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Nuovo collagene sintetico per rigenerare tessuti

FUTURO - In un significativo in avanti per la medicina cosmetica e rigenerativa, ricercatori della Rice University di Houston, negli Stati Uniti, hanno svelato un metodo innovativo per creare collagene sintetico. Il nuovo materiale, che riesce a formare un liquido nel giro di un'ora, conserva molte delle proprietà del collagene naturale, e potrebbe dimostrarsi utile come base per rigenerare nuovi tessuti e organi da cellule staminali. "Il nostro lavoro è importante per due ragioni", afferma Jeffrey Hartgerink, primo autore di un articolo sulla ricerca, pubblicato su Nature Chemistry. "Il nostro prodotto finale somiglia più da vicino al collagene naturale di tutti quelli creati in passato; inoltre, il materiale è stato realizzato attraverso un processo di autoassemblamento che è molto simile ai processi che si trovano in natura".
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La stella che non dovrebbe esistere

FUTURO - Un gruppo di astronomi italiani, francesi e tedeschi ha scoperto, a quattromila anni-luce di distanza, nel cuore della costellazione del Leone, la stella più antica finora conosciuta. Questa stella nana, situata nella nostra galassia, la Via lattea, è stata osservata grazie al Very Large Telescope (Vlt) dell'Osservatorio meridionale europeo (Eso), che non si trova in Europa, ma in Cile. La stella, un po' più piccola di un sole e probabilmente risalente a tredici miliardi di anni fa, si distingue per il suo bassissimo tenore in elementi chimici pesanti, che sono quelli sintetizzati dopo il Big Bang. I dati raccolti contraddicono i modelli teorici e gli scenari astrofisici consacrati, e sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature.
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Lo specchio fuorilegge

FUTURO - Sfruttando una nuova tecnica detta discontinuità di fase, ricercatori della Facoltà d'ingegneria e scienze applicate (Seas) dell'università di Harvard, negli Stati Uniti, hanno indotto dei raggi luminosi a comportarsi in un modo che sfida le secolari leggi della riflessione e della rifrazione. La scoperta, pubblicata questa settimana su Science, ha portato alla riformulazione delle leggi matematiche che predicono il cammino di un raggio di luce che rimbalza su una superficie o che viaggia da un mezzo all'altro - per esempio, dall'aria al vetro. "Usando delle superfici specificamente progettate, abbiamo creato gli effetti di uno specchio distorcente su una lastra piana", spiega l'italiano Federico Capasso, che insegna fisica applicata e ingegneria elettrica al Seas. "La nostra scoperta porta l'ottica in un nuovo territorio e apre le porte a interessanti sviluppi nella tecnologia fotonica".
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Troppo stress? Attenzione al DNA

SALUTE - "Crediamo che il nostro studio sia il primo a proporre uno specifico meccanismo attraverso cui una delle caratteristiche dello stress, l'elevato livello di adrenalina, potrebbe a lungo andare causare un danno rilevabile al Dna", spiega l'autore senior dell'articolo, Robert J. Lefkowitz, docente di medicina e biochimica all'università americana. L'articolo è stato pubblicato sull'ultimo numero di Nature online a fine agosto, e un suo riassunto è disponibile qui. Nello studio, i medici hanno iniettato in un gruppo topi un composto simile all'adrenalina, che funziona attraverso il ricettore beta-adrenergico, che Lefkowitz studia da diversi anni, in modo da riprodurre le condizioni di stress cronico. Il gruppo ha scoperto che l'iniezione di questo composto fa scattare una risposta biologica che, in ultima istanza, risulta nell'accumulo di danni al Dna
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Funghi allucinanti

Nonsolomeduse. Qualche tempo fa su OggiScienza si è parlato dell'invenzione del primo laser vivente, resa possibile grazie alla proteina verde fluorescente, estratta da una particolare specie di medusa. La stessa proteina è stata usata anche per creare zanzare resistenti al plasmodio della malaria. Ora tocca ai funghi. Nel 1840, il botanico inglese George Gardner narrò di aver assistito a una scena inusuale per le strade di Natividade, un paesino al centro del Brasile. Vide un gruppo di ragazzi giocare con un oggetto luminoso, che si rivelò poi essere un fungo...
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Spazio ossigenato

CRONACA - Sulla Terra, il perossido di idrogeno gioca un ruolo chiave nella chimica dell'acqua e dell'ozono, componenti dell'atmosfera del nostro pianeta. Ora è stato trovato anche nello spazio, da astronomi che lavorano al telescopo cileno Apex, gestito dall'Osservatorio meridionale europeo. Apex (Atacama Pathfinder Experiment) è situato nella piana di Chajnantor, a 5000 metri di altitudine, nelle Ande cilene (per avere un'idea di che razza di posto sia, cliccate qui): grazie al potente strumento, gli astronomi del gruppo hanno osservato una regione della nostra galassia vicina alla stella Rho Ophiuchi, a circa 400 anni luce di distanza da noi. La regione contiene nubi di gas e polveri cosmiche, a una temperatura molto bassa (attorno ai -250 ºC) e a una densità elevata, e in cui stanno nascendo nuove stelle. Le nubi sono in larga parte fatte d'idrogeno, ma contengono tracce di altre sostanze chimiche, e sono oggetti di studio ideali per gli astronomi a caccia di molecole nello spazio. Telescopi come Apex, che fanno osservazioni di luce di lunghezze d'onda millimetriche e inframillimetriche, sono perfetti per rivelare i segnali di queste molecole.
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Il tessuto dello spazio, come minuscoli granelli di sabbia

FUTURO - La teoria della relatività generale di Einstein descrive le proprietà della gravità e assume che lo spazio sia un tessuto liscio e continuo. D'altra parte, la teoria quantistica, che con la relatività generale non sembra andare molto d'accordo, suggerisce che lo spazio dovrebbe essere granulare a scale molto piccole, come la sabbia di una spiaggia. Una dei problemi principali della fisica contemporanea è conciliare questi due aspetti in un'unica teoria della gravità quantistica. Ora, Integral ha stabilito nuovi e più precisi limiti alle dimensioni di questi 'grani' quantistici dello spazio, mostrando che essi sono molto più piccoli di quanto alcune teorie della gravità quantistica suggerirebbero. Lo studio che ha permesso di arrivare a queste conclusioni, effettuato da Philippe Laurent e colleghi del Commissariat à l'énergie atomique di Saclay, non lontano da Parigi, è stato pubblicato sull'ultimo numero di Physical Review D.
SALUTE

L’arma della paura per battere il fumo

SALUTE - Polmoni cancerosi, denti marcescenti e cadaveri umani: non è un film horror, ma l'ultima campagna della Food and Drug Administration (Fda) statunitense per combattere il fumo. Immagini di questo tipo appariranno infatti sui pacchetti di sigarette made in Usa, secondo quanto dichiarato recentemente da funzionari della Fda, nella speranza che questi messaggi visivi possano convincere i fumatori ad abbandonare il loro vizio. Ma funzionerà? Le nuove etichette saranno apposte sui pacchetti di sigarette e a partire da settembre 2012, in quanto parte di una legge che ha messo la multimilionaria industria del tabacco sotto il controllo della Fda. La nuova politica rappresenta il primo cambiamento nella tipologia di messaggi usati nelle campagne contro il fumo da 25 anni a questa parte. "Con questi avvertimenti, chiunque prenda in mano un pacchetto di sigarette saprà esattamente quali rischi sta correndo", ha dichiarato ai giornalisti convenuti alla Casa Bianca Kathleen Sebelius, Segretaria della salute e dei servizi umani statunitense
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Nasce il laser vivente: merito di una medusa

FUTURO - La notizia di un laser vivente sembra venire fuori da un fumetto o da un film di fantascienza: eppure è proprio quanto hanno inventato due ricercatori del Wellman Center for Photomedicine del General Hospital del Massachusetts, Stati Uniti. In un rapporto che sarà presto pubblicato sulla rivista Nature Photonics, e di cui si è avuta un'anticipazione online, i due ricercatori, Malte Gather e Seok Hyun Yun, spiegano come una singola cellula geneticamente modificata in modo da esprimere una proteina verde fluorescente (detta Gfp) possa essere usata per amplificare...
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Quando Giove era al posto di Marte

CRONACA - Un nuovo scenario, che descrive una tappa-chiave nella formazione del sistema solare, è stato proposto da una collaborazione franco-statunitense, che include ricercatori del Cnrs (il Cnr francese) e delle università di Nizza e Bordeaux. Secondo questo modello, Giove sarebbe migrato verso il Sole, e più esattamente verso la posizione in cui è oggi Marte, prima di cominciare un'ulteriore migrazione verso l'esterno e raggiungere la sua posizione attuale, molto più lontana dal Sole. Attraverso il nuovo modello, i ricercatori spiegano sia la formazione della cintura di asteroidi sia la differenza di dimensioni tra i pianeti terrestri (Mercurio, Venere, Terra e Marte). Il gruppo sta ora cercando d'includere in questo scenario Urano e Nettuno, i pianeti del sistema solare più distanti dal Sole. Lo studio è pubblicato sul sito web di Nature (mentre la pubblicazione dell'articolo su carta è prevista per luglio 2011)
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