti tossici potrebbe non solo prevenirne un ulteriore accumulo nell’ambiente e garantire un ripristino degli habitat contaminati, ma anche stimolare la ricerca verso nuovi polimeri più sicuri: è questa la riflessione di un team di esperti di ecologia guidato dalla University of California Davis alla luce delle cifre su consumi e inquinamento da materiali plastici degli ultimi anni, appena pubblicata sulla rivista Nature. I dati riportati nello studio sono in effetti allarmanti e si prevede che entro il 2050 accumuleremo una quantità di plastica così grande (le stime parlano di 33 miliardi di tonnellate) che i camion per contenerla, se posti in fila, farebbero 800 volte il giro del Pianeta. Solo l’anno scorso abbiamo prodotto a livello globale 280 milioni di tonnellate di materiali plastici e di questi meno della metà sono stati raccolti in discariche o riciclati.
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Ecomafie del Nord: i numeri della corruzione e dell’abusivismo edilizio

CRONACA - Qualcuno ancora pensa che la mafia sia una prerogativa del Sud. In questo viaggio a caccia di illegalità emerge invece il quadro di una criminalità organizzata a dir poco radicata nelle regioni del Nord. 7.139 le infrazioni totali, 9.476 le persone denunciate, 9 quelle arrestate e 1.198 i sequestri: questi i numeri del ciclo illegale del cemento in Nord Italia negli ultimi 5 anni. Liguria al primo posto per numero di illeciti, seguono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Ecco il resoconto riportato da Legambiente nel dossier Cemento S.p.a. su mafie, corruzione e abusivismo edilizio dal 2006 al 2010 nelle regioni settentrionali del nostro paese. Se consideriamo l’incidenza delle infrazioni per unità di superficie la classifica mantiene pressoché lo stesso ordine, sebbene la Liguria, con un’incidenza di 33 infrazioni ogni 100 chilometri quadrati, sia ben al di sopra della seconda classificata, la Lombardia, che riporta un valore di 6.7. Tra le venti province più colpite da questo tipo di illegalità ambientale i primi posti sono occupati da Imperia, Genova e Savona, a confermare una polarizzazione dell’azione mafiosa nell’Italia Nord Occidentale. Seguono Sondrio, Trento e Rimini. Precisiamo che nel caso specifico delle province i dati sono relativi all’intervallo 2007-2010.
AMBIENTEINFOGRAFICHELA VOCE DEL MASTER

Come trattiamo le nostre aree protette?

LA VOCE DEL MASTER - Dai dati raccolti da Legambiente, pubblicati a fine maggio nel dossier Biodiversità a rischio, sembra che stiamo imparando a trattare un po’ meglio i nostri parchi naturali. I numeri riportati ci dipingono il quadro delle illegalità compiute nelle aree protette italiane durante il 2011. Infrazioni, illeciti, denunce e sequestri seguono un trend in calo, se facciamo un confronto con il quadro datato 2010. Quasi 500 casi in meno tra le violazioni penali e gli illeciti amministrativi nel paese, con una classifica regionale dell’illegalità che vede Campania e Toscana traslarsi dalla prima e seconda posizione alla terza e alla quarta, rispettivamente, con un Lazio che di conseguenza, seppur inalterato, viene spinto in cima con un totale di 213 infrazioni. Salta all’occhio il caso del Trentino, da 0 a 119 casi di infrazione in un anno: un’oscillazione che è probabilmente imputabile all’intensificarsi dei controlli effettivi più che a un aumento così consistente dei casi. Inversione della polarità per la Sicilia e la Liguria, invece, con cali piuttosto significativi nei tassi di violazione. È chiaro che la consistenza di numeri di questo tipo va calibrata sulla quantità e la qualità degli accertamenti e dall’efficacia con cui viene fatta prevenzione nelle diverse regioni. Va detto inoltre che non sono stati integrati nella classifica 2011 i dati raccolti dalle Capitanerie di Porto, che erano invece stati forniti per l’elaborazione del 2010
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Idratata come la pelle di un pomodoro

CRONACA - Per mantenersi idratate, le piante hanno un metodo tutto loro. A partire dai frutti fino ad arrivare ai rami e alle foglie, fanno in modo da essere rivestite da un sottile strato di pelle trasparente, la cosiddetta cuticola, che limita l’evaporazione e dunque le aiuta a trattenere l’acqua. Studiando la buccia del pomodoro è stato adesso compreso il meccanismo con cui le piante utilizzano la cutina, la molecola alla base di questo strato protettivo, per formare la cuticola. Lo trovate pubblicato su Nature Chemical Biology. Trevor H. Yeats della Cornell University di Ithaca e i suoi collaboratori hanno identificato il meccanismo enzimatico con cui viene prodotta la cutina e il processo attraverso il quale essa si assembla nella cuticola. Per farlo, gli scienziati sono partiti da esperimenti sulla buccia dei pomodori, che normalmente contiene molta di questa sostanza. In particolare, il pomodoro “normale” è stato confrontato con pomodori geneticamente modificati, con una pelle molto sottile e che si disidratavano velocemente. Dal confronto è emerso che in quelli modificati non era presente l’enzima aciltransferasi, che è stato battezzato quindi come responsabile della formazione della cuticola attraverso l’aggregarsi dei mattoncini di cutina. A conferma del suo ruolo, altre piante o parti di piante sono state prese in esame e ne è risultato che l’enzima manca anche nelle alghe, che appunto non hanno bisogno di proteggersi dalla disidratazione.
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Abbronzatura al top, geni e melanoma

LA VOCE DEL MASTER - I week end all’insegna del “colorito perfetto” sono alle porte e anche se richiamare all’uso della protezione solare può suonarvi banale, non lo è per niente. Esporsi in modo irresponsabile al sole aumenta davvero la probabilità del verificarsi degli errori al DNA che sono all’origine dei tumori della pelle: non è uno slogan per vendere l’ennesima crema protettiva, bensì l’ultimo passo della ricerca sul melanoma, pubblicato qualche giorno fa su Nature.
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Il ruolo dei livelli di ossigeno nei tumori

LA VOCE DEL MASTER - Le ricadute di cancro alla prostata dopo la radioterapia si associano ad una brusca diminuzione di ossigeno nella massa tumorale stessa, e questo potrebbe fornire un supporto efficace nella scelta dei trattamenti successivi. In particolare è stato dimostrato che l’ipossía, cioè la ridotta disponibilità di ossigeno, nelle cellule della massa tumorale di carcinoma prostatico influisce negativamente sulla riuscita della radioterapia e rende più probabili i fenomeni di recidiva. Da qui l’ipotesi di associare in futuro alla radioterapia un trattamento mirato verso l’ipossìa stessa, al fine di garantire la cessazione definitiva della proliferazione tumorale e aumentare la probabilità di sopravvivenza.
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Farfalle in estinzione: istruzioni per l’uso

LA VOCE DEL MASTER - Il vademecum per la tutela delle farfalle a rischio di estinzione è apparso pochi giorni fa sul primo numero di Nature Conservation, una nuova rivista scientifica peer-reviewed. Opera di un team internazionale di studiosi coordinato dal Butterfly Conservation Europe, il report presenta le nuove linee-guida per la salvaguardia di alcune tra le specie di farfalle europee maggiormente in pericolo. 29 sono le specie che rientrano nella lista, e ciascun paese aderente l’iniziativa ha il compito di preservarle. Prendersi cura delle farfalle significa rispettare le regole per la salvaguardia del loro ambiente naturale e, in primo luogo, conoscere le loro caratteristiche, il loro habitat ideale e le piante che sono alla base della loro alimentazione. L’articolo presenta perciò un dettaglio sulle necessità ambientali ed ecologiche, specie per specie, delle farfalle in questione, e una lista dei doveri e dei divieti per salvarle dall’estinzione preservando il loro habitat. Ad esempio, indica che tipo di coltivazioni sono o meno tollerate, dove è necessario estendere le zone erbose per amplificare la disponibilità di nettare oppure i periodi dell’anno in cui si dovrebbe evitare di bruciare i terreni per evitare di distruggere le uova appena deposte
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