CRONACA - Oltre cento morti solo in Guinea, una decina in Liberia e diversi casi sospetti di pazienti in Ghana, Mali, Senegal e Sierra Leone: sono questi gli ultimi dati rilasciati dall’Organizzazione mondiale per la sanità sull’epidemia di ebola in corso nelle ultime settimane in Africa. A colpire è il ceppo peggiore del virus, quello a più alto tasso di mortalità, chiamato Zaire, con picchi anche oltre il 90%. E il contagio è in espansione non solo nei villaggi rurali, isolati gli uni dagli altri, ma ha iniziato a minacciare i grandi centri urbani, in particolare la città di Conakry (capitale della Guinea) dove vivono circa due milioni di persone. “È uno dei peggiori focolai di ebola che abbiamo mai affrontato” dichiara l’Oms, che pronostica almeno altri quattro mesi di sforzi per arginare il più possibile il contagio. E in diversi aeroporti internazionali sedi di scalo per i voli provenienti dall’Africa è già scattato il codice rosso: in Europa a Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona.
È sufficiente raccogliere le conchiglie sulla spiaggia per contribuire all’alterazione dell’ecosistema. Questi souvenir, che per noi sono gratuiti, hanno infatti un costo significativo sull’ambiente: a farne le spese il ciclo del carbonato di calcio, che si impoverisce drasticamente, i litorali, che vengono erosi più velocemente, e di conseguenza gli stessi animali, con un calo della varietà di organismi marini.
Quanto mercurio c’è naturalmente nell’aria? E quanto, invece, ne producono i processi industriali? Queste le domande a cui una ricerca appena avviata dagli scienziati ambientali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell'Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali del Cnr proverà a rispondere attraverso una nuova stazione di rilevamento, appena installata su una vetta delle nostre Dolomiti.
“Per i suoi estesi sforzi per eliminare le armi chimiche”: queste le parole usate oggi dal comitato accademico di Stoccolma nel consegnare il Premio Nobel per la pace all’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC), incoraggiando le sue future operazioni per lo smantellamento dell’arsenale Siriano.